Negli ultimi tempi abbiamo fatto incetta, e nella maggior parte dei casi con estremo gusto e interesse, di molti libri scritti sotto la forma particolare dello storyelling, ma leggere un romanzo sportivo vero e proprio ci mancava e parecchio. Colti dalla bramosia come un goleador che manca da troppo tempo dalla segnatura seppur giocando bene, abbiamo letto “La Storia Balorda” di Marco Ballestracci.
Fin dalla nostra conoscenza lo scorso anno quando presentammo a San Lorenzo “I Guardiani”, magnifico libro sui portieri di calcio, ci riproponemmo di continuare la collaborazione anche quest'anno e quando si arrivò al dunque ci disse con una punta d'orgoglio e innata modestia: “leggetevi la storia balorda il mio romanzo sul calcio, dicono, e non io, che sia il mio migliore”.
Beh, confermiamo, il libro di Marco è bellissimo. Nella forma, nel contenuto, nella sintassi e nel suo messaggio. Toccare un arco di tempo di 50 anni attraverso voci, personaggi e aneddoti del periodo più nefasto dell'umanità, partendo dal tempo, siamo nel '38, in cui il nazismo era ancora sottovalutato dagli stessi ebrei, passando per quel fascismo trionfante dei due Mondiali che sancirono nella testa dei gerarchi che l'Italia con i “figli di Mussolini” fosse veramente una nazione superiore, fino a varcare quel mondo subdolo e grondante di sangue e sparizioni che furono gli anni argentini della dittatura della giunta militare, con Mondiale vinto nel '78 annesso.
Raccontare le sfaccettature del più becero fascismo mondiale attraverso gesta sportive indelebili o vite comuni spezzate, personaggi veri, inventati o presi in prestito da mostri sacri della letteratura come Soriano, Camus, o Carlotto, è qualcosa che non solo ci piace ma ci affascina. Personalmente la lettura dei “Guardiani” mi aveva elettrizzato, un libro sui portieri che non parlava solo di numeri uno, voli e miracoli decisivi ma aveva una cura ed una attenzione anche per l'uomo che si nasconde dietro la divisa scura o colorata. Particolare fu la storia, ad esempio, di Trautman, un ex soldato della Wehrmacht che caduto prigioniero durante l'operazione “Leone Marino” giocando una partitella tra internati fu notato da un osservatore del Manchester City e portato in prima squadra, e nonostante inizialmente fu fatto oggetto di insulti e sbeffeggi durante la sua permanenza in Premier League, divenne un mito che oltrepassò il suo stesso passato segnando la storia di quel glorioso club. E non nego l'emozione leggendo la storia balorda in cui ancora i portieri la fanno da protagonisti, intrecciando la prestazione di un giovane Fillol al Mondiale con la vita di un ebreo desaparecido. La scelta inoltre di raccontare storie di personaggi noti o meno noti che con il rifiuto di giocare un Mondiale, ossia la massima aspirazione di qualsiasi calciatore del mondo, arrivano a fare una scelta campale che segnerà per sempre la storia della loro vita e delle loro carriere: ecco allora che Sindelar o Carrascosa rappresentano quella parte dell'umanità che cedendo una parte di se stessa resiste fino a morire.
Quindi vi invitiamo tutti il 21 marzo al Cinema Palazzo dalle ore 20 ad assistere, oltre a delle brevi note dei libri su citati, ad un monologo dedicato al calcio degli uomini veri: gli insostituibili. Dal mondiale del ‘38, passando per quello del ‘66 fino ai giorni nostri. Storie di portieri, centromediani e centroavanti fratturati durante la partita di dura del mondo.
Vi aspettiamo!
Daniele Poma