Il 5 maggio 1992, allo stadio Furiani di Bastia, durante la semifinale di Coppa di Francia, 18 persone morirono e più di 2000 restarono ferite.
La causa fu la decisione dei dirigenti del club Corso di sostituire in qualche giorno la tribuna esistente (750 posti) con una struttura metallica (9300 posti), allo scopo d’accogliere più persone possibili per la partita.
È stato provato che i lavori furono realizzati senza i permessi di demolizione necessari e la Lega Corsa fu investita da accuse di corruzione relative all’emissione di un falso documento che attestava l’avviso favorevole della commissione di sicurezza.
Inoltre i biglietti per la partita furono venduti senza alcun limite tariffario (atto vietato dal regolamento), arrivando a costare il 75% in più rispetto a quelli venduti per il turno precedente.
Il lassismo, la corruzione e il richiamo del denaro hanno trasformato questo evento di festa in dramma, e in questo intreccio di rottami metallici, legno e morti nessuno si è assunto le proprie responsabilità.
Diverse persone sono state condannate, dall’ingegnere che ha collaudato la tribuna, fino alle persone implicate ai più alti livelli della FFF (Federation Football Francais) e ai dirigenti del club Corso dell’epoca.
Questa tragedia è avvenuta per ragioni unicamente finanziarie, senza preoccuparsi della sicurezza degli spettatori.
Il calcio-buisiness iniziava a crescere e oggi, nel 2019, è diventato ordinaria amministrazione.
Benché non ci siano stati altri incidenti di questo tipo, i valori dello sport sono completamente svaniti e non possiamo che constatare la deriva di una casta pronta a fare di tutto pur di arricchirsi sulla spalle dei tifosi e degli amanti del calcio.
Attribuzione di nomi di grandi marchi agli stadi, sempre più proprietari di club provenienti da settori esterni al calcio e aventi il solo obiettivo di fare marketing, aumento del prezzo dei biglietti e merchandising aggressivo, salari e acquisti a prezzi indecenti, diritti tv, etc…
Il MFC 1871 è nato da questa lotta contro il calcio cosiddetto “moderno” o calcio-business.
Come la società attuale, il mondo del calcio professionistico è finito da tempo in una dinamica ultra-capitalista, dalla quale ultimamente anche il calcio amatoriale inizia ad essere fagocitato.
Mentre le istituzioni e le grandi società continuano a ingozzarsi, quelle piccole devono confrontarsi con la mancanza di strutture e di fondi.
Nel nostro piccolo, noi proviamo e proveremo ancora a portare la voce del calcio “dal basso”, a farci sentire su questa tematica come su tante altre sia a livello locale che nazionale.
Affinché il calcio, praticato o visto alla televisione e negli stadi, sia accessibile a tutte e a tutti. Affinché questo sport rimanga una festa, una passione, un piacere, e resti popolare così com’era.
Contro il monopolio del denaro nel calcio, ma soprattutto in omaggio alle vittime del Furiani e in solidarietà alle loro famiglie, abbiamo sottoscritto insieme a tanti altri un appello per chiedere che nessuna partita ufficiale, pro o dilettante, venisse giocata in questa data.
Dalla quinta divisione del distretto della Ligue1, NOI NON VOGLIAMO PARTITE IL 5 MAGGIO.
Non avendo ottenuto dalla federazione nessuna risposta alle nostre richieste, i giocatori e tifosi del MFC hanno effettuato un minuto di silenzio simbolico in ricordo delle vittime.
MFC 1871