Quella di Gasteiz (Vitoria) è stata una final-four che ha potuto contare soltanto sul pubblico appassionato di basket, poiché non ha toccato affatto gli abitanti della città, la maggior parte dei quali non si è minimamente interessata a essa. Noi di solito, dopo tanti anni di final-four, siamo abituati a “votare” la qualità dell’evento anche al di fuori del parquet, e forse questa ottiene il giudizio peggiore tra tutti le edizioni precedenti.
Ci si sarebbe aspettati che una città che può annoverare una squadra nei salotti buoni dell’Eurolega avrebbe accolto di buon grado l’evento, ma l'assenza del Baskonia è stato il motivo che ha fatto voltare le spalle a tutti rispetto agli incontri tra i quattro top team europei che si sono tenuti all’Arena “Fernando Bouesa”. Quali sono le ragioni? Molti in Eurolega hanno rimarcato questa scelta fallimentare e tra qualche anno nessuno vorrà ricordare questo passaggio da Gasteiz.
In primis, scegliere una città senza un aeroporto in grado di servire regolarmente anche i voli interni e con un’infrastruttura alberghiera minima è stato il primo enorme errore. Il 95% dei fans venuti per quest’evento si è dovuto disperdere tra Bilbao, Donostia (San Sebastian) e la campagna di Gasteiz; i pochi ostelli presenti in città non potevano soddisfare in alcun modo i viaggiatori, mentre quei cittadini che sono proprietari di case o camere, attraverso Airbnb o altre piattaforme, avevano alzato i prezzi a cifre esorbitanti, al punto che due-tre mesi prima della final-four non si riusciva a trovare da nessuna parte un alloggio a un costo inferiore ai 300-350 euro a notte! Neanche fossimo stati nei Caraibi!
La conseguenza è stata che a eccezione di pochi fan che hanno partecipato agli eventi organizzati nella piazza centrale della città, non ce n’erano altri a camminare per le strade di Gasteiz, tutti quelli che vi passeggiavano non avevano nulla a che fare con le finali. Non è esagerato dire che nei tre giorni trascorsi a Gasteiz avremo visto al massimo una o due persone con sciarpe o magliette delle squadre del torneo. Nessun colore, nessuna influenza sulla vita della città e, di conseguenza, nessun centesimo nell’economia locale.
Allo stesso modo, i fan sono stati anche “vessati” dagli oppositori all’evento, organizzazioni che si sono opposte ed espresse in ogni modo: girando nei vicoli di Gasteiz, ci si imbatteva facilmente in striscioni, cartelli e adesivi che dichiaravano la loro aperta opposizione all’Eurolega, a Querejeta (il presidente del Baskonia e dell’Alaves, la squadra di calcio) e contro la giunta comunale di Gasteiz.
I contestatori hanno denunciato per mesi le modalità di organizzazione dell’evento e, anche il costo di circa 4 milioni spesi dal Comune per l’organizzazione della final-four, che non avrebbe lasciato il minimo guadagno in città. Come menzionato nelle pagine del sito della regione, gli organizzatori hanno realizzato un bando per 170 volontari per la realizzazione della final-four, senza nemmeno coprire le loro spese vive.
Per quanto riguarda coloro che avrebbero voluto lavorare con un regolare stipendio, essi avrebbero dovuto inviare tutti i propri dettagli, comprese le foto di tutto il loro corpo, per verificare se fossero in grado di soddisfare i requisiti adatti di... bellezza e sex-appeal per comparire nei vari eventi della manifestazioni. Infatti, si dice che coloro che hanno compilato la domanda sono stati assunti da una società di Querejeta di nome Onalan Sl.
“Questa non è né la Spagna né la Francia. È il Paese Basco”. “Autonomia nei Paesi Baschi”. “Euroleague Mafia” erano solo alcuni degli slogan dei contestatori all'organizzazione della final-four di Gasteiz. Gli striscioni sui balconi della città apparivano e scomparivano (per via delle autorità) in tempo record. Il concentramento di coloro che volevano esprimere la loro opposizione pubblicamente veniva “esiliato” dalle autorità di polizia locali in piazze lontane dal centro città e più precisamente in Plaza Desamparadas. È la piazza delle persone scomparse. Una scelta non casuale, non credete?
«Non ci interessa un evento sportivo gestito sotto la bandiera della Spagna e che nega la nostra identità nazionale», diceva il comunicato di protesta, mentre le autorità imponevano il divieto di manifestazioni nel centro storico della città. «Non tolleriamo che la nostra città venga trasformata in cartoline dalle multinazionali» hanno affermato i manifestanti, denunciando attraverso i forum su internet che gli l’unico beneficiario dalla Final-Four è una spa con sede in Lussemburgo chiamata “Euroleague”.
Rivista Humba, www.humbazine.gr