C’è una squadra di calcio popolare che non subisce sconfitte da due anni e che il prossimo anno disputerà il Campionato di Prima Categoria siciliana, e questa squadra è il Genio.
Martedì in un post sbornia emozionale abbiamo incontrato nel loro pub di riferimento i soci fondatori del Genio di Palermo, facce stanche ma segnate da una gioia incontenibile.
Iniziamo una lunga chiacchierata su temi che ci stanno a cuore e sulla storia della società.
“Il nostro primo post su Facebook di chiamata per le selezioni dei calciatori fu goliardico, blasfemo, includente , in realtà volevamo tutto fuorché dei giocatori veri” così esordisce uno dei soci, Gabriele.
Pensavano di essere solo un gruppo sparuto quel giorno, e invece si sono presentati circa 50 aspiranti calciatori, primo giorno di costruzione di una squadra che risulterà invincibile sul campo.
A detta di qualcuno dei soci, insieme all’ultima gara e alla presenza inaspettata sugli spalti di oltre 500 persone, uno dei momenti più belli e fondanti della storia del Genio.
La scelta del nome è un omaggio al santo laico di Palermo, perché se una cosa che risalta chiara fin da subito è che loro amano la loro città e la amano visceralmente così come follemente sono innamorati del Palermo Calcio, di cui non contestano l’esistenza ma bensì la sua collocazione e l’organicità al calcio moderno che aliena il tifoso, lo offende, lo ammutolisce.
Invece nel calcio popolare ritrovano il vero modo di essere, la rinascita di una comunità sociale che pone (e lo pone veramente senza fronzoli) il tifoso come centralità dell’agire.
“Una cosa è certa: il Palermo Calcio Popolare per i custodi del progetto non sarà mai sullo stesso gradino del Palermo. Il Palermo è il nostro amore, il Palermo è la nostra vita, il Palermo è l’unica squadra della nostra città che deve rappresentare Palermo, il Palermo è Palermo. Stop! Su questo non abbiamo il minimo dubbio. E se da un lato il Palermo è il nostro Amore, il Palermo Calcio Popolare rappresenta un’idea differente di fare calcio. Un’idea, un’ideale, con il tifoso al centro del progetto. Nessun presidente che prende decisioni, ma una comunità che, tra una birra in mano e tanta passione, sceglie le linee guida in maniera capillare. Quegli stessi Sostenitori sono i proprietari del Palermo Calcio Popolare”.
Queste parole suonano forti e decise e sono un chiaro messaggio per chi da sempre (magari i duri e puri da curva) etichetta come macchiettistico il sostegno al calcio popolare e su questo punto i ragazzi sono stati chiari: Palermo è il cuore, il Genio l’idea.
Ero curioso poi di capire a quel punto come fossero i rapporti con la curva e il tifo organizzato palermitano e con mia grande sorpresa e loro massimo orgoglio, mi hanno detto che nel frastagliato mondo ultras palermitano la novità del Genio è stato un minimo comune denominatore per tutti, e dove magari in curva nord ci si guarda in cagnesco nei gradoni del campo della Fincantieri si beve e si sostiene tutti insieme svincolati da ordini di appartenenza o da passati astii mai sedati.
L’azionariato popolare rende (felici) e il tesseramento è arrivato a 150 soci, e adesso se ne prevedono a cascata nei prossimi mesi oltre 500 in modo da essere totalmente autosufficienti. Seppur non tenendo sponsor sulla maglia ammettono che dei sostenitori sponsor esistono ma che non contrastano con l’idea di un altro calcio possibile, permettono anzi di portare avanti il progetto.
Abbiamo parlato poi della parte sportiva che personalmente mi accattivava molto: una squadra nata da selezioni spontanee e libere che perde tre partite in due anni è una roba che fa paura: “dopo la preparazione abbiamo fatto varie amichevoli, e abbiamo sempre vinto con goleada e non poteva essere un caso, e fin da subito abbiamo capito di avere tra le mani una corazzata che avrebbe ammazzato il campionato e così fu”, conferma il Presidente, Claudio.
Insisto e li incalzo, deve esserci dell’altro: “sì, il mister!”
Di questa figura tutti ne parlano con un misto di commozione, affetto e stima infinita, come un condottiero che anima e corpo ha introiettato lo spirito popolare, ma che a questo ha unito dedizione e amore nonché una grande preparazione sul campo. “Un Cesare con il naso da Spartaco” avrebbe detto in una sua canzone Filippo Andreani.
Mentre sono al loro pub mi cade l’occhio sulla locandina del combattimento di Bentivegna e subito la mente vola al double palermitano, promozione e titolo mondiale per Palermo, ci fantastichiamo un po’ su ma poi la scaramanzia la fa da padrone…siamo tutti trepida attesa per il match di Carlo.
Colgo l’occasione per domandargli, un po’ causticamente lo ammetto, se la politica fa parte del progetto, e prontamente uno di loro mi conferma che essa non è contemplata ma che il progetto è e rimarrà inclusivo per tutti quelli che si attengono allo statuto, dove si rimarca fortemente il carattere antirazzista. Ci tengono però a ricordarmi la vicinanza di alcune realtà sociali della città e l’appoggio della palestra popolare per le esercitazioni durante la preparazione fisica.
Chiedo anche se hanno rapporti con altre realtà di calcio popolare e subito uno di loro mi dice che viene da Lecce e che militava nello Spartak Lecce, lo stesso che poc’anzi si era incendiato d’orgoglio dicendomi che lo striscione della finale era tenuto a braccio da quasi cento persone!
La chiacchiera è bella e scorre veloce come lo scorrere delle birre a dir la verità, si parla dei risultati del movimento a livello nazionale, ahimè parlando anche della retrocessione dell’Atletico San Lorenzo, ma anche degli eccezionali risultati sportivi e sociali di altre realtà come il Lebowski.
Mi confermano che a voler salire sul loro carro vincente c’hanno provato un po’ tutti a Palermo, dal sindaco ai partiti in cerca di affermazione, ma la loro risposta è stata una sola, IL CALCIO È DELLA GENTE, nessuno da cui prendere lezioni o direttive, il Genio è dei suoi sostenitori.
Concludiamo la serata e questa sorta di intervista capendo quali sono le loro prospettive per il futuro, e tutti sono d’accordo nel dirmi che la speranza e la volontà, così come le forze, saranno spese per l’ambizioso progetto della scuola calcio popolare gratuita ed accessibile a tutti, punto di forza per la crescita della loro comunità, essenziale per dare un respiro ampio ai loro sacrifici.
Non c’è altro che augurare il meglio a questi splendidi picciotti e lunga vita allo sport popolare.
Ad maiora semper!
Daniele Poma