Nella primavera del 1958, la controguerriglia condotta dall’esercito francese contro i ribelli algerini causò gravi perdite all’interno del Fronte di liberazione nazionale (FLN), l’organizzazione politico-militare che combatteva per l’indipendenza dell’Algeria. La liberazione del Paese era quindi più che incerta, soprattutto perché il movimento era attraversato da un sanguinoso conflitto interno.
Ancora segnati dagli eccessi dei paracadutisti durante la Battaglia di Algeri, da gennaio ad ottobre del 1957, i primi mesi dell’anno successivo sono duri per l’ala armata dell’FLN, tanto che anche diversi Katibas (truppe scelte del FLN che si muovevano in gruppi di 20-30 unità, ndr) furono sconfitti ai confini. Le uccisioni e le sparizioni erano in aumento, per non parlare dell’uso sistematico della tortura nei confronti dei militanti arrestati. La question del giornalista e militante comunista Henri Alleg, scritta precisamente per testimoniare la tortura, viene immediatamente censurata alla sua uscita. Nello stesso periodo, nella Francia continentale come in Algeria, la rivalità per la leadership della lotta per l’indipendenza si risolve, arrivando fino alla metropoli, in molti regolamenti di conti mortali tra l’FLN e il Movimento nazionale algerino (MNA) del Messali Hadj. L’FLN che, seguendo il Congresso del Soummam nell’agosto del 1956, si dotò di strutture studentesche e operaie per il suo stivale, supererà i messalistes e imporrà la sua linea.
Dalla battaglia di Algeri alla battaglia sul terreno dell’egemonia culturale: Mohamed Boumezrag, l’architetto della squadra FLN
Anche se indebolito da alcune sconfitte, il movimento indipendentista non depose le armi. Si dice che fu dopo la Battaglia di Algeri che nacque l’idea di costruire una squadra di calcio che avrebbe fatto un tour internazionale per promuovere la causa dell’indipendenza. Dal 1956 esisteva già una selezione al servizio della causa nazionalista algerina. Composta principalmente da giocatori che giocavano in Tunisia, questa squadra diventò presto la squadra del National Liberation Army (NLA). Tra il maggio 1957 e l’aprile 1958, partecipò a numerosi incontri in Maghreb e in Medio Oriente, vincendo 42 partite e raccogliendo fondi per sostenere la lotta. L’esibizione della squadra di calcio del 6 ° Festival mondiale della gioventù e degli studenti per la pace e l’amicizia – svoltosi a Mosca dal 28 luglio all’11 agosto 1957 – convinse finalmente i leader politici ad agire a livello sportivo. Membri importanti della Frazione Francese del FLN (FFFLN), Mohamed Khemisti e Omar Boudaoud, che accompagnarono l’imponente delegazione algerina a Mosca, lavorarono dalla metropoli per realizzare questo progetto. Il FFFLN poté così contare su una grande rete e approfittare della crisi del governo che imperversava ai vertici dello Stato francese.
La scelta della primavera 1958 per accelerare la creazione della squadra fu molto ben congegnata perché si era in dirittura d’arrivo prima della Coppa del Mondo in Svezia; abbastanza da minare il morale patriottico in una Quarta Repubblica morente. L’obiettivo era quello di radunare le stelle algerine del campionato di Francia, tra cui il monegasco Mustapha Zitouni che concesse una performance mozzafiato nella partita contro la Spagna dove rubò le luci dei riflettori ad Alfredo Di Stefano. Rachid Mekhloufi, Abdelaziz Ben Tifour, Abderrahmane Boubekeur e Ammar Rouai, anch’essi selezionati da Paul Nicolas, saranno altri calciatori molto importanti per la squadra del FLN. Attraverso il potere delle passioni generate dal calcio, l’FLN sperava di attaccare l’egemonia culturale della Francia colonialista e di estendere l’influenza indipendentista. Dotare il popolo algerino con una squadra nazionale composta da stelle acclamate in Francia consentiva, oltre ad avere un ambasciatore d’eccellenza, di fomentare il sentimento di appartenenza. Nonostante la repressione, la tortura e le sparizioni, i successi dell “Undici dell’indipendenza” ebbero un ruolo importante nel morale dei fellagha [combattenti]. Quando rappresentava il FLN durante i tornei in Nord Africa, Asia o Europa dell’Est, la squadra faceva suonare al Kassaman, l’inno algerino, prima delle partite. Secondo il leader nazionalista Ferhat Abbas, presidente del governo provvisorio della Repubblica algerina (GPRA), con la sua funzione di ambasciatore, questa squadra “fece guadagnare dieci anni alla causa algerina”.
Nascita della squadra nazionale algerina
La diserzione dei giocatori algerini nel campionato francese provocò un forte impatto mediatico. In un primo momento, la stampa francese parlò di “sparizione” per mitigare la portata politica.
Il compito di reclutare i giocatori e formare la futura squadra fu affidato a Mohamed Boumezrag, leader della Lega “regionale” algerina all’interno della FFF, che fu presente anche a Mosca. Egli mantenne ben presente in un angolo della sua testa quella partita del 7 ottobre 1954 al Parco dei Principi, dove una selezione del Nord Africa aveva battuto la squadra della Francia durante una partita di beneficenza per le vittime del terremoto di Orléansville, oggi Chlef, sua città natale.
Questo ex giocatore professionista degli anni Trenta, di Bordeaux e Red Star, conosceva la maggior parte degli algerini del campionato francese. Doveva essere discreto e soprattutto non destare sospetti. Per svolgere la sua missione nella più totale discrezione, si circondò di persone di fiducia come Mokhtar Arribi, ritiratosi precocemente e allenatore dell’Olympique Avignone, e soprattutto Abdelaziz Ben Tifour del Monaco, per convincere gli altri giocatori a disertare il loro club e la loro comoda carriera. La scelta di affidare questo ruolo a Ben Tifour fu tutt’altro che casuale. Era già membro del FFFLN per il quale a volte riscuoteva “l’imposta rivoluzionaria” e portava armi attraverso l’Italia. Francese internazionale, il suo palmares calcistico dava la necessaria credibilità al progetto per gli altri suoi colleghi. Furono presi contatti e la maggior parte dei giocatori, che stavano già pagando l’imposta rivoluzionaria, diede il proprio consenso. Altri come Khennane Mahi dello Stade Rennais, declinarono per paura. L’appuntamento per tutti era il 14 aprile a Roma, lo scalo aereo prima di entrare in Tunisia. A Tunisi, che era il quartier generale della squadra, trovarono Ferhat Abbas e il presidente tunisino Habib Bourguiba. La Tunisia, indipendente dal 1956, sostenne il movimento indipendentista. Il 15 aprile 1958, undici giorni dopo l’ultima partita della squadra ALN disputata in Giordania, il FLN diramò l’annuncio della nascita della squadra e salutava i giocatori che davano alla gioventù algerina “prova di coraggio, rettitudine e altruismo”. Alla federcalcio francese questa cosa non andò affatto giù e la FIFA minacciò di esclusione qualsiasi federazione che avrebbe organizzato una partita con la squadra del FLN. Arrivati sani e salvi a destinazione, i giocatori misurarono gradualmente le loro responsabilità e si resero conto ben presto che se fossero mai tornati in Francia un giorno, nulla sarebbe stato più come prima.
Onde successive
L’arrivo in Tunisia di questo contingente che avrebbe costituito la squadra del FLN ebbe una copertura mediatica significativa in tutto il mondo, tanto più che il mondo intero stava seguendo da vicino l’intensa preparazione per la partecipazione alla Coppa del Mondo. La prima parte dell’operazione fu un vero successo e un duro colpo al prestigio della potenza coloniale che non se lo aspettava. Abderrahmane Boubekeur, Mustapha Zitouni, Abdelaziz Ben Tifour e Kaddour Bekhloufi dell’AS Monaco, Abdelhamid Kermali dell’Olympique Lione, Rachid Mekhloufi del Saint-Etienne, Amar Rouaï dell’Angers, Abdelhamid Bouchouk detto Brahimi del Tolosa furono i primi giocatori che riuscirono a lasciare la Francia clandestinamente, la base storica del famoso “Undici dell’Indipendenza”. L’arresto di Hassen Chabri al confine italiano e quello di Mohamed Maouche inizialmente limitò il numero a dieci. Per completare la squadra, Mokhtar Arribi fu per qualche tempo nella doppia veste di allenatore-giocatore e Khaldi Hammadi, un collega che giocava nel campionato tunisino, fu chiamato come rinforzo. Diversi altri giocatori seguirono l’esempio pochi mesi dopo. Oltre a Chabri che alla fine arrivò, i fratelli Mohamed e Abderrahman Soukane (HAC), Mazouza (Nimes) e Abdelhamid Zouba (Niort), furono i primi rinforzi insieme ad Ali Doudou portiere del club locale di Bône (uno dei pochi club musulmani dell’Algeria) e membro della prima squadra dell’ALN. La terza ondata seguì nel 1960, con Mohamed Mohamed Maouche Bouricha e Mokrane Oualiken (Nimes) Ali Benfaddah e Defnoune Dahmane (SCO Angers).
Il team FLN arrivò ad avere fino a trentadue giocatori. Giocò la sua prima partita il 9 Maggio 1958 contro il Marocco e disputò, nelle sue numerose tournée, 62 partite collezionando 47 vittorie, 11 pareggi e 4 sconfitte (dati comunque piuttosto controversi secondo le fonti). La squadra del FLN solo raramente affrontò selezioni nazionali ufficiali. Le minacce della FIFA erano un vero deterrente, anche per il vicino egiziano. Questa situazione non ebbe sviluppi fino all’indipendenza proclamata il 5 luglio 1962, data a partire dalla quale l’“Undici dell’indipendenza” diventò la spina dorsale della prima squadra nazionale ufficiale dell’Algeria.
Traduzione da Dialectik Football