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Bello, semplicemente bello. La recensione del nuovo lavoro di Francesco Berlingieri, Pallone, Asfalto e Betoniere, si potrebbe chiudere qui.

Mi capita raramente di “divorare” un libro: il mio lavoro, i tempi di vita non mi hanno mai permesso di stare su un libro come si deve. In questo caso però la curiosità, il fatto di capire cosa ci avrebbe raccontato nel capitolo successivo ma sopratutto di rivivere in quelle pagine la tua vita, ha fatto sì che in poche ore, pagina dopo pagina questo fantastico libro fosse assaporato e gustato come un buon piatto di tortellini (eh lo so, sono modenese, i riferimenti sono questi).

 

Nello scritto iniziale, Filippo Andreani scrive: «Questo libro non è un libro, ma una porta aperta per entrare in casa di Francesco e trovarci, incredibilmente, la nostra casa». Poche parole per descrivere un intero libro. La nostra stessa casa, la nostra vita, fin da piccoli, per molti della nostra generazione, cresciuti a pane, strada, e... calcio; ogni riga, ogni parola, ogni pagina sembra un percorso già vissuto e Francesco ha la capacità, aprendosi attraverso episodi della sua vita, di farli rivivere in noi.

Questo è quanto mi ha trasmesso questo libro: attraverso i suoi racconti passati e presenti con le dovute sfumature legate a territori ed esperienze diverse, si riesce a recuperare una memoria che magari era lì da qualche parte e improvvisamente ricompare.

Il legame forte con la propria città, con la propria squadra, dove per ogni partita del Foggia c'è un'esperienza di vita da raccontare, ed è la stessa esperienza di vita a essere legata a una partita del Foggia.

Un legame forte, intenso, che avevamo imparato a conoscere nel suo lavoro precedente E non vorrei lo sai lasciarti mai perchélibro che ho avuto la fortuna di presentare qualche anno fa; un legame che in questo nuovo lavoro esplode sotto ogni punto di vista.

Il calcio, la curva, la passione come denominatore comune della vita, un calcio raccontato con molta nostalgia quello che era ancora delle persone, della passione, che sapeva darti ogni tipo di emozione, che aveva la precedenza su tutto; un calcio, quello attuale, criticato fortemente sopratutto in un capitolo, Il calcio dei padronidove mette nero su bianco il suo pensiero sul calcio di oggi. In questo capitolo mi ci sono imbattuto una mattina dopo aver addormentato mio figlio e, una volta finito, ho scritto subito a Francesco per condividere il mio pensiero, fargli presente, con le giuste sfumature, che condividevo ogni singola parola. In quell'istante ho capito di essere in buona compagnia!

Che dire, buona lettura, e buon viaggio tra i vicoli di una Foggia, che senza l'Unione Sportiva Foggia non sarebbe la città che Francesco attraverso i suoi libri ci racconta.

Luca Malmusi

Categoria: Recensioni

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