Domenica 13 marzo, a Istanbul si è disputata la Coppa della Resistenza a cui hanno partecipato lo Spartakistanbul, una squadra mista della “Lega Efendi” * e della “Lega Gazoz” **, l'Istanbul United, il Karadolapspor, e i nostri amici ateniesi dell'Asteras Exarchion che si sono aggiudicati la vittoria finale del torneo battendo in finale il Karadolapspor per 4-2.
Ma al di là del risultato sportivo, ciò che è stato realmente importante è il messaggio simbolico di questo torneo che ha visto presenti squadre di due città e realtà europee così speculari come quella turca e quella greca unite dal medesimo messaggio riportato nel comunicato stampa dell'organizzazione: “Il calcio è bello per le strade non sul mercato azionario” che si poneva l'obiettivo di combattere il calcio business, il razzismo, il sessismo, il fascismo le espressioni di odio, e tutti i tipi di discriminazione, rilanciando allo stesso tempo progetti di unità, pace, amicizia e fratellanza, e di resistenza ai processi capitalistici capaci di crescere e diffondersi col tempo.
Ma purtroppo Atene e Istanbul sono state unite anche dall'aver avuto come simboli delle proprie proteste recenti, due giovani vittime uccise dalla violenza di stato: Alexis, morto ad Atene nel 2008, e Berkin, ucciso dopo 269 giorni di coma per gli scontri avvenuti durante le giornate di rivolte del Gezi Park a Istanbul nel 2013. È stato proprio l'incontro simbolico tra i compagni di Alexis e quelli di Berkin ad aver suggellato questo torneo che giunge dopo la precedente trasferta ateniese dello Spartakistanbul che ha gettato le basi per la realizzazione di questo progetto ponte tra due nazioni i cui rapporti non sono mai stati idilliaci, con la speranza che ci saranno molte altre edizioni negli anni a venire, tant'è che i greci dell'Asteras Exarchion hanno già detto che torneranno nelle prossime edizioni, anche qualora non dovessero giocarvi.
Di seguito il profilo delle squadre partecipanti e l'intervista a Cayan Dursun, il presidente del Karadolapspor nonché dissidente del regime di Erdogan, e al capitano dello Spartakistanbul, riportate dal portale bianet.org/
Karadolapspor: per quanto la storia del Karadolapspor risalga fino al 1974, esso è stato ufficialmente inaugurato nel 2009. Si tratta di un club “diverso” che è integrato con il suo quartiere, e non rimane indifferente alle questioni sociali. Il Karadolapspor è un club “alternativo” e inviso allo Stato e alle altre istituzioni per la sua connotazione fortemente di opposizione al regime, che l'ha messo al giorno d'oggi di fronte al pericolo di perdere il suo stadio a causa dei piani di gentrificazione.
Spartakistanbul: fondata da un gruppo di giovani che dicono di essere “catturati dal fuoco della libertà accesa da Spartaco 2000 anni fa”. I fondatori erano studenti che sono stati coinvolti nel movimento studentesco del 1989 e che coordinarono il successivo movimento del 1995. Il team auspica una presa di posizione contro il nazionalismo, le discriminazioni, e difende fair-play e mondo libero.
Gazoz* League: organizzazione che non permette al giocatore licenza attiva. L'organizzazione con lo slogan “Il calcio è bello per le strade, non sul mercato azionario” si oppone al calcio business alle discriminazioni di qualsiasi tipo e a ogni discorso portatore di odio. Gazoz significa Soda, è un termine ampiamente usato come metafora per essere somministrato alla squadra vincente alla fine dei giochi, per lo più giocati per le strade, a causa del suo basso prezzo. Si tratta di un riferimento al desiderio per il calcio di restare genuino.
Efendi** League: fondata sull'idea che il calcio è sempre e soltanto divertimento, anche se adesso è diventato “industrializzato” e strumentalizzato per scopi diversi, e anche accusato di essere diventato nel tempo “oppio per le masse”. Efendi significa “persona gentile”.
Mentre per quel che riguarda l'Asteras Exarchion ci permettiamo di rimandarvi al nostro articolo dello scorso Giugno, “La stella di Exarchia”.
Come è nata l'idea di organizzare questo evento?
Ci siamo andati [a piazza Exarchia] due anni fa e abbiamo chiesto loro di venire qui. Abbiamo preso in considerazione una Coppa della Resistenza nel ricordo di Berkin (Elvan) e Alexis (Grigoropulos). Spero che diventi un evento tradizionale, il nostro sogno è quello di crescere sempre di più.
Come pensate di espanderla?
Stiamo progettando di espanderla combinando il calcio e l'attivismo con le squadre alternative provenienti dall'estero.
Ci sono alcuni club nella vostra mente?
Ci sono alcuni club in Turchia, poi c'è lo Spartak Lecce. C'è il Mondiale anti-razzista a Bologna. Cercheremo di partecipare in questo momento. Il nostro obiettivo è quello di organizzare un torneo su scala molto più grande.
Questa struttura, per quanto ho capito, non è contro solo il calcio industriale; include anche un discorso contro espressioni di odio, il razzismo, il sessismo ...
Credo che questo sia l'accento principale. La Coppa della Resistenza detiene infatti una posizione contro di calcio industriale, ma soprattutto contro il razzismo, i danni ambientali, espressioni di odio. Il nostro obiettivo è di creare punti di resistenza contro il capitalismo.
Si possono già avvertire dei riconoscimenti per questi sforzi, che tipo di feedback avete ricevuto?
Sì e no. No perché è molto difficile ricevere riconoscimenti immediati. Prima di tutto, il gioco ha bisogno di essere democratizzato, a volte trascurando il gioco stesso. Questo richiederà tempo, abbiamo bisogno di essere insistenti e testardi, su questo punto. Credo che i punti di resistenza verranno creati come risultato di questa insistenza. Abbiamo capito che in una certa misura si potranno realizzare con la Gazoz League e l'Efendi League
A quale livello è la partecipazione delle donne?
Ora le donne stanno giocando nei nostri campionati. Ce ne sono tre o quattro in Efendi League, e quattro o cinque in Karşı League. Ci saranno donne in Gazoz League il prossimo anno. Il fenomeno è in aumento ogni anno.
Non si verificano problemi di demotivazione in questo processo?
Naturalmente, per esempio, tutta la stampa dissidente avrebbe dovuto essere qui. Questo è un circuito organizzativo molto prezioso. I circoli sociali di opposizione del paese devono dimostrarsi più interessati in merito.
Credo che sia necessaria una maggiore radicalizzazione, dovrebbe essere spostato lontano dal calcio mainstream. Per esempio, anch'io ero un fan del Beşiktaş, e ancora lo seguo, ma ora io sono un fan dello Spartak e dell'Asteras Exarchion. Questo è davvero difficile, tutti noi ci sentiamo ancora attaccati alla nostra identità passate di tifosi, ma siamo in grado di farlo.
Dato quello che hai detto, possiamo dedurre che abbiamo bisogno di passare da tifosi di club a tifosi del calcio in sé?
Si, esattamente. Creiamo i nostri club, diventiamone tifosi. Cerchiamo di competere, ma anche di rendere questo concetto significativo. Cerchiamo di vincere, vogliamo vincere, ma dobbiamo anche produrre risposte adeguate a come lo facciamo. Vogliamo fare una rivoluzione, perché non dovremmo desiderare di vincere? Tuttavia, saremo etici. Quindi, possiamo costruire una vera e propria campagna di sostegno per progetti ben più ampi.
Dursun: “Il calcio meraviglioso in strada, non quotato in borsa!”
Cayan Dursun, il Presidente della Karadolapspor che ha problemi con le amministrazioni locali e la federazione a causa della sua posizione dissidente, sottolineano l'importanza della protesta di Gezi Park.
“L'organizzazione è stata importante in termini di solidarietà tra i popoli. È importante aumentare tali voci nel paese, però, credo che questo processo sia iniziato con le proteste di Gezi. Questa sfera abbandonata dalla sinistra è stata occupata in seguito ai tumulti del parco. Ci sono esempi come il nostro, ma credo che debbano ancora aumentare”.
Pensi che siano in aumento?
“Ovviamente. In particolare, quelli che sono stati in silenzio fino ad ora hanno cominciato a esprimersi, in modo da formare gruppi di tifosi. Si tratta di una sfera aperta per l'espansione e si sta gradualmente espandendo, ma non dobbiamo rinunciare alla lotta!”
Giuseppe Ranieri