Ogni due anni ad Amburgo gli Ultras del Sankt Pauli organizzano l'antira, il torneo delle tifoserie antifasciste (https://www.facebook.com/antirastpauli/?fref=ts). Una tre giorni di sport, aggregazione, dibattiti e musica in cui si ha l'opportunità di condividere esperienze con i militanti antifascisti delle curve di tutta Europa e non solo. Noi del Quartograd abbiamo partecipato insieme alla rete di Rebel Ultras (https://www.facebook.com/RebelUltras/?fref=ts) di cui facciamo parte ormai da diverso tempo ormai. L'accoglienza e l'organizzazione dell'evento che si è svolto all'interno dello stadio Millerntor sono state veramente impressionanti. Per gli ospiti sono stati montanti dei tendoni con letti da campo che venivano divisi tra le varie tifoserie. Noi siamo stati con i Bohemians di Praga e con gli amici Ultras Inferno dello Standard Liegi e Gate 9 dell'Omonia di Nicosia. I bagni e le docce dei giocatori erano stati messi a nostra disposizione. Può sembrare un dettaglio secondario ma non è così. La cosa che impressiona di più dell'antira è vedere che lo stadio del Sankt Pauli appartiene totalmente ai suoi tifosi e viene messo a loro totale disposizione. Dai bar e le cucine (con piatti per tutti dai carnivori ai più incalliti vegani), ai bagni e fino al campo che era stato diviso in tre per il torneo di calcio a 7 che si è svolto nei tre giorni, i tifosi erano i veri padroni. Si potrebbe immaginare una cosa del genere al San Paolo di Napoli, all'Olimpico di Roma o in un qualsiasi altro stadio italiano?
Ogni gruppo ultras aveva a disposizione uno spazio per un banchetto dove scambiare o vendere ogni tipo di materiale: sciarpe, maglie, adesivi, fanzine e quant'altro. Nel corso delle tre giornate sono state organizzate attività di ogni tipo: dibattiti sulla tessera del tifoso o sull'accoglienza dei rifugiati, un tour in un campo di concentramento, mostre sul calcio al tempo del nazismo, esibizioni di graffiti e anche l'incontro con un sopravvissuta al Terzo Reich. Non è mancata naturalmente la musica tra il bar dello stadio e il mitico Jolly Roger. Il sabato pomeriggio tutti i tifosi si sono riuniti insieme sugli spalti per la foto di gruppo, gli striscioni e i colori dei diversi gruppi ultras si sono mescolati come si sono mescolati i cori e ognuno cantava quelli lanciati dagli altri. Il più emozionante è stato sicuramente “Siamo tutti antifascisti”, cantato in italiano da tutti. Come in italiano erano tanti striscioni, adesivi e magliette, con scritte come “ultras liberi” o “diffidati con noi”. L'Italia è ancora vista come la patria del movimento ultras e da tutti presa ad esempio.
Dopo la foto si è partiti tutti insieme per un corteo nelle strade della città, aperto dallo striscione “Fußballfans gegen Homophobie”, cori e fumogeni non si sono mai fermati per tutto il percorso dallo stadio al centro sociale degli Ultras Sankt Pauli, il Rote Flora, dove hanno suonato Big Banders, The Oppressed e Banddog/Killa Instict.
Più che lo sport e i dibattiti quello che arricchisce di più di un'esperienza del genere è la possibilità di poter conoscere i militanti delle diverse tifoserie antifasciste, da quelle più conosciute come i Bukaneros del Rayo Vallecano a quelle forse meno note come i Clapton Ultras, una realtà in grande crescita, anche grazie alla Brigata Italiana. Per noi è stato una grande piacere poter conoscere ad esempio i compagni del Sakhnin, tifoseria antifascista dell'unica squadra di Israele in cui giocano in maggioranza giocatori arabi e che per questo è la squadra per cui tifano tutti i Palestinesi del Paese.
E quest'anno oltre ai gruppi ultras hanno, forse per la prima volta, hanno partecipato anche alcune squadre del calcio popolare. Oltre a noi del Quartograd c'erano gli Antifa Bergamo e i White Angels di Zagabria. Il prossimo appuntamento è per il torneo Alerta, riservato però solo ai membri del network, che si terrà l'anno prossimo a Tel Aviv, ospitato dagli ultras dell'Hapoel. E poi tra due anni si ritorna ad Amburgo per un nuovo antira.
Ufficio stampa ASD Quartograd