Il girone del Centro Storico Lebowski (Prima Categoria, Firenze) fin dalle prime battute annunciava un finale di stagione da batticuore: un equilibrio estremo, nessuna partita facile o quasi, una vera e propria ammucchiata nella zona medio-alta della classifica, con le prime che piano piano allungano lasciando aperta la bagarre per l'ultimo posto utile per i playoff. Il calendario delle scorse settimane era quindi quanto meno allettante: due trasferte sui campi delle due più dirette rivali. Oltretutto due trasferte nel vero senso della parola, in paesi ben fuori città, cosa che costringe a organizzarsi di conseguenza.
Il 19 marzo la destinazione è Dicomano, località del Mugello, verso la Romagna per capirsi. Luogo che pezzi sparsi di racconti iniziano già da prima del match a dipingere come ostile. Avevano anche un gruppo ultras o sedicente tale, ma non se ne ha più notizia da almeno un paio d'anni. In ogni caso un ambiente orgoglioso e con poca simpatia istintiva nei confronti di chi viene dalla città con attitudine esuberante. Si va in treno, una cinquantina abbondante. L'impianto è bello e moderno, ma la cosa inusuale è che la distanza dal campo è davvero notevole, c'è addirittura una pista d'atletica. La partita non si può definire bella, ma i grigioneri mostrano chiaramente di crederci e ci mettono tutta l'intensità che possono, finché un clamoroso autogol di testa li porta in vantaggio. Nell'intervallo inizia una sorta di “strategia della tensione” da parte di alcuni (pochi, per la verità, ma piuttosto determinati) dei locals, che iniziano a provocare sistematicamente sia la tifoseria che la squadra. Il tifo grigionero continua imperterrito, ma la partita si incattivisce e arriva un cartellino rosso per il Lebowski che non lascia presagire nulla di buono. Infatti pochi minuti dopo, mentre la curva è distratta dall'ennesimo fenomeno di casa che se la prende con un giocatore che si sta scaldando a bordo campo, il Dicomano pareggia, causando il definitivo exploit degli ultra-quarantenni di cui sopra. La tensione sale di qualche grado, ma intervengono quasi subito una decina di Carabinieri con tanto di casco in testa, sostanzialmente a sincerarsi che ai signori non succeda nulla. Vabbè, scene già viste. Il tifo riparte nonostante tutto, ma il destino completa la sua opera con un rigore, indiscutibile, all'ultimo secondo. 2-1 per loro. Era nell'aria. Le provocazioni continuano ma vengono ormai lasciate perdere, va detto anche che molte persone uscendo hanno invece applaudito la tifoseria e la squadra grigionera. E va bene che nel calcio “come piace a noi” non c'è l'ossessione del risultato, ma quando vai via da una partita come questa gira il cazzo. Non c'è niente da fare.
Il turno successivo, giocato di sabato sera per onorare il gemellaggio con gli Hamas Juve Stabia, vede un facile 7-0 casalingo sullo Scarperia, altra storica società mugellana caduta ora un po' in disgrazia.
Il 2 aprile è la volta di Faella, primi avamposti della provincia di Arezzo. È un vero e proprio spareggio, la Faellese occupa l'ultimo posto utile per i playoff e ha solo due punti in più del Lebowski. Pullman, stavolta, più qualche macchina, un po' di gente in più. Clima più rilassato e tasso alcolico un gradino sopra. Il campo sportivo è decisamente spartano ma a suo modo molto più affascinante di quello della trasferta precedente. La tribuna conta quattro gradoni di numero, dipinti coi colori biancoblu del club, appiccicati alla rete del campo, a un metro e mezzo dalla linea del fallo laterale. Disagiata ma decisamente “calda”. Si pone da subito il problema del posizionamento del lanciacori, prima si tenta con un bidone rovesciato che cede al primo accenno di salto, poi si procede come in foto: aggrappato alla copertura della tribuna e “seduto” in cima alla rete. Tutto sommato funziona. La popolazione locale stavolta è decisamente accogliente e osserva con bonaria curiosità un tifo che nel primo tempo, complice l'essere per forza di cose molto compatti, è davvero travolgente. Anche la partita è piacevole, anche stavolta il Lebowski sembra avere qualcosa in più, ma passano in vantaggio loro con un tap in ravvicinato. Gli ultimi 10 minuti del primo tempo però sono da incorniciare: un calcio di punizione pennellato di sinistro sotto l'incrocio fa esplodere il settore, con i giocatori che si arrampicano sulla rete da un lato e gli ultras dall'altro. Il Lebowski ci crede, la curva alza ancora il volume e poco prima dell'intervallo il delirio si ripete, stavolta dopo una deviazione ravvicinata che scavalca il portiere. Troppo bello per essere vero, infatti all'inizio della ripresa un altro calcio di rigore (anche questo sembrava poterci stare) punisce i grigioneri. Il match prosegue combattuto e scandito da un tifo costante, ma non regala più grosse occasioni. Restano il solito applauso collettivo con la squadra sotto la curva e circa mezz'ora di delirio mistico della tifoseria, sotto il temporale, sulle note della Canzone del Sole.
Peccato, perché adesso, a sole tre giornate dalla fine, è veramente dura. Due calci di rigore hanno trasformato quattro punti in uno solo. Ma in tutto l'ambiente si respira la consapevolezza di essere all'altezza: 500 soci, squadre juniores e bambini di varie fasce d'età, calcio amatoriale maschile e femminile, una curva come questa. Le soddisfazioni arriveranno ancora, e poi comunque in campo ci sono anche gli avversari. E già così, alla partita ti diverti. Tanto.
Matthias Moretti