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Ternana: the working class goes to heaven: è questo il titolo del documentario sulla storica promozione in serie B della Ternana Calcio uscito pochi giorni fa e realizzato da Martino Simcik Arese e Valerio Curcio. Una intitolazione che riporta alla mente, almeno ai cinefili come me, un capolavoro del grande schermo quale La classe operaia va in paradiso, girato nel 1971 per la regia di Elio Petri e con una magnifica interpretazione di Gian Maria Volonté.

In questo cortometraggio Curcio e Arese cercano di far capire agli spettatori il forte legame tra la Ternana Calcio e la città umbra di Terni, conosciuta con il soprannome di “Manchester d'Italia”. Tale appellativo non è stato scelto a caso: questo centro abitato, da sempre, ha una forte componente operaia viste le numerose fabbriche, soprattutto acciaierie, presenti nella zona.

Questo lato operaio lo si ritrova fortemente nella tifoseria della squadra rosso-verde, come spiegato bene da alcuni tifosi del maggior gruppo ultras locale, i Freak Brothers. Ma gli operai non mancano neanche tra coloro che scendono, o sono scesi in un passato nemmeno troppo remoto, nel rettangolo da gioco.

 

Un esempio in questo senso può essere la figura di Riccardo Zampagna, uno dei più importanti e conosciuti bomber nati e cresciuti a Terni che, durante la sua gioventù, era un frequentatore assiduo degli spalti dello stadio Liberati.

Figlio di un vecchio operaio delle acciaierie della zona l'ex attaccante, che oggigiorno è il commentatore ufficiale della tv della squadra umbra, ha molto a cuore le sorti dei suoi concittadini che lavorano nelle fabbriche locali. È lui stesso a dire che Terni e i ternani hanno “un vero e proprio cuore di acciaio”.

Non a caso, nel corso del documentario, si vede come Zampagna sia sceso in campo in prima persona per proteggere i diritti e la dignità dei lavoratori della Teofran di Terni. Questa è una delle tante fabbriche della zona che, una volta acquistata da padroni stranieri, è stata smantellata e trasferita in zone in cui i costi di produzione, e di conseguenza anche i salari degli operai, sono nettamente più bassi rispetto a quelli italiani.

La cultura operaia viene messa in primo piano anche grazie all'attuale allenatore del team calcistico umbro: Cristiano Lucarelli, che durante la sua carriera da calciatore è stato il capitano di un'altra squadra simbolo della sinistra a livello nazionale: il Livorno Calcio.

Un ruolo da protagonista, infine, lo ricopre l'attuale presidente della squadra rosso-verde: Stefano Bandecchi, che è diventato il proprietario della Ternana il 21 giugno 2017.

Poco dopo, però, fece un gesto che lasciò stupiti molti addetti ai lavori. Essendo proprietario di una importante università telematica, la Niccolò Cusano, decise di cambiare il nome della squadra umbra e la rinominò Unicusano Ternana.

Tale scelta avviene per pure questioni di marketing e di sponsor, si deve infatti far conoscere cos'è e quali servizi offre quella università. Così facendo si pensa anche che il club possa garantirsi i soldi necessari per cercare di tornare ai livelli calcistici che gli competono.

Ma questa scelta non tiene in conto il possibile allontanamento dei tifosi e della città intera da coloro che scendono in campo; gli stessi giocatori cominciano a non sentirsi più parte del progetto che punta, almeno a parole, a portare la Ternana ai livelli desiderati. Fatto sta che l'annata calcistica 2017-2018 si rivela un vero e proprio incubo per la compagine rosso-verde che rimane ancorata alle zone basse della serie B e, a fine campionato, retrocede con soli 37 punti conquistati in 42 partite.

Lo stesso Bandecchi, alla fine della partita che sancisce la discesa in serie C, viene preso di mira dai tifosi locali. I supporter lo accusano di aver smantellato il calore che circondava la squadra sotto vari punti di vista: in primis il cambio del vecchio logo e la ridenominazione stessa del club.

Da quel momento Bandecchi capisce che forse sta sbagliando qualcosa e allora torna indietro sui suoi passi optando per il ritorno al nome originale del club. Tale scelta, assieme a una nuova gestione economica e alla nascita di un nuovo rapporto con i cittadini-tifosi, si rivela vincente.

Tornano di moda, nello spogliatoio rosso-verde, parole come “squadra” e “comunità” che da troppo tempo si erano perse a favore del mero profitto. Al contempo Bandecchi decide di dar la possibilità a tutti di vedere le partite della Ternana in chiaro, senza doversi abbonare a qualche tipo di pay-tv. Così facendo, sempre seguendo il concetto di comunità, si cerca di stare vicini alla squadra in un momento in cui gli stadi sono vuoti a causa della pandemia da Covid-19. Questo senso di identità è quello che negli anni ha fatto diventare la storia del club umbro conosciuta e apprezzata a livello mondiale. Dai tedeschi del St. Pauli ai russi del CSKA di Mosca passando per gli argentini del Boca Juniors sono state molte le tifoserie e i gruppi che hanno voluto creare un gemellaggio con gli umbri.

Tutto ciò ha fatto sì che ci fosse un supporto costante per i ragazzi di Cristiano Lucarelli che non hanno deluso rispondendo sul campo. La Ternana è stata l'unica squadra dei maggiori campionati europei che non ha perso neanche una partita dell'ultimo campionato.

Così facendo si è tornati nella direzione di quel calcio delle origini, più passionale e romantico. Una passione che prescinde dal risultato visto che le Fere, fondate nel 1924, hanno preso parte a soli due campionati di serie A, nel 1972-1973 e nel 1974-1975. Ma questo, come è giusto che sia, conta fino a un certo punto.

Roberto Consiglio

Categoria: Recensioni

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