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Nel 1949, alla periferia della capitale libanese di Beirut, iniziò la costruzione del campo profughi di Shatila per dare un rifugio a migliaia di palestinesi in fuga dalla repressione sionista in Israele. Oggi, anche a causa dell'alto numero di rifugiati sfuggiti dalla guerra in Siria, circa 25.000 persone vivono in questo campo grande appena un chilometro quadrato.
In questo contesto undici ragazze tra i 15 e i 20 anni, nate e cresciute a Shatila, sono riuscite a conquistarsi il proprio spazio di libertà sul campo giocando a basket, grazie alla polisportiva Real Palestine Youth F.C. fondata da Captain Majdi, anche lui rifugiato palestinese. In un ambiente come quello di Shatila lo sport assume un ruolo fondamentale, aiutando gli adolescenti ad adottare uno stile di vita sano e positivo, fornendo loro gli strumenti necessari a prendere il controllo delle loro vite e incoraggiandoli ad analizzare con occhio critico le questioni sociali che li riguardano.
Nel mondo dello sport, si sa, ci sono alcuni eventi che passano alla storia perché raccontano ben più di quello che effettivamente avviene “sul campo”. Uno dei più famosi fu un incontro di boxe che si tenne esattamente 45 anni fa, il 30 ottobre 1974, presso lo Stade Tata Raphaël dell'allora capitale dello Zaire Kinshasa (oggi città principale della Repubblica Democratica del Congo).
Quel giorno sul ring, per sfidarsi nella conquista del titolo mondiale dei pesi massimi, salirono i due più importanti pugili del tempo: George Foreman e Cassius Clay. Quest'ultimo aveva già deciso di cambiare il suo nome in Muhammad Ali data la sua conversione alla fede islamica.
Il match rappresentava un vero e proprio confronto tra due mondi opposti e passò alla storia con il soprannome di “Rumble in the Jungle” (che in italiano verrebbe tradotto come “La Rissa nella Giungla”).
Erano giorni che pensavo a un articolo sul portiere, ma avevo il terrore come spesso succede che mi si etichetti per un partigiano del ruolo. Cosa che in effetti il più delle volte non fa una piega.
Avevo i miei ottimi spunti, il compleanno di Yashin per esempio,desistendo dallo scrivere per il sol fatto che stavolta, i più si erano documentati oltre le solite banalità sulla sua vita e carriera, trovando quel che si è scritto sul Regno Nero fosse buono e mai superficiale.
Poi sono usciti i nomi dei candidati al Pallone d’oro, occasione in cui, seppure in lizza ci fossero ben tre portieri, nessuno di loro era realmente un candidato forte per la vittoria finale. E perché? Se non ora quando? Avete visto la stagione di Alisson?
«Genova non ha scordato, perché è difficile dimenticare»: prendo spunto da una delle più famose strofe della canzone Piazza Alimonda di Francesco Guccini per aprire questo pezzo. Il capoluogo ligure è stato infatti, nel corso del XX secolo, teatro di alcuni importanti episodi storici legati al concetto di resistenza.
Dall'insurrezione scoppiata poco prima del 25 aprile 1945 per arrivare fino ai giorni del G8 del luglio 2001, passando per la rivolta del 30 giugno 1960. Sono molti gli eventi che la città dei carrugi ha vissuto e che, nell'epoca attuale, cerca di ricordare in molteplici modi.
Tra questi non poteva mancare il contributo portato dal movimento calcistico popolare locale. Una storia che si può raccontare da questo punto di vista è quella della squadra di calcio La Resistente che, dopo oltre 10 anni di attività, è riuscita a ottenere un risultato importante: il debutto in Terza Categoria.