Questa ultima giornata di gare prima della sosta natalizia rappresenta appieno quello che è diventato l'Atletico San Lorenzo, sia dal punto di vista prettamente sportivo che da quello sociale ed educativo. Alle 15 di domenica scendevano infatti in campo in contemporanea la squadra del calcio maschile (Seconda Categoria FIGC) e quella del calcio a 5 femminile (Serie D FIGC), mentre alle 19.30 toccava al basket femminile (Serie C FIP). Per i maschietti del basket (Promozione FIP) toccherà aspettare mercoledì. Quattro squadre iscritte ai campionati federali, in cui gli allenamenti sono aperti a chiunque: al massimo verrai avvertito che difficilmente troverai spazio tra i titolari, ma di sicuro potrai sempre allenarti col gruppo. In più c'è la grande ricchezza che fa vedere il futuro con un sorriso enorme: i bambini della scuola calcio.
Il 27 dicembre a Campobasso si terrà un'iniziativa che consideriamo davvero importante: si affronteranno infatti in un quadrangolare Città di Campobasso, Città di Fasano, Quartograd e Brutium Cosenza. Ovvero, quattro esempi di calcio popolare che partono da due diversi punti di partenza ma incontrandosi possono davvero iniziare a produrre quel salto di qualità che tutti auspichiamo. Da sempre infatti sosteniamo che il modello del calcio popolare, con le sue caratteristiche di azionariato diffuso, aggregazione e socialità, può sfondare solo se funge da contagio e ispirazione anche per realtà più “adulte” del nostro calcio.
Nonostante uno dei mantra più classici dell'ex plenipotenziario della Fifa Joseph Blatter fosse che il calcio è semplicemente uno sport e che niente debba avere a che fare con la politica, sono tanti i casi che hanno smentito quest'assioma, anche adesso che lo scandalo della corruzione ha posto fine al dominio dello svizzero, ultimo in ordine quello che riguarda la questione della Crimea. L'importanza geo-strategica della piccola penisola situata nel Mar Nero non basterebbe una monografia per documentarla, basti sapere che sin dalla sua annessione alla Russia nel 1784 è da sempre stata vista come una delle principali porte per l'espansione commerciale e militare della Russia in Europa, un particolare così chiaro alle classi dirigenti dei secoli precedenti che anche Cavour nella sua opera di realpolitik, volta a conquistare appoggi alla causa italiana, inviò nel 1855 un contingente di soldati dell'allora Regno di Sardegna (o un po' meno prosaicamente: mandò a morire tra ferite di guerra e un'epidemia i bersaglieri piemontesi a Sebastopoli) in appoggio dell'Impero Ottomano che si ritrovava a contrastare proprio le mire espansionistiche russe e che per questo era supportato anche da Francia, Gran Bretagna e dall'Austria asburgica.
Ci sono partite che si aspettano tutto l'anno, perché a differenza di quanto possano dire allenatori troppo compassati o dirigenti su cui pende la scure del politically correct, non sono partite come tutte le altre, ma sono derby. In fin dei conti, è proprio il livello di avversione per il nemico designato come atavico a essere un utile indice per designare il livello di attaccamento alla propria squadra di appartenenza. Ci sono derby di tutti i tipi: da quelli che si disputano per le finali di Champions League, come quello di Madrid, a quelli che mettono in luce le due anime differenti dello stesso corpo sociale come quello di Roma, o possono essere antichissimi, come l'“Old Firm” di Glasgow.