Inventori del Pancrazio - una delle più antiche arti marziali del mondo - e dell’agone sportivo in generale, i Greci sono un popolo che da millenni ha una certa confidenza con le zuffe e le competizioni. Amanti dei pugni e della lotta almeno dall’alba della civiltà classica, “passano la sveglia” ancora oggi, almeno in ambito di sport e palestre popolari.
Prova ne è la seconda edizione dell’International Antifa Tournament che si svolge nel weekend fra il 4-5-6 giugno a Salonicco e che raggruppa diverse realtà europee intenzionate a parlare di sport e autorganizzazione, ma anche a far sudare e praticare un ampio ventaglio di sport da combattimento.
Il programma prevede per il primo giorno un confronto sulle tematiche dell’antifascismo militante nelle strade e nelle piazze, con ospiti provenienti da altre parti della penisola ellenica, dall’Italia e dalla Svezia.
Per sudare invece c’è tempo nei due giorni successivi: il sabato arrivano incontri e dimostrazioni di Boxe, Kickboxing e Muai thay, poi a seguire un seminario di Brasilian Jiu-Jitsu, con figure di primo piano delle scena lottatoria greca come Samuel Krvavac – uno dei migliori lottatori europei di Bjj per quanto riguarda i pesi massimi – e Anna Kavoura, terza ai campionati europei del 2013 e campionessa nazionale.
Non mancherà qualche leva articolare da usare a scopo di autodifesa visto il ruolo crescente che le tecniche del Bjj stanno assumendo nella difesa personale, oltre insomma il tatami e la dimensione meramente sportiva.
Domenica alle 16 sono protagonisti gli incontri di pugilato, lotta e kick: ospite d’onore Oriol Gaset, combattente dei pesi leggeri di Mma con oltre venti incontri professionisti alle spalle, famoso in alcuni circuiti europei di arti marziali miste e “di casa” a Barcellona mentre nella scorsa edizione l’ospite d’onore era stato Lenny Bottai.
Gli incontri e le dimostrazioni saranno “sanamente sportivi” e non sempre orientati alla stretta competizione agonistica, fuori dall’asfittica logica del “vincere o perdere” sull’onda di una delle idee portanti della visione “popolare” degli sport da combattimento. E comunque non mancherà lo spazio per sfide di livello e K.o.
Per dimostrare quanto sia rilevante lo tsunami dei movimenti dello sport popolare, basta gettare lo sguardo anche in Polonia, dove i tornei di arti marziali sono la consuetudine in questa primavera-estate.
Se i supporters fascisti del Wisla Cracovia guadagnano le prime pagine dei giornali fra cortei ultras, passamontagna e saluti romani, la scena anti-autoritaria polacca risponde con il primo Liberation Martial Arts Tournament “No Defeats” sabato 6 giugno a Breslavia, all’interno del Punx Piknik, un’importante riunione punk conosciuta in tutta l’Europa mitteleuropea.
I compagni polacchi sono impegnati da tempo in questo genere di eventi: neanche due settimane fa a Poznan c’è stato il quinto Freedom Fighter organizzato dalla Crew 161 – gruppo di skinhead antifascisti e hooligans molto attivo nella parte occidentale del paese – mentre a Torun ci sarà un torneo di K-1, Bjj (con e senza kimono) e un torneo di Mma, con tanto di concerto finale il 13 giugno.
E se il caso polacco ci insegna qualcosa, la questione è che a partire da una necessità – quella di difendersi da una miriade di movimenti xenofobi, tradizionalisti quando non espressamente neofascisti come Rinascita nazionale polacca (Nop), così come da serie di tifoserie fortemente connotate in senso nazionalista come quelle del Legia-Warszava e il Wisla Cracovia – è stato possibile generalizzare una pratica di questo genere di arti marziali, portando lo sport popolare al di fuori della stretta militanza.
Insomma oltre i confini e gli stati, ancora una volta, sembra che un nuovo movimento malandrino e stradaiolo, vitale quanto basta, si aggiri per l’Europa: quello dello sport popolare. E per l’occasione non mancheranno guantoni, fascette, caschetti e paradenti, rigorosamente antifascisti.
Filippo Petrocelli