Giovedì scorso, 30 maggio 2025, cadeva la ricorrenza del 600° giorno di...
Da circa 600 giorni la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, che insieme...
Poche settimane fa in Italia si è festeggiato l’ottantesimo anniversario...
“Dove prima si vendeva la droga, oggi si spacciano libri”. È questo...
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Giovedì scorso, 30 maggio 2025, cadeva la ricorrenza del 600° giorno di genocidio sionista a Gaza. Nella striscia abitata dal popolo palestinese, ma anche nella zona conosciuta con il nome di Cisgiordania, i soldati dell’IDF (Israel Defense Forces) stanno mettendo in atto una vera e propria pulizia etnica senza che nessuno faccia nulla.
Da parte della politica mainstream infatti non è stata presa nessuna decisione concreta verso il governo di ultra-destra di Tel Aviv guidato da Benjamin Netanyahu. Anche le poche decisioni che provavano a mettere in dubbio i numerosi trattati, soprattutto economici e legati alla vendita di armi, che legano la maggior parte dei paesi “democratici” europei con il governo sionista, non hanno ricevuto l’appoggio del Vecchio Continente.
Germania e Italia, ad esempio, non hanno firmato una semplice sollecitazione fatta dall’alto rappresentante Ue Kallas che chiedeva di “condurre una revisione del rispetto dell’articolo 2 dell’accordo di associazione con Israele”. Guarda caso si sono opposti i due stati che furono la culla del fascismo e del nazismo; ma sì sa che la storia è sempre quella!
Anche le parole spese dai maggiori leader politici europei lasciano il tempo che trovano. Se poi non si passa immediatamente dalle parole ai fatti si parla semplicemente di pura e schifosa ipocrisia.
Da circa 600 giorni la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, che insieme compongono lo stato di Palestina, sono sotto attacco quotidiano da parte dell’esercito di Tel Aviv. I sionisti stanno compiendo un vero e proprio genocidio in quelle terre, contro la popolazione locale e le infrastrutture di base, per rispondere all’azione di Hamas del 7 ottobre 2023 in cui 1200 cittadini israeliani hanno perso la vita e circa 250 sono stati presi in ostaggio.
Da quella data si contano più di 50 mila morti tra la popolazione gazawi, di cui un gran numero è rappresentato da donne e bambini, ma anche la distruzione sistematica di ogni tipo di supporto per rendere la piccola lingua di terra al confine con l’Egitto praticamente invivibile per i palestinesi. Al contempo a ogni ente internazionale, che avrebbe il permesso di entrare nella Striscia per portare aiuti umanitari alla popolazione, non viene concesso il lasciapassare, lasciando persone di ogni età e genere a morire di fame fra le strade di Gaza.
Poche settimane fa in Italia si è festeggiato l’ottantesimo anniversario della Liberazione del Belpaese dall’occupazione nazi-fascista. È stato un 25 aprile molto sentito e partecipato che ha portato in piazza migliaia di persone di ogni età ed estrazione sociale nonostante la richiesta di festeggiare con sobrietà tale avvenimento, vista la scomparsa di papa Bergoglio e i 5 giorni di lutto nazionale imposti dal governo (questo lungo periodo di lutto non era mai stato concesso finora tenendo conto della laicità garantita dalla nostra Costituzione ma questo è un altro paio di maniche”).
Oltre alla rotondità dell’anniversario sono state molte le iniziative in gran parte dello Stivale che non hanno mancato di citare anche un’altra situazione che, per molti, rappresenta un vero e proprio caso di Resistenza dell’epoca attuale: quella del popolo palestinese della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, contro il genocidio messo in atto dal governo sionista di Tel Aviv.
La Resistenza partigiana in Italia infatti, nonostante si provi a descriverla come un qualcosa messa in atto dai soli comunisti, è un movimento che interessò e distrusse la vita di moltissimi ceti sociali che, in alcuni casi temevano assai la falce e martello sulla bandiera rossa.
“Dove prima si vendeva la droga, oggi si spacciano libri”. È questo l’incipit sul sito collegato a Garrincha Edizioni, piccola casa editrice indipendente legata a un territorio non certo facile come quello Scampia a Napoli.
Il progetto editoriale che nasce dall’incontro tra Rosario Esposito La Rossa editore e libraio, o meglio “spacciatore di libri” di Scampia e Giovanni Salomone, direttore editoriale.
“Ci è venuta la fascinazione, l’idea suggestiva di poter dire qualcosa sul calcio in un certo modo. Come obiettivo non abbiamo la cronaca ma l’atmosfera, quello che ruota intorno a questo sport che spesso è spettro di storie, di situazioni, di mondi. Vogliamo raccontare attraverso il calcio” queste le parole dello stesso Salomone.