Con ogni probabilità, chiunque di voi abbia una sorta di affinità col mondo del tifo e delle curve in particolare si sarà ritrovato, almeno una volta nella propria vita da tifoso, a dover fare i conti col divieto di seguire la propria squadra in trasferta. Specialmente nel periodo successivo alla morte dell'ispettore Raciti, quando sembrava che lo stato italiano volesse farla finita una volta per tutte col movimento ultras, questo provvedimento era diventato quasi una routine. Infatti, venne addirittura istituito un organismo apposito, il CASMS, il cui compito era proprio quello di valutare la pericolosità dell'evento e di sconsigliare o meno la partenza dei tifosi ospiti.
Nel concreto, secondo la migliore tradizione italiana, quest'osservatorio prese diverse cantonate, vietando addirittura trasferte in casa di tifoserie gemellate e venne fuori ben presto il suo vero scopo, vale a dire utilizzare il divieto di trasferta come strumento di punizione per quelle tifoserie che nelle partite precedenti si erano rese protagoniste di comportamenti non affini alla nuova svolta moralizzatrice e puritana che si voleva imporre negli stadi italiani, per seguire modelli esteri, a dire il vero più idealizzati che realmente studiati.
Oltre al danno, la beffa sopraggiungeva quando queste decisioni venivano prese pochi giorni prima della partita in questione, quando la macchina organizzativa per chi doveva affrontare il viaggio era già partita, con biglietti dello stadio o del treno già prenotati e giorni di ferie già presi. Almeno quest'ultimo scenario è stato risparmiato ai tifosi del Celtic Glasgow, i quali seppur ancora non conoscono il loro avversario nel secondo turno preliminare di Champions League, sanno già che qualora dovesse passare il turno la formazione più accreditata, il Linfield, non potranno seguire la loro squadra in trasferta.
Il sorteggio, infatti ha riservato alla formazione campione di Scozia la vincente tra La Fiorita, compagine di San Marino, e i vincitori del campionato nordirlandese, appunto il Linfield, squadra simbolo del lealismo e del protestantesimo a Belfast, a tal punto che, con l'eccezione di un tale Dessie Gordan nel 1992, la sua maglia è riservata solo ai giocatori di comprovata fede protestante e che pur non avendo un palmares particolarmente sfavillante fuori dal paese, può contare su una tifoseria piuttosto agguerrita. Il “pedigree” della tifoseria protestante è ampiamente documentato in tutta quella bibliografia specializzata nei “troubles” da stadio che è piena di riferimenti alle intemperanze dei supporters della squadra del sud di Belfast: dal “Windsor riot” del 1947, in cui a pochi minuti dalla fine del derby col Celtic Belfast i tifosi fecero irruzione sul campo ferendo tre giocatori avversari, uno anche in maniera piuttosto grave, e fecero optare i dirigenti del CB per il ritiro della squadra del campionato, alla lettera con minacce di morte inviata nel 2002 a Neil Lennon, giocatore cattolico del Celtic Glasgow che avrebbe dovuto indossare la fascia di capitano della nazionale nordirlandese, passando per i vari disordini causati nella “Setanta Cup”, il trofeo disputate dalle migliori squadre di tutta l'isola irlandese.
Come se non bastasse, a rendere ancora più complicata la faccenda sopraggiunge il fatto che la partita di andata, quella che se i pronostici del campo del turno precedente verranno rispettati si dovrebbe giocare a Belfast, si disputerà il 12 Luglio che è anche la data della marcia dell'orgoglio orangista. Il 12 Luglio del 1690, sul fiume Bruyne nei pressi di Dublino, Guglielmo III d'Orange, sostenuto dai protestanti inglesi e scozzesi, ottenne una vittoria decisiva sul re cattolico Giacomo II che era stato deposto dal Parlamento inglese nel 1688 ed aveva cercato riparo e alleanza presso gli irlandesi, a tal punto che questa data viene riconosciuta come il punto di partenza della storia dell'Irlanda del Nord. Questa marcia spesso e volentieri porta dietro di sé uno strascico di scontri e violenze non indifferente (infatti, gli ultimi episodi molto cruenti sono avvenuti non più tardi del 2015), anche perché uno dei riti preparatori è quello dei falò in cui vengono bruciati simboli e insegne richiamanti la vicina repubblica irlandese.
Alla luce di ciò, la polizia speciale nordirlandese (PSNI) e la società del Linfield hanno informato gli organi appositi, con un atteggiamento pilatesco, di non essere in grado di garantire l'incolumità per chi volesse seguire il Celtic in trasferta, facendo infuriare la società scozzese che ha deciso di non accettare nessun biglietto e informando l'UEFA di quanto accaduto. Una bella gatta da pelare per il governo europeo del calcio, calcolando che la stagione inizia ufficialmente oggi e oltre a questo caso, si ritrova a dover supervisionare altre situazioni potenzialmente incandescenti come il match Partizan Belgrado - Boducnost Podgorica, oltre che l'esordio di una squadra kosovara, il Trepca 89.
Pur non essendo la prima volta, ma anzi soprattutto nelle isole britanniche questa è una misura adottata frequentemente, l'impossibilità di poter seguire la propria squadra in trasferta rappresenta una sconfitta un po' per tutti, anche perché trattandosi di un turno a eliminazione diretta, in questo modo la squadra ospite parte da una posizione di svantaggio oggettivo non potendo contare sul supporto dei propri supporters, a maggior ragione se si tratta di una tifoseria calorosa come quella biancoverde.
Pertanto, per evitare che si consumi l'ennesima anomalia, non ci resta che tifare La Fortezza, hai visto mai che a scongiurare un ennesimo intreccio religioso sopraggiunga la squadra di San Marino?
Giuseppe Ranieri