“Julien ci ha lasciato ieri. Siamo devastati...”. È un post laconico quello...
“Questa città ribelle e mai domata, dalle rovine dai bombardamenti”: recita...
Il 30 maggio è una data che, per i tifosi della Roma, evoca due tremende...
A Roma ci sono alcune figure che, in un modo o nell’altro, rappresentano il...
Grandi risultati per questo finale di stagione per lo sport popolare...
Il gioco del calcio a volte è strano. Anche quando si parla di un evento...
“Julien ci ha lasciato ieri. Siamo devastati...”. È un post laconico quello della Brigada Flores Magon. Cui segue poco dopo Le Saint Sauveur, famoso bar-ritrovo della Parigi antifascista a Ménilmontant: “Julien ci ha lasciato ieri. Non abbiamo parole...”.
E il Julien in questione è Julien Terzics, fondatore del locale, batterista della Brigada, storico compagno e membro dei Red Warriors, una delle crew antifasciste più iconiche di tutti i tempi.
Una scomparsa che sembra uno scherzo beffardo del destino in una settimana cruciale per la Francia, con il Rassemblement National – la nuova veste “socialmente” accettabile del Front National – primo partito del paese, ma purtroppo non lo è.
“Questa città ribelle e mai domata, dalle rovine dai bombardamenti”: recita così una strofa del più importante canto partigiano legato al periodo della Resistenza romana al nazi-fascismo. Questo evento storico coprì un lasso di tempo che va dal 10 settembre 1943, poche ore dopo la firma dell’armistizio tra la monarchia italiana e gli anglo-americani, fino al 4 giugno 1944.
Martedì 4 giugno 2024, cadrà l’ottantesimo anniversario dalla fine di quei fatti. Un periodo che la Città Eterna ricorda con particolare commozione.
A cadere nelle mani degli occupanti tedeschi e dei loro collaborazionisti fascisti furono infatti persone di numerose etnie e appartenenti a differenti classi sociali. In quel periodo si verificò anche la più importante rappresaglia che le truppe tedesche commisero nei confronti della popolazione locale di una città occupata: l’Eccidio delle Fosse Ardeatine, datato 24 marzo 1944.
Il 30 maggio è una data che, per i tifosi della Roma, evoca due tremende ricorrenze. In questo giorno del 1984 la squadra giallorossa, guidata dal barone Liedholm e con in campo alcuni personaggi come Falcao, Di Bartolomei, Ancelotti e Pruzzo, perdeva la sua unica finale della Coppa Campioni.
Il destino fu ancora più beffardo visto che la partita si giocò allo stadio Olimpico di Roma e tutta la parte della Città Eterna giallorossa si era mobilitata per quell’evento. Il match si concluse ai rigori con la vittoria, per 4-2, degli inglesi del Liverpool guidati da Joe Fagan.
A Roma ci sono alcune figure che, in un modo o nell’altro, rappresentano il romanismo nella sua assenza. La più grande, anche se per questioni anagrafiche non ho mai avuto il piacere di veder giocare, è stato Agostino di Bartolomei, di cui il prossimo 30 maggio cadrà il 30esimo anniversario dalla tragica morte.
Altro personaggio che si può descrivere come esempio di vero e proprio romanismo è Claudio Ranieri che, poche ore fa, ha annunciato il suo addio definitivo al mondo del calcio. Il tecnico testaccino, alla veneranda età di 73 anni, ha portato a termine la sua ultima impresa: la permanenza del Cagliari nel massimo campionato di calcio anche per il prossimo anno.