Fiumi di inchiostro sono stati versati da tutta la stampa mainstream italiana sui fatti di mercoledì 18 e giovedì 19 febbraio a Roma, quando l'attenzione dell'intera città e di tutta Italia è stata catalizzata dalle scorribande dei tifosi del Feyenoord nelle piazze del centro di Roma. Leggendo i titoli dei giornali si è portati ad immaginare uno scenario apocalittico, secondo solo all'incubo di uno sbarco dell'Isis sulle nostre coste: “Hooligans devastano la città”, “I nuovi barbari distruggono Roma” e così via, in una avvincente gara a chi dipinge il quadro più drammatico e sensazionalistico. Il principale motivo di scandalo è il danneggiamento della fontana di Bernini a Piazza di Spagna, nota come la Barcaccia. Un fatto grave, senza dubbio. Ma la somma dei danni materiali si limita a questo: qualche centimetro di marmo di questa storica fontana, qualche vetro di automobile danneggiato durante la fuga dalle cariche della polizia, qualche danno ai mezzi dell'Atac che, dopo le cariche, trasportavano gli olandesi verso lo stadio. Insomma, per parlare a ragion veduta di città devastata, violentata e traumatizzata per sempre, sembrerebbe volerci ben altro.
Una città sopravvissuta alle calate dei barbari, quelli “veri”, al Sacco di Roma dei Lanzichenecchi e ai bombardamenti alleati nella seconda guerra mondiale, non dovrebbe certo aver problemi a dimenticare presto una manciata di ore di turbolenze causate da giovanotti esuberanti dall'elevato tasso alcolico. Peraltro le stesse gallerie fotografiche dei giornali che parlavano di violenze inaudite erano piene soltanto di bottiglie vuote lasciate ovunque, cartacce e immondizia, aloni di urina negli angoli della piazza, oltre ovviamente alle schegge di marmo della Barcaccia. Da una città devastata dai barbari mi sarei aspettato almeno vetrine sfondate, roghi ovunque, negozi saccheggiati, e invece niente. Sia nella serata di mercoledì a Campo dei Fiori che nel pomeriggio di giovedì a Piazza di Spagna lo scenario è quello di una rumorosa e alcolica festa, come può testimoniare chi era presente. Certo, il comportamento di qualche migliaio di tifosi in trasferta non è quello di un gruppo di boy scout in escursione, e oltretutto tra i tifosi olandesi spiccano per protagonismo gli SCF Hooligans, una delle firm più esuberanti e temibili d'Europa già da molti anni, con buona presenza di estremisti di destra tra le loro file. Ma l'attitudine con cui la tifoseria era sbarcata a Roma non sembrava certo bellicosa, tanto che fino a prova contraria non ha mai cercato lo scontro, così come del resto non lo hanno cercato gli ultras autoctoni. Le scene mostrate da tutti i video che si trovano in rete parlano chiaro: una piazza rumorosa, sporca e molesta (ma solo a parole) viene circondata dalla polizia in assetto antisommossa e caricata brutalmente, indiscriminatamente, in pieno stile “polizia italiana”. Sono decine le teste spaccate a casaccio e i fermi, di cui 6 saranno tramutati in arresti. Ovviamente parte della piazza reagisce lanciando quello che si trova tra le mani, principalmente bottiglie di vetro, del resto a quanto pare l'essere umano, come tutti i suoi colleghi animali, è provvisto di istinto di autodifesa. Anche i (limitati) danni successivi ad auto ed autobus si inscrivono nei normali “effetti collaterali” di un'azione violenta di polizia, che tra le sue principali conseguenze ha sempre quella di creare panico e far perdere la lucidità a tutti coloro che sono coinvolti.
Quindi la responsabilità di tutto questo delirio è da attribuire alla tanto sbandierata “follia” di hooligans che girano per l'Europa assetati di sangue? Direi proprio di no. La sterile polemica tra il sindaco Marino e il questore non deve oscurare le enormi responsabilità che entrambe le parti in causa hanno in questa vicenda. Innanzitutto la malsana tradizione di consegnare Piazza di Spagna per l'intero pomeriggio alle tifoserie europee in trasferta, cosa che avviene praticamente sempre: se ci teniamo tanto al nostro patrimonio artistico, magari basterebbe organizzare altri punti di ritrovo meno preziosi e fragili, del resto Roma è grande. Se poi nel punto di ritrovo venissero montati secchi dell'immondizia e bagni chimici, si potrebbe almeno mettere alla prova il senso civico degli hooligans dando loro la possibilità di scegliere dove riporre i loro rifiuti. Invece, niente. Ma il premio nonsense lo vince, come spesso accade, la polizia: prima permette il raduno di migliaia di ubriaconi senza alcun tipo di controllo, filtraggio e gestione, poi una volta radunati tutti lì li circonda e li pesta a sangue. Applausi. Elencare qualche “via di mezzo” con cui si potrebbero gestire situazioni del genere appare come regalare le proverbiali “perle ai porci”. Ad esempio istituire dei prefiltraggi nelle piazze del centro, con agenti in assetto “tranquillo” (per capirci senza casco, dialoganti e possibilmente non strafatti di anfetamine) che non fanno entrare le bottiglie di vetro, oppure si avvicinano a chi sale sui monumenti o piscia dappertutto dicendo “signore, questa cosa non si può fare, se continua saremo costretti ad intervenire”. Anche in caso di intervento più massiccio, c'è modo e modo: chi viene dal nord Europa rimane particolarmente colpito dal fatto che da noi la polizia arriva e carica senza preavviso, ovvero senza annunciare con gli altoparlanti che se la situazione non si calma entro qualche minuto partirà la carica. Insomma, le cose potrebbero essere gestite molto diversamente, se si volesse. Il problema è proprio che non si vuole, o meglio, che si vuole proprio che le cose vadano così: la polizia massacra e arresta, i media criminalizzano e mistificano la realtà, a pagare sono gli ultras, ma in questo caso semplicemente chi decide per qualche ora di viversi una piazza a modo suo. Un altro motivo di polemica è stato il danno lamentato dai commercianti che hanno dovuto chiudere le attività: se la prendessero con la polizia che li ha costretti a chiudere e a rinunciare alle migliaia di euro che una simile folla gli avrebbe fatto guadagnare. Non sono stati infatti segnalati saccheggi e ruberie, neanche la prima sera a Campo dei Fiori. Ubriachi sì, ma pagavano tutto. Insomma, la sensazione è che se fossero stati lasciati fare, questi terribili hooligans avrebbero cantato e sporcato un altro po' e poi sarebbero andati allo stadio. Per le bottiglie vuote e le chiazze di urina, qualche mezzo dell'Ama sarebbe stato più che sufficiente. Per quanto riguarda il marmo della Barcaccia, purtroppo statistica vuole che su qualche migliaio di persone sia inevitabile la presenza del testa di cazzo di turno che trova divertente sfregiare un monumento di marmo. È successo varie volte anche con ubriaconi dal passaporto italiano in cerca di un brivido del sabato sera.
Proprio a questo proposito, è necessario un cenno sul concetto di “barbarie e civiltà”. I giornali nei giorni successivi hanno fomentato l'”italiano medio” a scagliarsi contro il “barbaro invasor”, tirando addirittura in ballo l'Impero Romano e una nostra presunta superiorità razziale. Il fatto che a livello di generico senso civico noi avremmo qualcosa da insegnare agli olandesi fa scompisciare dal ridere, basti pensare allo spettacolo offerto dal turista italiano medio in visita ad Amsterdam, ma in generale direi che da questo punto di vista ci facciamo valere in tutto il mondo. L'altra cosa che salta all'occhio è l'improvvisa e miracolosa riscoperta dell'amore per il nostro patrimonio artistico e culturale. Nel paese dei tagli alla cultura, della vendita del patrimonio pubblico, dell'incuria che lascia cadere metri di mura a Pompei, della speculazione edilizia che arriva a costruire palazzi fin dentro la Valle dei Templi di Agrigento, l'arrivo degli hooligans fa diventare tutti quanti cultori della storia dell'arte. Sarei curioso di sapere quanti di coloro che hanno sbraitato su facebook contro la “barbarie” hanno scoperto l'esistenza della Barcaccia proprio grazie alla calata degli olandesi. Non ricordo di aver visto la stessa indignazione popolare per tutti i misfatti elencati qualche riga sopra.
In definitiva, ormai anche questa è passata, e come da buona tradizione italica si sbraita molto nei primi giorni, ma poi si dimentica in fretta e si va avanti senza cambiare nulla. Per una cosa sicuramente possiamo ringraziare i circa 5mila tifosi olandesi: per aver svelato una volta di più quanta ignoranza e ipocrisia regnino sul nostro paese, anche se la speranza che possiamo ricavarne qualche lezione per il futuro sembra prossima allo zero.
Matthias Moretti