In queste tre giornate di meeting nazionale dello sport popolare, svoltosi a Cosenza tra il 21 e 23 ottobre, abbiamo conosciuto da vicino il tema della soggettività. Quella propulsiva delle compagne e dei compagni più giovani, attivi nella nostra area urbana e provenienti dalle validissime realtà che ci hanno onorato della loro presenza, accogliendo il nostro invito. A noi come a tutti e tutte le partecipanti al meeting non interessa l’altra accezione della soggettività, quella stagnante, aggrappata alle barriere invisibili di cui purtroppo i movimenti antagonisti (di cui siamo parte consapevole e responsabile) spesso si circondano. Sono le barriere dei personalismi, delle gelosie e dei linguaggi complicati che ci allontanano da noi stessi, dai soggetti sociali ai quali ci riferiamo e dai quartieri e i territori in cui si colloca la nostra presenza.
Non a caso abbiamo deciso di dedicare l’ultima riuscitissima e partecipata giornata del meeting a due questioni che toccano la dimensione dell’umano: la libertà e la salute. La libertà negata ad Alessio Abram di Ancona, da un anno detenuto, militante politico, presidente della polisportiva Assata Shakur. Alessio non è solo un sovversivo, un ultrà dell’Ancona, un ribelle, ma uno che lavora con i bambini, nei quartieri, attraverso lo sport. La sua storia è come la nostra, come quelle di tanti altri compagni e compagne che hanno abbracciato la pratica sportiva popolare in questi anni. La sua polisportiva è diventata un punto di riferimento importante nelle Marche e oltre. La sua azione sociale e politica ha richiamato l’attenzione della Digos locale. Quando finisce in carcere un fratello, non puoi rimanere indifferente. Abbiamo chiesto alle compagne di Ancona e in particolare a Silvana di raccontarci questa ordinaria storia di repressione.
Silvana ha conosciuto Alessio a Bologna. Nel frattempo, in tutta Italia le palestre popolari di cui Alessio è stato tra i promotori sin dall’inizio, sono diventate professionali, efficaci, radicate, non solo un luogo dove ritrovarsi con gli amici. Ad Ancona, centinaia di bambini hanno potuto frequentare la scuola calcio, ben distanti dalla subcultura idiota che le scuole calcio di solito diffondono, grazie anche al lavoro svolto da Alessio, dalle compagne e dai compagni che hanno creato un percorso anzitutto sociale e condiviso, il cui risultato tangibile li ha portati, come tanti altri nel resto del Paese, ad iscrivere una squadra di calcio in terza categoria. Il 13 novembre del 2015 Alessio ha ricevuto una telefonata dall’avvocato che gli diceva che lo stavano per arrestare. Alessio aveva violato per sette volte l’obbligo di firma legato al Daspo. L’ultima volta lo avevano diffidato per aver acceso un fumogeno in curva! Da sottolineare che non è mai andato allo stadio in occasione delle violazioni dell’obbligo di firma. Seguiva la squadra di calcio che ha fondato: l’Assata. Per lui come per migliaia di altri detenuti comuni e politici, il carcere è un’esperienza aberrante, disumana, priva di ogni minimo legame col principio di giustizia. Per lui e per quanti oggi sono privati della libertà, continueremo a lottare.
Delle due assemblee sono disponibili i report:
http://www.malanova.info/2016/10/21/assemblea-cittadina-meeting-sport-popolare/
http://www.malanova.info/2016/10/22/report-assemblea-nazionale-palestre-popolari/
Domenica, nell’ultima giornata del meeting, abbiamo avuto l’onore di ospitare anche il dottor Mario Verta che davanti ad un pubblico numeroso ed attento ha trattato il tema della salute nello sport, e non solo. L’importanza dell’assunzione dei liquidi e del ferro, il modello della nutrizione mediterranea, la necessità di avere cinque pasti al giorno. Questi i temi al centro delle relazioni del dottore Mario Verta e della dottoressa Rosaria Isabella. Spesso affrontiamo la pratica sportiva in maniera inadeguata, trascurando la preparazione nutrizionale da mantenere nelle competizioni e in fase preparatoria. Possono sembrare questioni estranee ai nostri linguaggi e all’agenda di quanti vivono le realtà autogestite, siano esse improntate allo sport, alla cultura o al sociale. Riteniamo però che sia arrivato il momento di farla finita con la precarietà e l’approssimazione del nostro approccio alle cose che facciamo. Questo è il primo dei messaggi che ci sentiamo di poter lanciare dal meeting. Qualsiasi attività si svolga, qualunque strumento politico, fisico o comunicativo decidiamo di adottare, richiede sforzo, sacrificio, competenza, studio. Non è più possibile pensare di poter capovolgere questo stato di cose e costruirne un altro, senza predisporci a farlo con gli strumenti che una simile impresa necessita. L’approssimazione, la ricerca di linguaggi sofisticati, l’autorefenzialità sono tra le cause principali di molti dei fallimenti degli ultimi anni. Lungi da noi la cultura degli specialismi e delle categorie separate del sapere. Ma questo non deve diventare un alibi. Nei lunghi ed intensi momenti di dibattito pubblico che in questi giorni abbiamo realizzato con i compagni e le compagne provenienti da altri territori, ci siamo resi conto dell’importanza della contaminazione dei linguaggi. Non è più possibile, per esempio, pensare che quanti praticano il calcio popolare e quelli più impegnati negli sport da combattimento abitino su pianeti lontanissimi, non si parlino, non si scambino esperienze e contenuti. Uno dei risultati tangibili delle tre giornate di Cosenza è proprio questo: palestre e associazioni del calcio popolare si sono incontrate, conosciute, confrontate. Ci riprendiamo i quartieri, il corpo, i linguaggi. Ci riprendiamo le nostre vite. E giorno dopo giorno sprigioniamo energie libere nei territori invasi dal dominio devastante del neoliberismo.
In conclusione, l’assemblea delle palestre e delle realtà popolari, tenutasi sabato scorso, ha stabilito di organizzare un nuovo incontro tra quanti hanno partecipato al meeting, e non solo, nel mese di aprile e in data ancora da stabilire. Si sono gettate utili basi per una cooperazione sul terreno dello sport popolare e delle rivendicazioni sociali che necessitano, tuttavia, di un ulteriore momento di discussione. L’idea di fondo che sembra essere accettata dai partecipanti al meeting, è quella di condividere un percorso comune di mobilitazione che possa interessare simultaneamente realtà diverse in territori lontani, pur mantenendo le specificità organizzative e politiche di ognuna. L’intento è quello di dar vita a un momento di confronto estivo sullo sport popolare, capace di intrecciare la tematica propriamente sportiva a quelle realtà e soggettività che operano al di fuori del contesto sportivo, ma che si confrontano quotidianamente con il sociale. Nelle prossime settimane cureremo la proposta di temi, contenuti e competenze da impiegare in questi incontri, provando a dare forma ad un gruppo di lavoro interterritoriale che si renda disponibile a visitare le varie strutture, qualora ne facciano richiesta, per realizzare un percorso di autoformazione.
Cosenza, 26 ottobre 2016
ASD Boxe Popolare Cosenza – ASD Brutium Cosenza – CPOA Rialzo – ASD Mediterranea
partecipanti al meeting:
Palestra popolare Quarticciolo Roma, Palestra popolare Valerio Verbano Roma, Ardita due Mari Taranto, Palestra popolare Claudio Morabito Taranto, Ideale Bari, Spartak Lecce, Smoked Heads Campobasso, Polisportiva Antirazzista Assata Shakur Ancona 2001, Palestra popolare Palermo, Palestra popolare La Fontina Pisa, Palestra popolare Corto Circuito Roma, Palestra ASD Boxe Popolare Cosenza, Asd Brutium Cosenza, CPOA Rialzo, Asd Mediterranea, Asd Denis Bergamini, Conasp.
da malanova.info