Questo finale di stagione ci sta regalando gli ennesimi capitoli bui per il nostro calcio. Abbiamo già parlato dello scandalo che ha coinvolto Lotito riguardo alla sua avversione per la promozione delle squadre “provinciali” in serie A, così come delle boutades razziste di alcuni esponenti di spicco del nostro calcio. Nelle ultime settimane abbiamo assistito a due casi di simile natura, concentrati nell'arco di pochi giorni.
Il primo ha visto protagonista il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti Felice Belloli (successore di Tavecchio, passato a dirigere la Federcalcio nonostante la sua uscita sui calciatori africani che “fino all'altro ieri mangiavano banane”), il quale durante un consiglio direttivo del dipartimento per il calcio femminile, di cui è responsabile, ha pensato bene di dichiarare che “basta, non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”. Subito sono fioccate da ogni parte reazioni giustamente indignate, anche da parte di personaggi non certo immuni da certe prese di posizione, come lo stesso Tavecchio. A nulla è valso il disperato tentativo di Belloli di aggrapparsi alla poltrona piagnucolando smentite (ma la dichiarazione è agli atti) e ostentando di non volersi dimettere: alla fine è stato sfiduciato dal Consiglio della sua Lega e sarà presto sostituito.
L'altro scandalo è quello, che ormai si ripete ciclicamente a distanza di qualche stagione, del calcio-scommesse, stavolta nei campionati di Lega Pro e serie D. Coinvolti come sempre giocatori, ex giocatori, dirigenti e faccendieri vari. Le indagini e i processi andranno avanti, scatenando il solito ginepraio di condanne e ricorsi, squalifiche e penalizzazioni, con il conseguente terremoto nel momento di formulare i gironi all'inizio della prossima stagione. Da notare il coinvolgimento, bisogna vedere quanto profondo, della Salernitana di Lotito, vero e proprio personaggio del momento, apparentemente desideroso di vedersi coinvolto in tutti gli scandali possibili relativi al nostro calcio.
Lasciando da parte giudizi di ordine morale, che poco ci appartengono, queste vicende meritano però una lettura analitica, e si torna sempre allo stesso punto: in un calcio del tutto asservito a logiche economiche, fatti del genere sono nient'altro che la normalità. Se l'intero sistema dei campionati deve essere funzionale solo agli interessi dei grandi club e delle pay-tv, viene da sé che verrà trascurata una reale crescita di tutto ciò che non è immediatamente remunerativo: settori giovanili, serie minori, calcio femminile, integrazione di calciatori stranieri anche a livelli medio-bassi saranno sempre aspetti non solo relegati nel disinteresse, ma anche apertamente derisi in pubblico. Anche la piaga dei dirigenti squallidi e incompetenti non nasce dal caso: ai potentati del calcio italiano fanno comodo proprio questi personaggi sciocchi e ignoranti, per definizione forti con i deboli e deboli coi forti.
Riguardo al calcio-scommesse il discorso è sempre di natura economica: negli ultimi anni siamo sempre più bombardati di pubblicità di ogni sorta di agenzia di scommesse, addirittura interi campionati hanno come sponsor ufficiale una di queste vere e proprie miniere d'oro. Nel momento in cui diventa possibile anche scommettere su categorie come la Lega Pro e la serie D, il rischio si moltiplica, in quanto i controlli sono più scarsi, gli occhi puntati sulle partite molti meno che nelle serie maggiori, e soprattutto giocatori e dirigenti non guadagnano certo milioni di euro, cosa che moltiplica la tentazione di “arrotondare” in modo extralegale. Un contesto del genere diventa ovviamente un luna park per le varie criminalità più o meno organizzate. È vero che il calcio-scommesse c'è stato anche nel passato, e anche nelle serie maggiori, ma sarebbe possibile almeno renderlo molto più complicato.
In entrambi i casi, apparentemente anche molto diversi tra loro, le polemiche non si concentrano sulle cause profonde: si punta il dito contro le singole persone, si invoca un calcio pulito con parole ad effetto, ma poi non si interviene mai alla radice, perché ciò vorrebbe dire colpire interessi troppo forti. E così Belloli se ne andrà, per poi tornare allo scoperto con chissà quale altro incarico tra un po' di tempo; in Lega Pro e serie D qualche singolo avrà la carriera compromessa, qualche squadra sarà sanzionata più o meno duramente, e la coscienza dei padroni del nostro calcio sarà di nuovo pulita per qualche mese o anno. Fino al prossimo scandalo.
Matthias Moretti