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Poco più di un anno fa ci trovavamo a tirare le somme di quella che è stata la stagione più trionfale finora per tutto il movimento del calcio popolare (con ben 7 campionati vinti nel calcio maschile, due campionati femminili e uno di calcio a cinque) che coincideva con uno dei momenti più tristi e depressi per il calcio italiano, culminato nell’inopinata esclusione della nostra nazionale dai Mondiali russi e da grottesche discussioni, o sarebbe meglio dire aspri contraddittori, a mezzo tv (rigorosamente a pagamento) tra gli esteti e gli utilitaristi del calcio, col discorso che inevitabilmente andava a premiare chi vince, perché “chi vince ha sempre ragione”, come alla fine funziona ovunque ed emerge anche dalle ultime elezioni europee.
La Conmebol, la Confederazione sudamericana del calcio, organismo equivalente alla nostra UEFA, ha deciso di sanzionare con una multa di ben 30.000 dollari (che verranno detratti dai successivi introiti derivati dai diritti televisivi) il Deportivo Palestino.
La sanzione è stata comminata perché durante la partita di Copa Libertadores dello scorso 2 aprile giocata al Monumental contro i peruviani dell’Alianza Lima, il club avrebbe veicolato dei messaggi politici, trasgredendo così il regolamento della stessa confederazione, che proibisce di mescolare la politica al calcio, riferendosi nello specifico all’articolo 7.2 comma E in cui viene affermato che non si può “utilizzare un evento sportivo per eseguire dimostrazioni di carattere extra-sportivo” e il 13.2 comma D che punisce “l'uso di gesti, parole, oggetti o altri mezzi per trasmettere qualsiasi messaggio inadeguato ad un evento sportivo, soprattutto se si tratta di natura politica, offensivo o provocatorio”.
Due titoli in tre giorni, e il finale di stagione che le ragazze in grigionero sognavano si è realizzato nel migliore dei modi. Alla seconda stagione di questo progetto, si può dire che portare il “modello Lebowski” anche nel mondo del calcio femminile si sta rivelando una scelta vincente, con potenzialità future addirittura dirompenti. Siamo infatti in un periodo in cui il calcio femminile è molto “spinto” a livello mainstream, le grandi società del nostro pallone stanno iniziando a fare investimenti importanti, e anche a livello mediatico l’attenzione è aumentata, addirittura Sky trasmetterà per intero i Mondiali che stanno per iniziare. In questo quadro, che sicuramente presenta anche degli aspetti positivi, è però anche necessario portare la propria esperienza e la propria particolarità: “sviluppo” del calcio femminile non può far rima solo con soldi e sponsor, campionesse strapagate, regine del gossip e così via. Le cose che non ci piacciono del calcio “dei padroni” al maschile, difficilmente ci piaceranno applicate al femminile. E allora ecco che questo magico double delle ragazze di mister Morrocchi, oltre che meraviglioso, diventa anche molto importante e pieno di significati.
San Giovanni Rotondo dista ben 559 km da Reggio Calabria, punta estrema della nostra penisola (volendo arbitrariamente escludere la Sicilia), eppure la località nota più che altro per Padre Pio e il business che la sua figura ha comportato (a quanto pare così redditizio da poter permettersi di “comprare” l’arrivo di una tappa per la modica cifra di 180.000 euro, grazie anche all’istituzione di una tassa di soggiorno che rimpinguerà le casse dell’amministrazione locale), sede designata dell’arrivo della sesta tappa del centoduesimo Giro d’Italia, sarà il punto più a sud della “Carovana Rosa”; una corsa ciclistica nazionale che nonostante si dimostri attenta al simbolismo e alle celebrazioni (dal passaggio a Vinci in occasione dei cinquecento anni della nascita di Leonardo, al passaggio tra Cuneo e Pinerolo per celebrare i settant’anni dell’epica impresa di Coppi) di fatto esclude dal suo percorso almeno un terzo del territorio italiano, per la precisione sette delle venti regioni che compongono la nostra nazione.