Deniz Naki non è un ninja, non bestemmia ubriaco, non è fidanzato con una wags, quindi non merita la prima pagina, ma appena un trafiletto sulla versione on-line di qualche giornale sportivo.
In Italia insomma il suo nome non fa notizia: e poco importa se nella storia recente del calcio turco è invece balzato diverse volte agli onori delle cronache.
Classe 1989, Deniz Naki è un attaccante tedesco di origine curda cresciuto nelle giovanili del Bayer Leverkusen, transitato per il Rot Weiss Ahlen, un paio di stagioni al FC St. Pauli, una stagione al SC Paderborn 07, poi un passaggio al Gençlerbirliği – una squadra di Ankara – e infine l’approdo alla Amed SK, la squadra di Diyarbakır (Amed appunto in curdo). Questo il suo curriculum.
Non è un fenomeno, non è il nuovo Messi, ma è comunque un discreto attaccante che ha decine di presenze nella nazionale tedesca giovanile (under 19 e under 20).
La settimana appena trascorsa è stata intensa e ricca di iniziative sul fronte dell’opposizione al Trans Adriatic Pipeline (TAP). Questa mega opera che dovrebbe trasportare gas dalla regione del Mar Caspio in Europa, collegando il Trans Anatolian Pipeline (TANAP) alla zona di confine tra Grecia e Turchia, attraversando la Grecia settentrionale, l’Albania e l’Adriatico per approdare sulle coste salentine in località San Basilio a San Foca. Mercoledì 6 dicembre i commercianti di Melendugno hanno deciso di proclamare in maniera autonoma senza mediazioni sindacali o di associazioni di categorie uno sciopero, una grande serrata che ha visto la partecipazione di quasi la totalità delle attività commerciali melendugnesi, che hanno rinunciato agli incassi di una giornata lavorativa per dimostrare ancora una volta la contrarietà del territorio a questa opera. La giornata ha visto sfilare due cortei uno mattutino a Melendugno con più di 3000 persone e uno pomeridiano con partenza dal lungo mare di San Foca, corteo che in maniera spontanea vede centinaia di persone staccarsi dal percorso ufficiale per avvicinarsi nelle vicinanze del cantiere e della zona rossa.
Un’alternanza continua e incessante di momenti di analisi e racconti personali, la fotografia della brutta situazione, dal punto di vista economico e repressivo, che stiamo attraversando in questi anni, e le mille fotografie del vissuto di ognuno, che poi alla fine sono il vero motivo per cui si continua a portare avanti una passione anche quando tutti gli elementi razionali consiglierebbero di lasciar perdere. Ultras. Parole e suoni dalle curve (Il Galeone, 2017) presenta questo importante elemento di novità e di completezza. Perché parlare di stadio e ultras in termini puramente saggistici e sociologici, pur essendo opera meritoria, rischia di essere qualcosa di asettico, che aggiunge poco e rimastica gli stessi concetti già espressi tante volte. E il racconto ultras romanzesco rimane comunque legato al talento artistico dello scrittore, al gusto personale del lettore, nel tempo si sono viste pagine bellissime e autentiche schifezze.
Salento, terra di mare e di ottima cucina ma anche di molti problemi come la disoccupazione. Inoltre, pur essendo il sud storicamente una terra accogliente, non mancano, specie in questi ultimi anni, sentimenti come il razzismo e l'estremismo di destra.
Per fortuna però, nel tacco dello stivale italiano, ci sono anche alcune realtà che cercano, in vari modi, di contrastare questi fenomeni e, in alcuni casi, stanno tentando di colmare quel vuoto che le istituzioni hanno lasciato vuoto.Un ambito di lotta molto attivo è sicuramente quello legato al mondo del cosiddetto “sport popolare”.
Già alcune settimane fa abbiamo avuto il piacere di pubblicare un comunicato dello Spartak Lecce, la squadra di calcio popolare della città più importante della zona, sulla questione riguardante la costruzione della Tap. Una presa di posizione molto forte contro un'opera che viene portata avanti nonostante la ferma opposizione della popolazione locale.
I problemi non finiscono certo qui, basti pensare a tutta la questione dello sfruttamento nelle campagne, a danno della manodopera migrante ma non solo. Di tutte queste cose si cerca di parlare anche organizzando eventi come la “No Racism Cup”.