Molti ingenui lettori del mio libro Estremi Difensori, magari di quelli meno attenti e politicizzati, richiedono sovente perché in questa serie di portieri che racconto non c’è menzione a Gianluigi Buffon. In realtà c’è ma non una menzione positiva e qui vi spiego il perché. A luglio siamo stati subissati di articoli riportanti l’addio definitivo al calcio giocato di Buffon, a 45 anni dopo una lunga carriera costellata tra l’altro della grande vittoria mondiale del 2006 (so che tutti penserete ora in questo istante alla parata sul colpo di testa di Zidane, per carità bella e importante, ma da portiere vi dico abbastanza facile!).
Il mondo della sound system culture è un po’ più solo. Pochi giorni, per l’esattezza mercoledì 12 aprile 2023, ci ha lasciato una vera e propria icona di questo ambito musicale: l’artista Colin Reuben, da molti conosciuto con il soprannome Jah Shaka, da altri con quello di “Zulu Warrior”.
Nato a Clarendon, nella zona della Giamaica sud-orientale, non si sa bene in che anno preciso però, questo artista si trasferisce in Inghilterra a metà del XX secolo. Come numerose altri migliaia di caraibici, infatti, trova molto attraente quel paese occidentale che, per molte centinaia di anni, ha sfruttato le sue colonie caraibiche depredandole sotto numerosi punti di vista.
L’impatto con l’isola inglese è molto duro come per la maggior parte dei migranti arrivati dalle ex colonie. A fine anni ’60, c’è chi dice il 1968 ma la data precisa non si conosce, dopo essersi avvicinato alla cultura e al credo del rastafarianesimo, Jah Sahaka inizia a costruire il suo sound system personale.
Il Primo di Marzo ha compiuto 80 anni uno dei più forti portieri della storia del calcio.
Nato in una terra di portieri, ne fu il più grande. Ci preme oggi ricordarlo ancora di più dato che in questa settimana è stato omaggiato in tutta la Liga, dove gli estremi difensori sono scesi in campo, con una divisa color nero, proprio il colore, unico e inconfondibile usato da Josè Angel in veste ufficiale (in Italia e nel mondo non so se si sia ricevuto l’appello, sicuramente dalle parti della Borgata Gordiani sì, visto che sono sceso in campo anch’io onorando Iribar!). Se però si sono spese parole eccellenti e ricordi emozionanti, noi di Sportpopolare.it ci tenevamo a porre l’accento non solo sul colore nero della sua divisa, ma sul cuore rosso che Iribar ha sempre portato con orgoglio.
Nato a Zarautz, ridente cittadina ormai turistica e frequentata da surfisti di tutto il mondo nella zona di San Sebastian, ha iniziato il suo percorso con difficoltà, primo di cinque figli di famiglia non proprio agiata, con un destino da aiuto-famiglia al quale era difficile sottrarsi, eppure, la sua passione sconfinata per il calcio ha avuto la meglio, e come tanti campionissimi del passato, a una attività sportiva si legava sempre un impiego lavorativo per aiutare la propria famiglia.
Esiste un legame tra l’Irlanda del Nord e la Calabria che è sconosciuto anche ai suoi stessi abitanti. Lo si è rintracciato scavando tra le pagine più turbolente e dimenticate del secolo scorso, quando entrambi i territori venivano stritolati da tumulti sanguinari.
L’atroce massacro avvenuto tra le strade della città nordirlandese di Derry, passato alla storia come Bloody Sunday, ha rappresentato l’apice della faida cattolico-protestante che nel Regno Unito aveva innescato i famigerati Troubles. Quando il 30 gennaio 1972 il 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti britannico, capitanate dal Colonnello Derek Wilford, apriva il fuoco sui manifestanti, quella mattanza intrecciava inconsapevolmente sui suoi passi il destino della città di Catanzaro, che, per altri motivi, scolpiva nella sua memoria quel freddo e piovoso pomeriggio di gennaio.