La Ufc (Ultimate Fighting Championship) è considerata la più importante promotion mondiale di Mma (Mixed martial arts). Milioni di telespettatori, un giro d’affari con cifre spaventose e un livello tecnico superiore a qualsiasi altro competitor, oltre che un calendario di eventi senza uguali. L’architetto di questo successo e attuale presidente della promotion è Dana White, un sostenitore di Trump della prima ora che in più occasioni ha offerto la passarella al presidente degli Stati Uniti, facendo da cassa di risonanza alle sue idee e offrendo un discreto bacino di consenso durante la campagna elettorale presidenziale. Più di recente però, alcuni siparietti divertenti hanno trasformato quello che poteva essere percepito come un feudo del presidente in un campo minato per la propaganda trumpiana.
In primis a Ufc 244 – evento “epico” per gli appassionati di sport da combattimento con la sfida fra Masvidal (uno cresciuto negli incontri backyard a mani nude del famoso Kimbo Slice) vs Diaz (il minore dei fratelli Diaz e uno dei pionieri delle Mma) a novembre al Madison Square Garden – dove al momento dell’ingresso di Trump e Dana White fra il pubblico, il presidente americano è stato subissato dai fischi e dalle urla dagli spettatori dell’evento che non hanno taciuto il disappunto verso l’attuale inquilino della Casa Bianca e la sua politica migratoria. Andare a recuperare il video in rete è un buon modo per fare due risate. Soprattutto per vedere l’imbarazzo di White e la faccia tesa dei Trump – c’era anche il figlio – per immaginare cose tipo Watch people die inside (simpatico filone di video online dove vengono riprese le imbarazzanti figure di merda in pubblico). Per una volta quindi una passarella, ovviamente preparata e studiata nei minimi dettagli, si è scontrata con la “pancia” degli americani, schifati da un tentativo di propaganda stile panem et circenses. Molti dei fischi erano infatti di semplici spettatori, interessati a un evento di sport da combattimento e che disprezzavano Trump istintivamente, senza bisogno di sovrastrutture politiche o di comunicati.
Dopo la batosta però Trump non ha capito quando fosse spinoso il terreno delle arti marziali miste e ha “caricato a coppe quando regnava bastoni”.
Pochi giorni dopo essersi fatto ritrarre su Twitter con la sua faccia al posto di quella di Rocky Balboa in posa con la cintura – giusto per ricordare agli smemorati Rocky era un sottoproletario immigrato di origini italiane, cresciuto nei bassifondi di Philadelphia con qualche precedente penale e che oggi sarebbe vittima della politica trumpiana – ha esaltato due atleti di Mma che avevano manifestato aperte simpatie per la sua politica.
In particolare Colby Covington e Bryce Mitchell. Quest’ultimo dopo aver realizzato il 7 dicembre una twister – una sottomissione molto spettacolare e difficile da eseguire – ha lanciato un messaggio di sostegno a Trump, offrendogli i suoi servigi per “picchiare” i suoi avversari politici.
Ovviamente Trump ha cavalcato questo messaggio rincarando la dose e domandandosi come mai «quei codardi degli Antifa non avessero il cuore di sfidare gente come Covington e Mitchell ma solo persone indifese». Nel pieno stile da quinta elementare ormai distintivo dell’inquilino della Casa Bianca.
Oltre a questo endorsement, poi c’è quello più duraturo di Colby Covington, un atleta più affermato e noto, già campione del mondo dei pesi welter. Covington è un personaggio molto controverso del panorama Ufc, non particolarmente amato dai suoi colleghi, dalla lingua lunga (è un esperto del cosiddetto trash talking) e dalle idee apertamente razziste e suprematiste bianche. Più volte Covington è stato anche ricevuto alla Casa Bianca e ha sfoggiato il cappellino rosso MAGA (Make American Great Again) durante i faceoff degli incontri, utilizzando appunto questi palcoscenici per sostenere la politica trumpiana e affermare le sue “idee”.
Ora il destino beffardo ha voluto che nell’evento Ufc 245 dello scorso weekend, il razzista Covington se la sia dovuta vedere con Kumaru Usman, un atleta stratosferico di origini nigeriane immigrato da diverse tempo negli Usa, nonché attuale campione dei welter Ufc. Nei mesi che hanno preceduto il match Covington ha offeso senza sosta il suo avversario, dichiarandosi un vero americano e non lesinando offese di stampo razzista.
Usman, che è un professionista serio, non ha mai ceduto alle provocazioni. Ma aveva garantito in un’intervista con Joe Rogan che «quando avrò la possibilità di mettere le mani su questo ragazzo, sappi solo che è con l’ira di ogni immigrato in questo paese che lo affronterò».
Usman ha mantenuto la promessa e ha malmenato Covington per tutto l’incontro. Con tutta la rabbia di chi ha respirato povertà e si è dovuto fare largo a spallate nella vita. Il combattimento è stato molto duro, ma alla fine del terzo round un diretto preciso di Usman ha rotto la mascella del suo avversario. Se vi piacciono gli sport da combattimento andatevi a vedere precisione e potenza del colpo. Veramente impressionanti. Il match si è trascinato per un altro round e mezzo finché, nel 5 e ultimo round, è stato sospeso dall’arbitro Marc Goddard che ha decretato il ko tecnico.
Usman è stato acclamato da molti sui social, ma ha avuto una piccola caduta di stile, dicendo che avrebbe voluto comunque portare la cintura di campione del mondo alla Casa Bianca. Trump non ha risposto ma non è chiaro se la proposta di Usman sia una provocazione o più probabilmente una sincera proposta di pace.
Indipendentemente da ciò che sarà, anche se sarà ricevuto alla Casa Bianca e quindi perderà “punti ribellione”, rimarrà l’incubo dei suprematisti bianchi e dei razzisti. Non a caso, lo chiamano The nightmare.
Filippo Petrocelli