Meglio di così, il fine settimana del calcio rossoblu non poteva andare. Due vittorie nette in un momento in cui servivano come il pane, e in cui non erano per nulla scontate: per le ragazze infatti è il primo successo in Serie C dopo tre sconfitte iniziali, per i maschi era solo la terza di campionato da squadra appena retrocessa, che quindi ha bisogno di ritrovare certezze. Andando con ordine, la prima soddisfazione la regalano le ragazze sabato pomeriggio (in contemporanea al dibattito su sport popolare e sostenibilità economica all’interno del festival Logos, su cui scriveremo nei prossimi giorni), andandosi a prendere i loro primi tre punti sul terreno di Ostia. I racconti parlano di un rotondo 3-0 che arriva a dare la giusta spinta emotiva, visto che nei tre precedenti impegni le rossoblu non avevano comunque sfigurato, mostrando un buon approccio alla categoria superiore nonostante l’assenza della forte ed esperta Volpi, elemento trainante l’anno scorso, dovuta a problemi di tesseramento. Ma il gruppo è in costante crescita e si è anche lievemente allargato, e sembrerebbe essere in grado di dare le spallate necessarie a lottare per mantenere la categoria.
Domenica pomeriggio, sotto un sole che spacca le pietre e fiacca le energie, andando a configurare la classica “ottobrata romana”, è la volta dei maschi del calcio a 11, reduci comunque da un buon avvio di stagione con una vittoria e un pareggio. Gli avversari di giornata portano un nome singolare e decisamente “pesante”, Pibe De Oro, con tanto di stemma azzurro con al centro il numero 10 bianco. Appare chiara insomma la fede calcistica di chi ha fondato il club, che però si situa all’estrema periferia est di Roma, dalle parti di Tor Bella Monaca. A parte questo aspetto lievemente distopico, ha fama di essere una squadra non male, e in effetti nel primo tempo la partita è giocata abbastanza alla pari, con qualche preoccupazione in avvio a causa dell’infortunio di entrambi i centrali di difesa, costretti ad abbandonare il campo nella prima metà della frazione. Mister Caci, che proprio quest’anno ha abbandonato il centro della difesa per occupare la panchina, fa i cambi e redistribuisce in parte i ruoli, per fortuna durante questa fase di assestamento gli ospiti mostrano una mira drammatica quando riescono a liberarsi per la conclusione, e non ci sono mai veri pericoli. Anzi, intorno a metà frazione, con un po’ di fortuna, arriva il vantaggio rossoblu: bel tiro rasoterra da poco fuori area che però subisce una deviazione probabilmente decisiva, ben venga. L’equilibrio dura ancora per alcuni minuti, poi subito prima dell’intervallo arriva la svolta vera, con Mulè che ruba in modo spietato un pallone sulla trequarti, spostato sulla sinistra, fa qualche passo e calcia un destro a giro di una dolcezza infinita che scavalca un portiere rimasto un po’ troppo avanti.
Al ritorno dagli spogliatoi c’è tempo, sugli spalti, per un semplice e sacrosanto striscione sull’ex ministro Giovanardi, apostrofato come merita. Nel secondo tempo gli avversari praticamente non scendono in campo e prende avvio il monologo che porta ben presto sul 4-0 in un turbinio di occasioni e belle azioni, propiziate per la verità anche dall’atteggiamento rinunciatario dei biancazzurri, che a un certo punto ritrovano un po’ d’orgoglio e si mettono a cercare il gol della bandiera, dando un senso alla giornata del portiere di casa Poma, autore di qualche bella parata. Prima della fine l’arbitro si guadagna 5 minuti di protagonismo fischiando un rigore per parte la cui dinamica dagli spalti non si è riuscita a valutare bene. Punteggio fissato sul 5-1, applausi e cori, 7 punti in tre partite che lasciano ben sperare dopo le tante difficoltà dell’anno scorso nella categoria superiore.
Queste vicende sportive si svolgono in un periodo in cui l’Atletico San Lorenzo, oltre a riavviare tutte le attività, dal basket alla scuola calcio, passando per importanti iniziative di autofinanziamento come il concerto di Filippo Andreani, sta conducendo una battaglia importantissima, e (purtroppo) comune a tante realtà italiane: quella per il campo e in generale per l’accessibilità universale allo sport. Il campo dei Cavalieri di Colombo, unico campo a 11 rimasto in quartiere (benché non omologato per le competizioni federali), rischia di essere smantellato in favore degli ennesimi campi da calcetto e da padel. Una cosa che comprometterebbe per sempre la possibilità di far crescere i ragazzi del quartiere allenandosi sul proprio campo, l’ennesima dimostrazione del modo abominevole in cui vengono utilizzati gli spazi che dovrebbero essere a disposizione della cittadinanza. La campagna è ancora in corso, è importante sostenerla e riprodurla ovunque sia necessario.
Matthias Moretti