Esiste un legame tra l’Irlanda del Nord e la Calabria che è sconosciuto anche ai suoi stessi abitanti. Lo si è rintracciato scavando tra le pagine più turbolente e dimenticate del secolo scorso, quando entrambi i territori venivano stritolati da tumulti sanguinari.
L’atroce massacro avvenuto tra le strade della città nordirlandese di Derry, passato alla storia come Bloody Sunday, ha rappresentato l’apice della faida cattolico-protestante che nel Regno Unito aveva innescato i famigerati Troubles. Quando il 30 gennaio 1972 il 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti britannico, capitanate dal Colonnello Derek Wilford, apriva il fuoco sui manifestanti, quella mattanza intrecciava inconsapevolmente sui suoi passi il destino della città di Catanzaro, che, per altri motivi, scolpiva nella sua memoria quel freddo e piovoso pomeriggio di gennaio.
Mi guardo intorno per un po'
E mi accorgo che son solo
Rino Gaetano, E io ci sto
È plausibile che scrivere di Rino Gaetano su un blog sportivo possa risultare un compito non facile e oltremodo fuori tema. Tuttavia, la passione che mi lega al cantautore, mi invoglia a rendere omaggio a un personaggio geniale, poliedrico al punto tale che credo possa passare in secondo piano lo spazio in cui viene raccontato.
Lo scorso 6 aprile è stata emessa una sentenza storica. L'ex presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, è stato condannato in contumacia all’ergastolo per la sua partecipazione all’assassinio del suo predecessore Thomas Sankara. Sankara fu presidente del Burkina Faso dal 1983 al 1987 e, durante la sua presidenza, cercò di dare una struttura solida al paese che, dopo l'indipendenza dalla Francia ottenuta nell'agosto 1960, stava attraversando un periodo di forte instabilità politica.
Per questa sua forte presa di posizione, il più importante presidente burkinabé della storia venne soprannominato il “Che Guevara africano”. Molti, infatti, erano i punti in comune con il rivoluzionario argentino, uno dei pilastri della rivoluzione cubana del 1959, che venne assassinato in Bolivia nell'ottobre 1967.
Il 25 novembre 2020 il mondo intero si fermava attonito al cospetto della notizia che Diego Armando Maradona era morto. Sì, il calcio perdeva il suo figlio prediletto e milioni di generazioni cresciute con il suo mito improvvisamente si ritrovarono orfane di questo campione. Riuscire a parlare di Maradona in maniera sintetica credo non sia per nulla facile, perché El Pibe è stato tutto quello di giusto e sbagliato che poteva esserci in questo mondo.
Maradona è stato un vero artista, filosofo e poeta del calcio. A tratti non sembrava nemmeno un calciatore, ma un genio dell’architettura: come Mozart che trovava una nota e componeva grandissimi capolavori, Maradona a livello architettonico riusciva a creare gli spazi dove questi non esistevano. I suoi gol erano veramente impossibili, ogni volta che Maradona scendeva in campo non lo faceva per giocare una partita ma per risolvere un equazione a molte incognite, questo lo rendeva davvero un genio della trigonometria applicata al calcio.