Quello della Frazione Calcistica Dal Pozzo è sicuramente un caso del tutto particolare nel panorama dei progetti “popolari” italiani. La prima cosa che anni fa, quando scoprii la loro esistenza, mi colpì fu quello che pensai essere un riferimento al mai abbastanza elogiato Q dei Wu Ming (allora Luther Blissett), e al suo protagonista Gert Dal Pozzo. Con quest’ultimo del resto la ciurma gialloverde condivide il destino di una vita passata a sfidare l’ordine del mondo, a sovvertire la legge del più forte con ogni mezzo necessario. Non avevo immaginato che invece la denominazione avesse una semplicissima origine geografica: Dal Pozzo è il loro paese, anche se poi la squadra e la tifoseria sono composte da persone provenienti da tutto il circondario. Poche centinaia di anime al bordo della città di Saronno, hinterland nord-occidentale di Milano: un caso unico in effetti, la Frazione Calcistica non rappresenta una grande città o un suo quartiere, o una media città di provincia, ma per l’appunto una piccola frazione, in una zona dove le mappe sono punteggiate in modo fitto da piccoli centri intervallati da campi e zone industriali, con la metropoli milanese sempre lì che incombe, ma ancora non ti fagocita.
Nel 2012 nasce la tifoseria, al seguito della squadra amatoriale del paese, poi nel 2015 il grande salto con il passaggio all’autogestione societaria e l’iscrizione in Federazione. In questi anni, pochi a ben vedere, la squadra gialloverde si è ritagliata una posizione di tutto rispetto nell’ambito della Terza Categoria dell’intera Lombardia: se in campionato è inserita nel girone di Como, dove l’anno scorso è stata sconfitta solo ai playoff, è in Coppa che può misurarsi con l’intera regione, e il riscontro non lascia spazio a dubbi, con la drammatica finale persa ai rigori l’anno scorso e gli ottavi di finale da disputare proprio alla nostra presenza. Questo giovedì sera di Coppa offre infatti l’occasione di una visita da parte di una macchinata della Curva Moana Pozzi del Lebowski, con la quale c’è un’amicizia ormai pluriennale e fraterna. Avversario il Villapizzone, squadra di viola vestita proveniente dal girone milanese e finora mai incontrata, un vero oggetto misterioso.
Fa freddo, da queste parti. Per una volta, da toscani, ci sentiamo autenticamente i terroni della situazione, e ci va più che bene. Il campo non è lontano da Dal Pozzo, a Limbiate, altra frazione spostata un po’ più a est, verso Monza per capirci. Le condizioni di partenza non sembrano esattamente favorire il bel gioco, che come sappiamo solitamente in Terza Categoria è un po’ il faro che tutti seguono: il campo è ancora fangoso per le abbondanti piogge di novembre, ma la temperatura vicinissima allo zero lo indurisce anche, rendendolo scivoloso come una pista da ballo ma al contempo irregolare e bitorzoluto. A completare il quadro, un’umidità con percentuali bulgare e una sinistra nebbiolina che aleggia a mezz’altezza, cui si aggiunge il fumo delle torce, che tende un po’ a restare lì.
A scaldare l’atmosfera ci pensa però quella che è una vera e propria tifoseria, la Masnada Ultras, una di quelle realtà per le quali la qualità del tifo è un fatto prioritario. Innanzitutto ci propinano da bere a ritmi spietati, cosa che non guasta affatto. Poi parte il sostegno alla squadra, continuo, potente e ben organizzato, con tre lanciacori in balaustra, due bandieroni, torce, tamburo, una coreografia iniziale. Quando la gente finisce di arrivare, durante il primo tempo, si arriva verso le cento persone, la maggior parte delle quali partecipa attivamente al tifo. La scelta dei cori verte soprattutto su ritmi comuni a molte curve, ma con una notevole originalità nella scelta delle parole, è un tifo che diverte e coinvolge con grande naturalezza. La giusta via di mezzo tra una buona organizzazione di base e il mantenimento di uno spirito punk che garantisce libertà e divertimento, e non uno schieramento da soldatini del tifo. Voto alto, davvero.
Il primo tempo non tradisce le aspettative che le condizioni atmosferiche lasciavano presagire: si lotta molto ma si riesce a creare poco, meglio i padroni di casa a livello di iniziativa, ma potrebbe anche essere una partita da 0-0, con annessi rigori alla fine. Nell’intervallo il freddo mette seriamente in difficoltà la tenuta di mani e piedi, e proprio mentre al bar si passa dalla fredda birra a un più confortante superalcolico, constatando con disappunto la prematura fine del Borghetti, un’azione insistita e un po’ rocambolesca porta il pallone a rimbalzare in direzione di Borghi, che accorre piuttosto indisturbato sul secondo palo e scaraventa in rete la palla del vantaggio. A questo punto, o gli avversari reagiscono oppure si dilaga, per fortuna si opta per la seconda possibilità e dopo non molto Touré, uno dei nuovi arrivi di quest’anno, si scatena in una galoppata durante la quale vince una settantina di rimpalli, compreso l’ultimo con il portiere, e arriva praticamente dentro la porta correndo. Il risultato sembra in cassaforte, vista anche la scarsa reazione avversaria, ma c’è ancora tempo negli ultimi minuti per un gioiello di Dezio, che spara un missile da trenta metri sotto l’incrocio che in altre categorie gli avrebbe valso le copertine del giorno dopo.
Si festeggia con la squadra sotto la curva, e si pensa già al quarto di finale di marzo, che sarà un match di quelli veramente gustosi: l’avversario è il Partizan Bonola, altro team “popolare” nato proprio quest’anno ma che sta dimostrando grandi cose in campo. E sarà anche un confronto tra due tifoserie calde e militanti. Insomma, una sfida vera, perché va bene essere dallo stesso lato della barricata, ma è pur sempre un quarto di finale di Coppa a partita secca, ed è pur sempre Milano città contro hinterland.
Gli obiettivi sono tanti per il futuro della Frazione Calcistica, a partire dal trovare una “casa” fissa dopo anni di nomadismo, per arrivare al dotarsi di un settore giovanile e in generale al costruire un progetto calcistico a tutto tondo, che comprenda magari anche quel salto di categoria che sembra essere pienamente nelle corde, sia in termini di qualità in campo che di organizzazione del progetto. Al momento, quello che si può dire è che ti fanno passare una serata stupenda sotto tutti i punti di vista, fino ad arrivare al sequestro di persona dentro il loro pub di fronte ai tentativi di rimettersi in viaggio. Gli ostaggi sono comunque stati trattati bene, nessuno di loro si è lamentato. Grazie ragazzi.
Matthias Moretti