Stampa

copertina libro

Il più bravo degli scrittori, non avrebbe mai pensato a un romanzo con una trama del genere: morti, spaccio di droga internazionale, festini a luci rosse, “strane” partite di fine stagione, imprenditori arricchiti improvvisamente e diventati presidenti di calcio e chi più ne ha, più ne metta.

Tutto questo succede a Castel di Sangro, piccolo paese dell’entroterra terra abruzzese e alla sua squadra di calcio, durante gli anni ‘90 del secolo scorso. Gesta calcistiche raccontate, nello specifico la stagione 1996/97, dallo scrittore americano Joe McGinnis, nel libro Il miracolo di Castel di Sangro ristampato da Hellnation libri Red Star Press.

Pensando a quel periodo, di quella squadra non ho molti ricordi, se non per aver letto delle sue imprese sui giornali e viste alcune immagini sulla trasmissione storica “a tutta B”; per la sua maglia con sponsor “Soviet” (per un comunista come me, potete pensare che immaginario potessi avere all’epoca e che delusione quando scoprii che si trattava sono di una linea di jeans!) e di una salvezza definita “miracolo”.

Appunto miracolo. Come scrive il grande Robertò, che ha curato la prefazione nella ristampa del libro – e ha vissuto quel periodo storico calcistico in prima persona – a Castel di Sangro NON C’E’ STATO NESSUN MIRACOLO!!! Caso mai il miracolo lo hanno fatto negli anni successivi gli ultras e tifosi della squadra riuscendo a ripartire dalle categorie dilettantistiche con una concezione popolare del calcio.

Di fatto quella di Castel di Sangro è una delle primissime favole calcistiche mitizzate dai media, dove puntualmente il lieto fine non esiste. Dico una delle prime perché gli scudetti di Verona, Torino, Sampdoria, Napoli, in quel periodo storico a cavallo tra il 1980 e il 1990 erano ancora possibili e io personalmente non li considero delle favole calcistiche. Comunque dal nulla un imprenditore fa i soldi, compra una squadra – in questo caso la squadra del suo paese –, la porta dalle serie inferiori alla serie B, costruisce uno stadio in poco tempo, per poi come spesso accade il lieto fine è il fallimento e ciao ciao miracolo! Un classico molto italiano!!!

McGinnis che si innamora del calcio grazie alla conoscenza con Lalas (transitato per Italia giocando nel Padova) e a un mondiale discutibile giocato negli Usa (io lo ricordo per il trappolone fatto a Maradona) e rinunciando a un contratto già siglato per un suo prossimo libro, decide di scrivere un libro sul Castel di Sangro seguendo la squadra nella loro prima esperienza in serie B e ritrovandosi in mezzo a un calderone “normale” in Italia, che lo destabilizza a livello culturale e morale avendo lui un background sociale e sportivo molto americano. Che poi cosa si aspettava di trovare, tutto rose e fiori!!!

Una stagione intensa quella culminata con una salvezza storica, non solo dal punto di vista calcistico, ma anche umano. Il Castel di Sangro di Jaconi non gioca affatto un bel calcio, lo si capisce molto bene leggendo il libro, e si fa fatica a capire come abbia fatto a salvarsi! Però c’è riuscito nonostante dal punto di vista umano non si sia fatto mancare nulla: due giocatori importanti della squadra muoiono in un incidente stradale, un altro insieme alla moglie e al presidente, viene indagato per traffico di droga a livello internazionale, infortuni strani e curati in cliniche strane, festini a luci rosse e classiche partite di fine stagione molto sospette. Insomma come scritto all’inizio di questa recensione, in quell’anno a Castel di Sangro non si sono fatti mancare nulla!

Liucs

Categoria: Recensioni

In questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.