Nel corso della sua storia millenaria, Roma ha conosciuto momenti di forte...
La storia mondiale ha alcune date che vengono ricordate come fondamentali....
Quando si pensa al 1984 a molti viene in mente, giustamente, una delle più...
L’assedio della Striscia Gaza da parte dell’esercito israeliano, dopo gli...
Venerdì scorso, 8 marzo 2024, è stata celebrata la Giornata Internazionale...
Determinati numeri, in specifici ambiti sportivi, assumono un significato...
Esiste un legame tra l’Irlanda del Nord e la Calabria che è sconosciuto anche ai suoi stessi abitanti. Lo si è rintracciato scavando tra le pagine più turbolente e dimenticate del secolo scorso, quando entrambi i territori venivano stritolati da tumulti sanguinari.
L’atroce massacro avvenuto tra le strade della città nordirlandese di Derry, passato alla storia come Bloody Sunday, ha rappresentato l’apice della faida cattolico-protestante che nel Regno Unito aveva innescato i famigerati Troubles. Quando il 30 gennaio 1972 il 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti britannico, capitanate dal Colonnello Derek Wilford, apriva il fuoco sui manifestanti, quella mattanza intrecciava inconsapevolmente sui suoi passi il destino della città di Catanzaro, che, per altri motivi, scolpiva nella sua memoria quel freddo e piovoso pomeriggio di gennaio.
Per questa volta nella nostra rubrica sulle recensioni dei libri, abbiamo deciso di farne uscire più insieme. Un filotto di tre libri sullo sport che abbiamo avuto modo di leggere ed apprezzare. Profondamente diversi tra loro nello stile, nella caratura, nelle implicazioni morali, nella stesura e nel significato, però uniti da un denominatore comune, il calcio e la società.
Tutti e tre si muovono in contesti molto simili, quell’Italia che va da metà anni Settanta e che attraversa gli anni ’80 fino a spegnersi dentro i terribili anni ’90. Il periodo del calciatore/lavoratore sta lasciando spazio al calciatore divo, patinato e sex symbol. Si parla dentro questi scritti, di malattia, di politica, di reflusso, di criminalità, di provincia e di città simbolo della decadenza. Sono state scelte casuali ma è come se questi tre libri mi avessero squarciato dentro lasciandomi però un filo per rilegare i pezzi. I libri quelli belli ti fanno anche questo. E chi sa leggere un libro può non vivere solo la sua, a volte, normale vita, ma le vite di altri, dei protagonisti nel bene e nel male.
Si soffre per un libro, si soffre per la vita, si gioisce per la vittoria. Tutto questo per dire che avere del tempo strappato all’ingombrante e soffocante ritmo della vita nel circuito consumista e dai ritmi di lavoro dà la possibilità di concentrarsi sulle cose belle e leggere amici e compagni è un’attitudine che va conservata e onorata. Noi di sportpopolare.it dal conto nostro cerchiamo di ingolosirvi a tale pratica parlando appunto dei libri che ci sono piaciuti. E a volte, raramente a dire la verità, anche di quelli che ci piacciono meno. Ma iniziamo questa carrellata di consigli per gli acquisti valevoli anche post feste natalizie, propriamente dette.
La ventiduesima edizione della Coppa del Mondo della Fifa, in corso in queste settimane in Qatar, passerà alla storia per uno storico traguardo sportivo raggiunto sul campo. Nella piccola penisola del golfo Persico una nazionale del continente africano, il Marocco, ha raggiunto la semifinale della rassegna iridata.
Anche il Senegal di Diouf e Diop, che durante il mondiale del 2002 in Corea e Giappone fu una delle storie più raccontate di quel grande evento dai media occidentali, si fermò ai quarti di finale del torneo venendo eliminato dalla Turchia tramite lo spietato “golden gol”.
I giocatori del grande paese con capitale Rabat, invece, guidati dal tecnico Walid Regragui, in Qatar hanno compiuto un passo in più raggiungendo un match che potrebbe garantirgli l'accesso alla finalissima del torneo.
Ci sono pagine di storia che purtroppo non vengono sviluppate e narrate come si dovrebbe. Quanti di noi hanno mai sentito parlare del Brasile con al governo i generali? Sicuramente in troppo pochi, sicuramente di sfuggita, senza aver mai approfondito un regime che la storia ha reso meno appariscente di quello cileno e argentino, ma pur sempre un regime, che nella “tranquillità” e quotidianità del vivere brasiliano, allo stesso modo degli altri casi più illustri, sapeva come far tacere il dissenso, qualunque esso fosse, specialmente se comunista.