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Durante l'autunno del 2021 Roma ha avuto il piacere di accogliere una delegazione di membri dell'EZLN (Ejército Zapatista de Liberación Nacional). Tra i vari eventi organizzati nella Città Eterna con i compagni messicani ve ne era uno, svoltosi presso il LOA Acrobax domenica 7 novembre, interamente dedicato allo sport popolare.

Poche settimane dopo l'incontro al cinodromo di viale Marconi venni a conoscenza dell'esistenza di una palestra popolare nella stessa regione del Messico in cui l'EZLN mosse i suoi primi passi nel novembre 1983: il Chiapas. Questo Stato, che si trova nella zona sud-occidentale del grande paese sudamericano, è uno dei più poveri dell'intero Messico, e circa il 76% della popolazione locale vive sotto la soglia di povertà.

Sono molti gli ambiti in cui ci si è dati da fare per cercare di portare aiuto e supporto ai locali. Tra questi ambiti non poteva mancare quello sportivo, soprattutto in una chiave “sportiva/popolare”.

 

A inizio maggio del 2021, ad esempio, è sorta nel quartiere Cuxtitali di San Cristobal de Las Casas, uno dei più importanti centri urbani dello stesso Chiapas, la Palestra Autonoma Popolare “Barrio Bravo” (GAP BB).

Essa, prendendo spunto da alcune sue omologhe palestre europee (e soprattutto italiane) ha dato il via a una vera e propria riqualificazione della zona sotto più punti di vista, non tutti collegati strettamente al solo ambito sportivo.

Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare gli e le attivisti/e di questa realtà di sport popolare della costa ovest dell'Oceano Atlantico. Una chiacchierata intensa e molto stimolante che, per questo, vorremmo riportare per intero.

Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a inaugurare una palestra popolare nel Chiapas, nello specifico nel quartiere Cuxtitali di San Cristobal de Las Casas?

Le motivazioni che ci hanno spinto a inaugurare una palestra popolare nel barrio originario di Cuxtitali sono sia di carattere generale (crediamo nello sport come strumento di aggregazione più giusto e sano) sia di carattere specifico (la necessità di fare un lavoro sociale e politico con i ragazzi e le ragazze del quartiere). Siamo un collettivo di internazionaliste e internazionalisti e sportivi messican* che vive nel quartiere. Crediamo di avere molto da imparare dalla storia di autorganizzazione popolare di Cuxtitali. Desideriamo dare il nostro contributo in questo cammino e per questo abbiamo dato vita al progetto della Palestra Autonoma Popolare Barrio Bravo. Alcuni/e di noi sono già parte di uno sforzo dal basso nel quartiere attraverso il progetto della Casa di Salute Comunitaria “Raiz del Viento”, che dal 2016 offre supporto e consulenze mediche gratuite a chi ne abbia bisogno, favorendo una logica di promozione della salute con la prevenzione e pratiche comunitarie più sane. Ovviamente la Palestra Popolare e la Casa di Salute lavorano in sinergia, per l’evidente coincidenza dei temi trattati e per l’orientamento autonomo di entrambe.

Che tipi di problemi dovete affrontare in un luogo come questo?

L'antico barrio di Cuxtitali si trova ai margini di San Cristobal de Las Casas, Chiapas (Messico). Per la sua forte identità ribelle, per le caratteristiche bellicose proprie di un quartiere operaio e popolare, era detto a suo tempo Barrio Bravo (Borgata Coatta). Di quell’antica fierezza, che risale a più di 500 anni fa quando qui vivevano i primi indigeni che facevano da manovalanza sfruttata per i conquistadores, oggi ne resta un’attiva eredità politica che si esprime nelle manifestazioni culturali popolari di quartiere, nell’autogestione comunitaria della sorgente di acqua potabile e nella lotta a difesa del territorio e dei boschi che circondano questa zona. La gestione pubblica e comunitaria dell’acqua fa da collante politico e culturale per il quartiere e la sua assemblea di gestione è diventata inevitabilmente il centro decisionale di quasi tutti gli aspetti della vita collettiva, in un complesso ma reale esercizio di democrazia dal basso, un esempio di contropotere popolare. Dall’altro lato questa tenace attitudine a prendere la vita in mano ha inimicato il quartiere (o almeno la sua parte politicamente attiva) nei confronti dei politici di tutti gli schieramenti che, negli anni, si sono serviti anche di gruppi criminali o gruppi di picchiatori per reprimere le lotte del Barrio Bravo. In questo contesto una palestra apporta un elemento specifico in più alle già conosciute qualità di vita promosse da altri processi simili. Sport, salute,aggregazione, comunità cercano di creare lo spazio fisico, mentale e politico affinché i/le giovani del quartiere possano evitare la trappola dell’alcolismo e delle tossicodipendenze, così diffuse come in tutti i quartieri popolari, alla mercè dei narcos. È un’ambizione a lungo termine, come lo è ogni progetto sociale che voglia anche trasformare radicalmente le relazioni sociali inique imposte dalla società capitalista.

Ci sono differenze tra un quartiere popolare del Chiapas e uno del continente europeo?

Ci sono sicuramente differenze tra un quartiere popolare in Messico e uno europeo, ma in realtà ci sono elementi di convergenza: entrambe le situazioni sociali presentano emarginazione e abbandono in termini di servizi statali e privati; in entrambi i casi i quartieri sono abitati dalla classe lavoratrice, in entrambe le periferie, le droghe e l’alcool rappresentano una forma di alienazione diffusa, così come la violenza domestica e di genere sono una drammatica “abitudine”. Sono territori suscettibili al processo di gentrificazione che allontana sempre di più gli abitanti più poveri dai loro luoghi storici. Ovviamente ci sono delle differenze sostanziali, in primis la composizione sociale semirurale nella periferia chiapaneca rappresenta una buona fetta della classe subalterna, spesso identificatasi come indigena maya. Nelle periferie messicane, il cancro sociale è rappresentato dalla componente narco, che specificamente in Chiapas si declina in organizzazioni politico-militari criminali che lavorano anche al soldo dello Stato come mercenari. Sono soprattutto questi ultimi il nemico principale di qualsiasi progetto sociale e politico. Tutto questo inserito in una guerra interminabile che in Messico in sedici anni ha mietuto 350mila vittime e 94mila desaparecidos (sparizioni forzate), un vero massacro sociale silenziato dai media o solo spettacolarizzato da Netflix e simili.

Avete qualche collegamento con realtà di sport popolare italiane ed europee? Di che genere?

Stiamo cominciando a tessere delle reti oltreoceano, soprattutto in Italia, dove c’è una grande tradizione di sport popolare dal basso, che è stato anche un esempio per intraprendere il nostro cammino e di cui alcuni di noi sono stati parte. Tra alcune realtà con cui abbiamo avuto l’opportunità di scambiare iniziative e materiali, a Roma la “Popolare” LOA Acrobax, la “Palestra popolare del Quarticciolo”. Ma anche al nord Italia, con la “Palestra Popolare Jacovacci”, con cui abbiamo iniziato e pensato – per poi davvero far prendere vita – al viaggio di un nostro compagno, Emilio, maestro di calistenia e capoeira, che da metà maggio a metà giugno sarà in Italia proprio per continuare a tessere queste reti con tutte le realtà di sport popolare che vorranno farne parte. Per il momento il viaggio attraverserà la Val Susa, Torino, Milano, Verona, Padova, Vicenza, Treviso, Marghera, Bologna, Firenze, Roma e Napoli. Ci stiamo organizzando ed Emilio sarà lì per uno scambio di storie, memorie, lezioni di Capoeira e Calistenia, ma anche per approfondire le analisi politiche e sociali legate ai nostri cammini antirazzisti e anticapitalisti, per cercare le convergenze necessarie al cambio della mentalità sociale dello sport.

Quale è stata, se c'è stata, la risposta dei locali a questa vostra iniziativa sportiva?

Forti della strada già aperta in quartiere dalla Casa de Salud comunitaria “Y’bel Ik’ – Raiz del viento” il 3 maggio 2021, la Palestra Autonoma Popolare Barrio Bravo ha aperto le sue porte con uno strepitoso e inaspettato successo. Nei primi sei mesi di attività si sono registrati un totale di 115 atleti/soci (la maggior parte bambini e bambine) che sono stati distribuiti in 9 gruppi di 6 diverse discipline sportive: Kenpo, Yoga, Danza Moderna, Capoeira, Kung Fu e Calistenia. Parallelamente, ogni secondo e quarto sabato del mese è stata effettuata la “Ruta Cuxtitalera de la Salud”, un percorso per le strade di Cuxtitali con esercizi di diversi livelli adattati a tutte le età e condizioni fisiche. Il Comitato di Quartiere, vista l’alta partecipazione e il coinvolgimento della palestra nel promuovere una socialità libera e gratuita nel quartiere, e la partecipazione nella difesa dell’acqua, ha deciso di donare un terreno in un parco del quartiere, dove costruire uno spazio che possa durare negli anni, e di cui da fine febbraio sono iniziati i lavori, con un collettivo che lavora con la tecnica della bio-costruzione. Per questo da un po’ di tempo stiamo facendo varie iniziative qui a San Cristobal de las Casas, ma abbiamo anche lanciato un crowdfunding al quale potete fare la vostra donazione in caso fosse interessati ad appoggiare il nostro progetto: https://www.produzionidalbasso.com/project/una-nuova-casa-per-la-palestra-popolare-barrio-bravo/#

Con l' EZLN vi è stato un qualche approccio?

Qualsiasi progetto autonomo e sociale in Chiapas non può non essere ispirato al cammino politico dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale; proprio recentemente il Comitato Organizzatore della Palestra popolare ha approvato l’invio di un resoconto delle proprie attività alla Giunta di Buongoverno locale dell’EZLN.

Sogni nel cassetto o speranze per il futuro?

Primo sogno che già stiamo realizzando con il generoso aiuto di molte persone sparpagliate in tutto il mondo, è quello della costruzione della sede definitiva della palestra nel terreno donatoci dal quartiere. Il secondo è che cresca la partecipazione sportiva e politica nel quartiere con il rafforzamento della nostra assemblea di soci/e, e in generale nella città e nel mondo. Lottiamo per uno sport che possa emanciparsi dalla mercificazione capitalista e dal suo mondo dell’immagine preconfezionato, dove si nascondono classismo, razzismo e violenza patriarcale. E proprio questi tre elementi ci auguriamo possano essere un solo brutto ricordo, così come la guerra attuale che – per citare l’EZLN – il capitalismo sta facendo contro l’umanità.

Roberto Consiglio

 

 

 

Categoria: Interviste

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