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Ce n’eravamo già occupati l’anno scorso in occasione dei nostri approfondimenti speciali per i mondiali in Russia, auspicando un repentino cambiamento in grado di garantire l’accesso agli stadi per le donne iraniane, ma le cose stanno andando diversamente. Infatti, è notizia proprio di questi giorni che Sahar Khodayari, una ventinovenne attivista per i diritti delle donne, nonché tifosa dell’Esteghlal, uno dei club più prestigiosi del Paese persiano, è morta in seguito alle ustioni su oltre il 90% del suo corpo che si è procurata il primo di settembre gettandosi addosso una gran quantità di benzina. La tragedia è avvenuta davanti al tribunale di Teheran dove la donna era chiamata a difendersi dalle accuse nei suoi confronti di «insultare il pubblico sfidando il codice di abbigliamento per le donne» essendosi travestita da uomo (stratagemma diffuso tra le donne iraniane per poter entrare negli stadi) per poter assistere a una partita della sua squadra del cuore, l’Esteghlal, e per «aver partecipato a uno scontro fisico con le forze di sicurezza» avendo resistito all’arresto, ma più in generale per la sua opera di sensibilizzazione su questa situazione spinosa.
Ci risiamo: con l’inizio della nuova stagione calcistica torna, inesorabilmente, l’eterna questione legata al caro-biglietti. Già in occasione del derby capitolino, giocatosi alla seconda giornata, era stato evidente il problema.
Il distinto sud riservato alla tifoseria giallorossa, quello che divide la Curva Sud dalla Tribuna Tevere, è rimasto desolatamente chiuso perché erano stati venduti troppi pochi biglietti. Il motivo? Sicuramente la contestazione in atto nei confronti della dirigenza americana, ma anche il prezzo dei biglietti che ha spinto molti tifosi a preferire la poltrona di casa. Il club di Lotito, squadra ospitante, aveva chiesto 45 euro per entrare in un settore dello stadio in cui la visuale lascia alquanto a desiderare.
Questa estate il mondiale svoltosi in Francia ha sollevato grandi aspettative nel mondo del pallone femminile a livello globale. Secondo i benpensanti, infatti, tale evento avrebbe dato una grande mano nel far crescere la popolarità del calcio femminile quasi al livello di quello maschile.
Purtroppo, però, tra il dire ed il fare ve ne è di differenza, soprattutto per quanto riguarda determinate federazioni nazionali di varie parti del mondo. In Italia ad esempio, dopo gli ottimi risultati ottenuti dalle ragazze di Milena Bertolini durante la rassegna iridata, la Figc si era impegnata nel promettere di colmare tali lacune nel minor tempo possibile e aveva aggiunto che avrebbe promosso la Lega calcistica nazionale femminile al livello di un vero e proprio torneo professionistico.
Si ricomincia. O meglio, un antipasto (e di che livello!) c’è già stato domenica scorsa, perché la Serie D, massima serie del calcio dilettantistico, ha già aperto i battenti e nel girone H ha messo di fronte Fasano e – niente meno – Foggia, reduce dall’ennesimo fallimento della sua storia recente. E il Fasano ha anche vinto 1-0. E visto che di Serie D stiamo parlando, cogliamo l’occasione per dire che quest’anno nella schedina non troverà posto il Campobasso, realtà nella quale l’associazione di tifosi che ne aveva assunto la gestione ha fatto qualche passo indietro, almeno a livello di direzione della prima squadra: ovviamente ne seguiremo le sorti e in futuro saremo ben felici di reinserirlo, augurando in ogni caso il meglio ai supporters rossoblu. Ma dicevamo che si ricomincia, infatti domenica 8 settembre scenderanno in campo le squadre delle serie più competitive, Eccellenza e Promozione, mentre per tutte le altre categorie siamo ancora nella fase di attesa dell’uscita di gironi e calendari. L’Afro Napoli United non nasconde il sogno nel cassetto di assaltare la Serie D, del resto la passata stagione, in cui il team antirazzista da neopromosso in Eccellenza ha occupato stabilmente i piani alti della classifica, sembra dare adito a questa ambizione.