Rinunciare al denaro fa sempre notizia, specie quando lo si fa in nome della...
Per l’undicesima stagione consecutiva il calcio maschile dell’ASD Atletico...
Il prossimo 7 ottobre sarà passato un anno dall’inizio della guerra a Gaza...
L’uscita di scena è cinematografica. Il palazzetto che esplode e Mijaín...
Tutto è cominciato con la cerimonia di apertura. Con la follia e le accuse...
“Julien ci ha lasciato ieri. Siamo devastati...”. È un post laconico quello...
Rinunciare al denaro fa sempre notizia, specie quando lo si fa in nome della morale.
Se uno come Ole Saeter centravanti di peso del Rosenborg ha declinato l’offerta di 850 mila euro dal Maccabi Haifa, il minimo che si può fare è dedicargli un plauso per essere andato controcorrente.
Le ragioni del rifiuto dell’attaccante norvegese classe 1996 al suo trasferimento in Israele non sono però ascrivibili alla proposta economica del club: “Anche se mi offrissero 500 milioni, non mi unirei comunque a un club israeliano” ha dichiarato Saeter. Parole forti in un mondo, come quello del pallone, che ha visto chiudere gli occhi a molti atleti davanti a ingaggi faraonici.
Per l’undicesima stagione consecutiva il calcio maschile dell’ASD Atletico San Lorenzo si è presentato ai ranghi di partenza del campionato federale di categoria. La seconda.
Non sarà il paradiso ma è certamente qualcosa di importante per una società come l’Atletico San Lorenzo nato dalle spinte del quartiere, maturato nell’idea economica dell’azionariato popolare che rende tutti i soci padroni del destino di questa cosa bella che è lo sport popolare.
Il prossimo 7 ottobre sarà passato un anno dall’inizio della guerra a Gaza condotta dal governo di Tel Aviv. L’operazione dell’esercito sionista, che sta attuando un vero e proprio genocidio, non ha risparmiato niente e nessuno.
Oltre ai più di 40 mila morti palestinesi lasciati sul campo, i soldati israeliani stanno distruggendo anche numerose strutture fondamentali per una sopravvivenza della popolazione di Gaza e della Cisgiordania. Dalle condutture per l’approvvigionamento dell’acqua potabile fino alle autostrade, passando per gli ospedali che così non hanno la possibilità di prestare soccorso ai numerosi civili feriti, la terra di Palestina sta subendo una vera e propria distruzione a 360 gradi.
L’uscita di scena è cinematografica. Il palazzetto che esplode e Mijaín López Núñez al centro della materassina che si toglie le scarpe e si inginocchia commosso.
Il gesto emblematico ha un significato: l’atleta cubano di lotta greco-romana si ritira dalle competizioni. Ma lo fa dopo aver scritto la storia ed essersi aggiudicato il quinto oro individuale in cinque edizioni olimpiche. Pechino e Londra nei 120 kg e Rio, Tokyo e Parigi nei 130 kg.
Mai nessun atleta, in nessuna disciplina sportiva, era riuscito in un’impresa simile. E farlo a 41 anni nella lotta – una delle specialità più usuranti e dure da un punto di vista fisico, dove esplosività ed età anagrafica sono un fattore determinante – rende tutto ancora più incredibile ed epico.