Oltre che l'andamento a dir poco incerto di un campionato spettacolare con una lotta serrata in testa, quello che in questo periodo sta particolarmente attirando gli amanti del calcio d'oltremanica e delle sue inconfondibili atmosfere è la discussione sull'introduzione (o forse sarebbe meglio dire reintroduzione...) delle “Standing areas”, vale a dire le aree riservate ai tifosi che vogliono gustarsi le partite in piedi secondo le più popolari delle tradizioni. La portata storica di tale dibattito deriva dal fatto che era dai tempi della tragedia di Hillsborough del 1989, in seguito alla quale il governo presieduto da Margaret Thatcher emanò il Football Spectators Act, decretando l'obbligatorietà dei posti a sedere, che questo argomento veniva saltato a piè pari dalle massime autorità calcistiche inglesi, tant'è che fino all'incontro del 18 novembre la Premier League non aveva mai affrontato un dibattito al proprio interno in merito.
Di per sé, l'argomento è stato affrontato in termini molto generici e rimandato ad approfondimenti futuri in cui si cercherà di coinvolgere tutte le parti in causa, ma quantomeno conferma le buone intenzioni del Presidente della FA Greg Clarke, che già in precedenza si era detto pronto a intavolare un dialogo coi ministri inglesi in merito, anche alla luce dell'esito del processo inerente proprio i fatti di Hillsborough, in cui persero la vita 96 tifosi, che ha evidenziato responsabilità nella gestione dei flussi dei tifosi piuttosto che nel settore senza seggiolini. A fargli da sponda, anche l'esempio di casi “pilota” come quello del Celtic Glasgow, i cui tifosi hanno realizzato anche un contributo video per potenziare la campagna che si sta diffondendo a macchia d'olio in tutta la Gran Bretagna e per mostrare i vantaggi (anche perché il Parlamento scozzese gode di autonomia in materia di messa a sicurezza degli impianti sportivi). Infatti da quest'anno al Celtic Park c'è un settore con 2900 posti in piedi e tale esperimento è monitorato con interesse anche dal Ministro dello Sport, Cultura e Media, Tracey Crouch, che in un'interrogazione parlamentare sulla proposta di riproporre l'esperimento anche in Inghilterra ha risposto che attualmente il governo non è ancora persuaso alla reintroduzione degli spalti in piedi ma che avrebbe osservato con cura l'esperimento scozzese.
Ma forse ancora maggiore influenza ha avuto la richiesta ufficiale da parte dell'Assemblea nazionale del Galles di chiedere al Parlamento di Westminster di ottenere l'autonomia decisionale sulla sicurezza delle strutture sportive e che, anche grazie all'adesione dei club, avrebbe designato gli stadi di Cardiff City, Swansea, Wherxam FC e Newport County per valutare gli eventuali benefici dei nuovi settori, tra cui principalmente quello di avere prezzi autenticamente popolari rendendo così i biglietti dello stadio accessibili anche ai ceti sociali più bassi e di conseguenza creare un'atmosfera più calda sui gradoni. L'obiettivo dichiarato è quello di emulare l'esempio tedesco che ha fatto da apripista e che puntualmente regala ogni domenica stadi pieni e traboccanti di passione, tutt'altra atmosfera, rispetto, ad esempio all'Olympic Stadium di Londra, nuova casa del West Ham piena di comfort, ma abbastanza “freddino” come pure riscontrato dalla stragrande maggioranza di tifosi “Hammers” e che purtroppo non è un caso isolato, ma può contare su sempre più epigoni.
A conferma di quanto sia sentita in Inghilterra l'esigenza dare ai tifosi il dritto di decidere come assistere ai match, secondo alcuni sondaggi la reintroduzione delle “Standing areas” trova il consenso di circa l'80% dei tifosi inglesi e di almeno tredici club di Premier League che si sono dichiarati favorevoli quantomeno a ridiscutere la legge, se non apertamente favorevoli: dal West Ham all'Arsenal (con Wenger in prima fila...), dal Manchester City “folgorato” dopo la trasferta di Champion's League a Glasgow, al WBA che proprio nella città scozzese manderà alcuni emissari a studiare da vino il fenomeno, passando per Chelsea, Cristal Palace, mentre club come Watford, Sunderland, Hull City, Swansea e Burnley sostengono dalla prima ora questa mozione. L'unico club, per ovvi motivi, formalmente contrario è il Liverpool, su cui pesa anche il parere del comitato delle famiglie delle vittime di Hillsborough, ma anche nella città portuale l'opinione pubblica sta abbracciando questa tesi... Il fatto che un dibattito simile si stia sviluppando nella roccaforte del calcio business, quella Premier League che da quando è nata come lega, 1992, ha di fatto ridefinito i connotati del rapporto tra calcio e TV, è molto significativo e, tralasciando degli impietosi paragoni col calcio nostrano, in cui addirittura telecronisti scafati del calibro di Boban l'anno scorso si lamentavano delle esultanze a fine partita di alcune squadre sotto la curva, rilevano che forse per poter recuperare qualche brandello di quel calcio che tutti rimpiangiamo, è necessario raschiare il fondo del barile per rendersi conto di quanto si sia perso, ma soprattutto che i tifosi quando si coalizzano su alcune tematiche riescono a farsi ascoltare e a far valere le proprie ragioni, perché non sono semplici consumatori, ma una parte essenziale del calcio e del suo spettacolo.
Giuseppe Ranieri