Gaza, oggigiorno, passa agli onori della cronaca come un territorio in cui avvengono violenze quotidiane. Da alcuni mesi oramai, durante quella che è conosciuta come “Grande Marcia del Ritorno”, non passa venerdì in cui non arrivino in Occidente notizie di morti tra i palestinesi. Per questa e per altre ragioni la Striscia può essere considerata una delle zone più dure del mondo sotto vari punti di vista. Proprio qui, infatti, lo stato di Israele mostra più chiaramente il suo lato guerrafondaio ed il suo ideale imperialista dilagante. Anche in una situazione del genere, però, non mancano le storie militanti da raccontare. Una di queste ci interessa in particolare visto che può rientrare a pieno titolo nell'ambito del cosiddetto sport popolare.
Dietro a tale idea vi è la squadra siciliana dei Briganti Rugby Librino, un quartiere della zona sud-est della città di Catania. Essa rappresenta una delle realtà più antiche del panorama sportivo popolare nostrano essendo nata nel febbraio del 2006. Lo scorso gennaio la club house di questa realtà siciliana è stata distrutta da un incendio di chiara origine dolosa.
Nella giornata del primo maggio, durante il quale si svolgeva una festa in cui sono coinvolte varie realtà del panorama di rugby popolare italiano, si decise di dar vita al progetto denominato “Rugby a Gaza”. Come ci ha spiegato Piero Mancuso, rappresentante dei Briganti Rugby con cui Sport Popolare ha avuto il piacere di fare quattro chiacchiere, il progetto ha degli scopi ben precisi. Per prima cosa vorrebbe rompere l'isolamento della Striscia di Gaza ma, soprattutto, punta a portare lo sport dove questo rappresenta un qualcosa di più che correre a recuperare un pallone, perché la felicità è un diritto che nessuna bomba può vietare a nessun bambino.
Il progetto è aperto a chiunque voglia partecipare. La partecipazione può avvenire in qualsiasi modo un club o un'associazione ritenga giusto. Alla fine si vorrebbe arrivare a raggiungere tre obiettivi fondamentali entro la prima metà del 2019.
Il primo punto sarebbe quello di far arrivare, nel territorio della Striscia di Gaza, materiale tecnico/sportivo per allestire una squadra di rugby popolare per ragazzi tra gli otto e i dodici anni. Inoltre si sta cercando anche di mandare del materiale per la realizzazione di un vero e proprio laboratorio di rugby. Con il materiale tecnico, inoltre, si vorrebbero inviare anche uno o due allenatori/educatori affinché i giovani capiscano la filosofia e gli ideali che vi sono dietro. Difatti, oltre al lato materiale, nell'ambito dello sport popolare è molto importante quello delle relazioni umane che si creano tra i vari attori interessati nel progetto.
Infine, nella primavera del 2019, si vorrebbe ospitare una vera e propria rappresentativa palestinese del mondo della palla ovale in Italia. La stessa squadra di Gaza prenderebbe parte ad un torneo organizzato da tutte le squadre che hanno partecipato all'iniziativa “Rugby A Gaza”.
Pur nel suo piccola insomma, ancora una volta, lo sport popolare non si tira indietro per portare la propria solidarietà in una zona in cui vi è un disperato bisogno di ogni cosa.
Per chi fosse interessato vi invitiamo ad aderire al progetto utilizzando la pagina Facebook dei Briganti oppure l'indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Roberto Consiglio