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Er primo amore

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Di cosa si parla quando si parla di calcio, e più in generale, di sport popolare? Spiegare non è facile, eppure tutto ciò che è difficile da dire – prendiamo, per esempio, l’amore – è proprio ciò che con più forza ci è successo di “sentire”. Per questo, in un ideale mosaico delle spiegazioni sul cuore popolare dello sport, non può mancare “Er primo amore”, una bella poesia scritta da un nostro compagno e lettore, Alessio Quercioli Lanzalonga da Civitavecchia.

 



Er primo amore



Uscivo de casa cor pallone sotto braccio
‘e scarpe mezze rotte...
«dopo me l’allaccio».
Alle quattro tutti ar prato, do c’avevamo ‘a punta,
le porte coi giacchetti e facevamo ‘a conta.

Belli, forti, onesti e tutti ‘n po’ schierati
l’urtimo era er Ciccio coi piedi fucilati.

Quanno che era freddo e nun eravamo tanti
quattro contro quattro i portieri so’ volanti,
cor sole e cor sudore s’annava a’ fontanella,
e si era para e patta poi se faceva “a bella”.

Da lunedì a domenica la trama nun cambiava
er fiato era sospeso, er Tango rimbarzava,
ar primo tiro storto quarcuno scavarcava,
non ce fregava gnente si la vecchia baccaiava.

Mo semo cresciuti e i ricordi so’ lontani
de quanno palleggiando sognavamo quei titani,
mo er pallone è zozzo, troppi sordi e troppi guai
ma alla fine er primo amore... se sa, ‘n se scorda mai!



Alessio Quercioli Lanzalonga – Civitavecchia (Roma)

 

Dettagli
Scritto da Super User
Categoria: Fuori dal campo
Pubblicato: 31 Maggio 2016
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