È quello che avranno pensato i tifosi romanisti quando il responsabile ticketing della As Roma, dottor Carlo Feliziani, ha detto che i biglietti per il settore ospiti di Barcellona-Roma del 4 aprile, gara valevole per l'andata dei quarti di finale di Champions League, costeranno circa 90 euro: 89 per essere esatti. Quasi due piotte del vecchio conio insomma…
Altra spesa da non sottovalutare è quella dell’aereo, mezzo usato da molti sostenitori giallorossi per raggiungere Barcellona. La partita, facciamo notare, si gioca pochi giorni dopo la festa di Pasqua, uno dei periodi dell’anno in cui spostarsi in aereo non è proprio economico. Il risultato finale è che per vedere la Roma giocarsi una partita storica c’è chi spenderà anche 500 euro per un viaggio di neanche due ore.
Oltre al danno, inoltre, c'è anche la beffa: al Camp Nou, infatti, il settore dedicato ai tifosi della squadra ospite si trova all'ultimo anello del gigantesco stadio della città catalana. I supporters giallorossi, che sicuramente si recheranno in massa in Catalogna, si ritroveranno a doversi sgolare dalla piccionaia dell'impianto sportivo per farsi sentire e per incitare i loro beniamini.
Subito dopo le parole di Feliziani, anche se il comunicato ufficiale della società giallorossa sui prezzi e le modalità dei tagliandi della suddetta gara di Champions ancora non era ancora uscito, si sono scatenate le forti proteste sui social dei supporters giallorossi. Un quotidiano romano di chiara parte ha inviato una lettera al presidente del club catalano, Josep Maria Bartomeu, per far sentire la propria voce di dissenso e per cercare, in qualche modo, di far scendere il costo dei biglietti ospiti all'incirca verso lo stesso prezzo, 60 euro, che i tifosi blaugrana pagheranno per entrare all'Olimpico nella gara di ritorno.
Purtroppo tutto questo non è servito a nulla e la posizione della società catalana è rimasta la stessa.
Il problema del caro biglietto si ripete dunque ancora una volta nel panorama calcistico europeo. Per fortuna,però, non è la prima volta che c'è qualcuno che alza la voce su un fenomeno che interessa sempre di più anche il calcio nostrano ed internazionale.
Già prima del derby di Milano che si sarebbe dovuto giocare il 4 marzo scorso, poi rinviato per la tragica scomparsa del capitano della Fiorentina Davide Astori, i supporters del Milan si erano lamentati per i prezzi folli che erano stati decisi dalla società rossonera, padrona di casa, per la stracittadina. Per il terzo anello verde e blu di San Siro, ad esempio, dove la visuale non è proprio delle migliori, si chiedevano ben 55 euro a tagliando: un aumento di ben 30 euro, rispetto alle partite “non di cartello”, ha fatto notare qualcuno.
Ma anche la stessa Roma era stata criticata per il costo alto dei tagliandi deciso per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League giocato contro la Shaktar Donetsk. Tale decisione era stata sicuramente una delle cause che hanno portato all’Olimpico, per una partita molto importante per una città ed una squadra del genere, meno di 50.000 spettatori.
Negli ultimi tempi, inoltre, anche le piccole società del calcio italiano cercano di speculare sulla passione dei supporters e decidono dei prezzi folli per i settori ospiti dei loro stadi in occasione di partite con squadre di cartello. I 35 euro che i tifosi romanisti hanno speso per il settore a loro riservato all’Ezio Scida di Crotone, non proprio un fiore all’occhiello per quel che riguarda gli impianti calcistici, sono solo l’ultimo esempio di un fenomeno che ha solo una spiacevole conseguenza: svuotare ancora di più gli stadi italiani che, per vari motivi, non brillano certo per la presenza di pubblico.
Per trovare una soluzione a tale problema si potrebbe seguire ciò che è accaduto in Inghilterra o in Germania nei mesi scorsi. Nei due paesi nord-europei i tifosi ospiti si sono lamentati, in vari modi, per mettere in mostra il loro disgusto contro i prezzi folli dei biglietti in generali, non solo dei settori ospiti, per numerose partite di Premier e Bundesliga.
Nell’isola di sua maestà, grazie alle varie iniziative messe in atto dagli stessi tifosi durante le partite, si è trovato un accordo tra le parti. Secondo tale accordo ci sarà un tetto massimo al prezzo dei biglietti del settore ospiti che le società potranno richiedere: esso sarà pari a 30 sterline, non proprio economico, ma già un argine alla deriva che si stava prendendo. In Germania il tetto vige per il settore popolare della tifoseria di casa, con un prezzo che si aggira sui 15 euro anche nelle partite di cartello.
Evidentemente nei piani alti di altre Federazioni hanno capito che è molto meglio avere stadi con prezzi “popolari”, o almeno abbordabili, ma pieni, piuttosto che stadi di ultima generazione mezzi vuoti per gli alti costi dei tagliandi. Speriamo che anche in Italia, e per la partite di Champions, si arrivi al più presto ad un cambiamento di mentalità del genere.
Roberto Consiglio