
Da sempre, quando parli del calcio argentino e di cosa rappresenta questo sport per il popolo del grande paese sud-americano, non riesci a trovare una definizione chiara e completa. Il mondo del pallone a quelle latitudini non è concepito come un semplice passatempo ma come una vera e propria religione social-popolare che viene descritta perfettamente da Osvaldo Bayer, nel suo libro intitolato Futbol. Una storia sociale del calcio argentino.
In Argentina, questa forte passione per il mondo del pallone, viene messa in risalto in una città in particolare: Buenos Aires. Per le strade e i vicoli della capitale del paese, che molti non esistano a definire una delle megalopoli di quel continente visto che è abitata da 15 milioni di abitanti in totale (un terzo della popolazione complessiva), giocano ben 21 squadre professioniste nelle prime cinque divisioni del campionato calcistico nazionale.
Da nord a sud della megalopoli, ma anche al di fuori del perimetro della cosiddetta Ciudad Autonoma, in ogni angolo è possibile notare alcuni murales che richiamano, attraverso i colori o i simboli, la squadra che più viene tifata in quella zona.
Una divisione calcistica netta di Baires è piuttosto difficile da fare per zone visto che, in ogni angolo, si possono vedere richiami a diverse squadre locali. Questo rende la capitale albiceleste molto differente da altre città mondiali in cui sono presenti un gran numero di squadre di calcio, si pensi ad esempio a Londra, ma che sono ubicate in precise zone molto diverse tra loro.
Nonostante ciò vi è una divisione calcistica a grandi linee della città che segue, essenzialmente, la vicinanza o meno a uno dei numerosi impianti di proprietà. Difatti ben 18 squadre sulle 21 sovra-citate hanno infatti uno stadio privato in cui giocano i loro incontri casalinghi.
Ho deciso in questo articolo di menzionare i soli club che militano in Primera Division, nome con cui è conosciuta la massima categoria calcistica argentina. Essi sono 6 su 28 in totale e cioè un quasi 25% del totale.
Per una questione di semplicità comincio dalla squadra che attualmente ha vinto il maggior numero di campionati locali dalla prima edizione del torneo svoltasi nel 1891, seppur in forma di torneo amatoriale: il River Plate.
La squadra dei Los Milionarios (così sono chiamati i tifosi di questo club visto che per la maggior parte derivano dalle classi sociali più benestanti della società locale) si è laureata campione nazionale per ben 38 volte. Questo team è stato fondato da un gruppo di marinai inglesi arrivati in Argentina per interessi commerciali nel 1901 nel quartiere de La Boca.
Gli stessi fondatori inglesi, che avevano scelto quel nome per la vicinanza tra la Boca stessa e il Rio de la Plata, decisero, nei decenni successivi, di spostare la loro squadra nei quartieri più a nord di Buenos Aires che, da sempre, rappresentano la zona ricca e borghese della città. Si optò inizialmente per il quartiere di Palermo e, in seguito, si decise di spostare il club nella zona di Núñez.
Proprio in questo barrio venne costruito, nel 1938, l’emblematico stadio della squadra del River: il Monumental Antonio Vespucio Aliberti che oggigiorno è conosciuto con il nome di Monumental. Attualmente l’impianto ha una capienza di oltre 86.000 posti che lo rendono il più grande di tutta l’Argentina ed è per questa ragione che la nazionale di calcio albiceleste gioca qui la maggior parte dei suoi incontri casalinghi.
Lo stesso Monumental è stato scelto come impianto principale dei mondiali del 1978, che si svolsero mentre in Argentina governava la dittatura militare salita al potere con un colpo di stato il 24 marzo 1976. La finale del torneo si giocò proprio al Monumental il 24 giugno 1978.
Tutto questo si svolse senza problemi anche se a pochi km dall'impianto sorgeva l’ESMA. Esso era l’acronimo di Escuela Superior de Mecánica de la Armada, il maggior centro di tortura della stessa dittatura dei colonnelli in cui vennero incarcerati e torturati una buona parte dei 30.000 desaparecidos argentini.
Il River ha la sua rivalità calcistica maggiore con l’altra grande squadra di Baires conosciuta a livello mondiale: il Boca Juniors. Essa è stata fondata nel 1905 nel medesimo barrio dei Milionarios e attualmente ha vinto il campionato nazionale per ben 35 volte.
A differenza del River, però, il Boca ha tenuto ben saldi i contatti con la sua zona di origine, basti pensare che l’impianto dove gioca i suoi match interni sorge in mezzo alle strade dell’omonimo quartiere a sud di Baires. Tale impianto è chiamato Estadio Alberto José Armando ma da tutti è conosciuto come “La Bombonera” visto che la sua forma doveva ricordare, per i costruttori, quella di una vera e propria bomboniera nuziale.
La costruzione della Bombonera è terminata del 1940 e ha una capienza attuale di circa 57 mila posti a sedere. La presenza della curva “Doche”, il settore destinato alla tifoseria più calda delle Xeneizes, l’ha reso però ancora più famoso del Monumental, a livello mondiale, per l'ambiente che si respira a ogni partita casalinga del Boca.
Anche le origini dei fondatori hanno reso le due squadre ancora più nemiche. Se il River era figlio della ricca borghesia inglese, il Boca è nato dall'intuizione di un gruppo di poveri migranti genovesi arrivati dall’altro capo del mondo in cerca di fortuna.
Per questo motivo i tifosi gialloblu vengono chiamati, come i giocatori in campo, con il soprannome di “Xeneizes” che si traduce come “genovesi”. La rivalità tra i due club è talmente alta che spesso sfociava e in violenti scontri tra tifoserie durante i match interni di uno dei due team è assolutamente vietato, o almeno altamente sconsigliato, recarsi allo stadio con uno dei colori della squadra nemica: bianco o rosso per il River, blu e giallo per il Boca.
Ma Baires è rappresentato nella Primera Division anche da altri club che vale la pena menzionare. Il primo ci riporta nella zona nord della capitale, nel quartiere de La Partenal.
Qui, presso l’impianto Diego Armando Maradona gioca le sue partite l'Argentinos Juniors. Questo team non è certo famoso per le sue imprese sul rettangolo di gioco avendo vinto, dalla sua fondazione nel 1904, solamente tre campionati nazionali. L'Argentinos viene invece ricordato e stimato perché tra le sue fila hanno mosso i primi passi alcuni dei maggiori giocatori della nazionale albiceleste di tutti i tempi: da Juan Roman Riquelme fino ad Esteban Cambiasso passando per un certo Diego Armando Maradona.
Quest’ultimo fece il suo debutto, con la maglia delle Bichos Colorados (“le formiche rosse” soprannome con cui è conosciuto il team), il 20 ottobre 1976 ad appena 16 anni di età. Nel 1979 Diego vinse, sempre con quella maglia, il titolo di più giovane capocannoniere del torneo con 14 gol prima di esser venduto, l'anno seguente, al Boca Juniors e iniziare la sua brillante carriera.
Spostandosi verso sud, non lontanissimo dal barrio de la Boca, si arriva al quartiere Boedo a Baires e qui si trova la squadra del Club Atletico San Lorenzo de Almagro, che tutti conoscono semplicemente come San Lorenzo. Fondata nel 1908 essa è conosciuta con il soprannome di “los Santos” visto che il suo fondatore fu un prete salesiano di origine italiana: don Lorenzo Massa.
Almagro era il nome del barrio in cui lo stesso prete faceva giocare i ragazzi che formarono la prima formazione del San Lorenzo. Il soprannome del team calcistico non poté essere più appropriato visto che i Los Santos erano la squadra prediletta di papa Francesco I, che non ha mai nascosto il suo supporto a tale team in molte occasioni del suo pontificato.
Il derby per eccellenza del San Lorenzo, conosciuto con il nome di Clasico Porteño è giocato con l’Huracan, che ha sede nel vicinissimo barrio di Parque Patricios. Questa rivalità nasce dal fatto che le due squadre occupavano due quartiere confinanti molto vicini, con i due stadi che per molto tempo sono stati ad appena 9 isolati di distanza, il Nuevo Gasometro per il San Lorenzo e il Tomas Adolfo Ducò per l'Huracan. Ora la situazione è cambiata da questo punto di vista per varie vicissitudini e la distanza attuale tra i due impianti si copre circa in un’oretta di camminata; la rivalità invece è rimasta accesa come quella degli albori.
Ultimo club che fa parte della Ciudad Autonoma de Buenos Aires e ha la sua sede principale attorno a quell'anello stradale che racchiude la megalopoli un po’ come fa il Grande Raccordo Anulare a Roma è il Velez Sansfield che ha la sua sede nel barrio della Florencia, nell'estremo ovest di Baires.
Questo club, però, deve il suo nome a un altro barrio, situato nella medesima zona, dove sorgeva la ferrovia di Sansfield a pochi passi dal primo impianto del club. L'attuale impianto da gioco invece è soprannominato “Il Fortin”.
Il Velez inoltre è la squadra che più ha collegamenti con il Belpaese. Ciò deriva perché, tra le sue file di soci, ci siano moltissimi discendenti dei migranti italiani in Argentina che si stabilirono, per lo più, nella zona ovest della capitale. Attualmente la casacca del Velez presenta i colori bianco-azzurri e una V ad altezza del colletto; in passato, però erano presenti anche strisce bianche, rosse e verdi per rendere omaggio alla bandiera italiana.
Le ultime due squadre di cui voglio trattare sorgono in una zona che, dal punto di vista geografico, non fa parte della città di Buenos Aires ma del suo immenso hinterland conosciuto come “la grande Buenos Aires”.
A sud del sovra-citato GRA locale sorge, infatti, il quartiere di Avellaneda che ha una caratteristica: a circa 400 m di distanza l'uno dall'altro, lungo un percorso a piedi di neanche 10 minuti, sorgono ben due impianti di due squadre che giocano nella Primera Division.
Tali club si chiamano il Club Atletico Indipendente, che disputa i suoi match casalinghi nell'impianto Libertadores de America, e il Racing Club de Avellaneda, che invece ha il suo terreno di gioco nello stadio Presidente Peron che però da tutti è conosciuto con i soprannome di “El Cilindro”.
Questa è sicuramente una delle tante follie calcistiche che caratterizzano, ma al contempo rendono magico, il mondo del pallone albiceleste. Un viaggio in questi luoghi, il prima possibile, per vivere in prima persona questa magica atmosfera è altamente consigliato a tutti gli amanti del calcio in generale.
Roberto Consiglio

