Il campo è appena fuori città, dove inizia la campagna, non lontano dal casello di Lucca Est. In questo primo anno di attività della Calcistica Popolare Trebesto, è proprio quello del campo uno dei problemi più stringenti, perché questo non è nemmeno quello definitivo, la squadra dovrebbe spostarsi su un altro terreno sul quale però ci sono dei lavori in corso che non si sa quando finiranno. L’anno prossimo dovrebbero esserci dei nuovi bandi, e l’obiettivo è quello di assicurarsi insieme ad altre società l’assegnazione di uno dei pochi impianti della zona dotati di tribune. In effetti il campo sportivo dà proprio l’idea della provvisorietà, la tribuna consiste in un gradone di cemento che corre lungo una delle fasce laterali, e nulla più. Il bar c’è solo grazie ai ragazzi e alle ragazze in giallonero, un gazebo che fornisce birra e campari, del resto anche un pochino di autofinanziamento non guasta mai. Fortunatamente il clima funge da frigorifero naturale.
Sul campo, reso fangoso dal sole tiepido che ha sciolto la brina notturna, scendono i gialloneri, stavolta con addosso la seconda maglia rossa con pantaloncini bianchi, contro l’Atletico Viareggio, squadra che si trova qualche lunghezza avanti in classifica, ma non tra le primissime. C’è voglia di riscatto dopo un periodo in cui si è raccolto poco, la squadra sta provando a costruire un’identità di gioco e non solo a giocare a pallonate, ma in vari incontri un po’ di inesperienza è stata pagata a caro prezzo. Ma la prima cosa che salta all’occhio è una qualche stranezza nella divisa degli ospiti: un completo nero che però ha quel non so che di già visto, alcuni dettagli non convincono, ma l’arcano si svela non appena qualche avversario si avvicina abbastanza alla recinzione. La marca Nike, lo sponsor New Holland – Fiat Group. Lo stemma non è solo bianconero, è proprio quello. Sì, hanno la seconda maglia della Juve di qualche anno fa, qualcuno dice quella della B, nessuno sa il motivo. Mah. Non bene, in ogni caso.
La partita inizia da subito intensa e agguerrita, le squadre non si risparmiano e nonostante il primo tempo si chiuda sullo 0-0 non ci si annoia mai. Decisamente meglio la Trebesto a livello di costruzione di gioco e occupazione del campo, ma gli avversari giocano un calcio più “di categoria”, ruvido e concreto, e sono loro ad avere le vere occasioni: una palla salvata sulla linea a portiere battuto e poco dopo una traversa, e sul finale di frazione un tap in sbagliato in modo piuttosto clamoroso dopo una corta respinta. Ad aggiungere brio alla situazione c’è la tifoseria giallonera, attiva per tutti i 90 minuti con pochissime pause. Sicuramente l’assenza di spalti non aiuta: la gente c’è, e anche in numeri interessanti, una cinquantina al fischio d’inizio, ma si continua ad arrivare per tutto il primo tempo fino a diventare quasi il doppio. La disposizione lungo l’unico gradone però fa sì che, a parte il nucleo di quelli che cantano, il resto si disperda, e questo è un peccato: basterebbero delle piccole tribune per avere un colpo d’occhio di tutto rispetto e poter provare a coinvolgere di più i presenti, magari in futuro ci sarà questa possibilità. Il tifo è molto spontaneo e casereccio, cosa che chi scrive annovera tra i pregi, almeno in queste categorie: un tamburo, un paio di bandiere, qualche fumogeno, cori perlopiù semplici e diretti, nessuna smania da poser o da ultras social.
Nel secondo tempo il sole cala alle spalle dell’acquedotto romano, la temperatura crolla in fretta verso lo zero e il dominio dei padroni di casa diventa totale e incontrastato, specie da poco prima della metà della frazione, quando a seguito di un paio di cambi la fase offensiva giallonera si tinge quasi completamente di nero. Se la memoria non inganna diventano cinque i giocatori africani impiegati nella fase offensiva, e inizia un autentico show, condito da alcune giocate davvero da categorie superiori: la prima è proprio quella che porta al gol del vantaggio, con il nuovo entrato Reheem che aggancia una palla non facile intorno al vertice dell’area, con una finta verso l’interno manda a casa ben due difensori e tira di destro, basso sul palo più lontano. Un gol di quelli che uscendo di casa per andare a vedere un match di Terza Categoria non hai la speranza di vedere. L’ultimo quarto di partita è un piacevole monologo, passano pochi minuti e il numero 11 Fall regala un’altra delizia deviando in pallonetto un cross a mezza altezza, difensore anticipato, portiere scavalcato e giù altri applausi. A ridosso del novantesimo, dopo un’azione insistita e una disperata resistenza avversaria, il pallone viene ancora rimesso in mezzo, ancora Fall è libero sul secondo palo, 3-0. Resta solo la corsa fino alla rete per salutare la tifoseria, il nuovo anno non poteva iniziare meglio.
Una domanda rimaneva spontanea: ma come mai il quintultimo posto? Hanno giocato così bene solo oggi? La risposta sta nelle difficoltà oggettive, non solo della squadra di calcio, ma della vita quotidiana di tutti: come spesso accade in Terza, di sabato in sabato ci sono le defezioni, chi lavora, chi ha impegni. Specie nella stagione di esordio, c’è da trovare equilibrio e continuità. Ma per i ragazzi africani i problemi sono ancora maggiori, essendo dislocati in vari centri della provincia, non avendo spesso mezzi di locomozione per allenarsi con regolarità, ed essendo anche in diversi casi molto giovani. Il percorso per averli costantemente con sé, e magari anche nella forma migliore, è costellato di insidie. Sabato si è visto di cosa è capace la Trebesto, le premesse per far parlare di sé in futuro ci sono tutte, ormai quest’anno rincorrere l’alta classifica sembra molto difficile, ma va bene anche così. Tra l’altro in casa giallonera sta nascendo anche un altro gioiello: ieri la squadra femminile ha giocato la seconda amichevole della sua storia, l’intenzione, più che realistica, è quella di iscriversi l’anno prossimo al campionato di Promozione. A Lucca le cose da raccontare sono appena iniziate.
Matthias Moretti