Il reggae e il calcio hanno avuto in più occasioni possibilità di contatto. Come descritto da noi stessi in alcuni precedenti articoli sono infatti numerosi gli artisti, passati e presenti, di questo genere musicale, creatosi e sviluppatosi in Giamaica a metà del XIX secolo, che hanno avuto a che fare con il mondo del pallone.
Uno degli esponenti principali delle positive vibrations, che fu anche un calciatore di un certo livello, fu niente meno che Robert “Bob” Nesta Marley. Proprio oggi cadre il 39esimo anniversario della morte di questo grande artista, denominato non a caso “il re del reggae”, scomparso l'11 maggio 1981 a Miami a soli 36 anni di età.
Bob riuscì a farsi amare e apprezzare in ogni angolo del globo. Per questo motivo tenne numerosi concerti dall'Australia all'Argentina nel corso della sua breve vita. Inoltre Marley, data la sua fede nel credo rastafariano, portava avanti molti dei concetti che rientrano nel mondo del cosiddetto calcio popolare, almeno a parere di chi scrive. Alcuni esempi che si possono fare al riguardo sono la lotta al razzismo e la solidarietà tra esseri umani.
Questi concetti, nello specifico, vennero messi in pratica grazie a una vera e propria squadra di calcio, conosciuta come House of Dread Football Club, che il cantante fondò durante il suo periodo di esilio a Londra a metà anni Settanta. Per quel che riguarda le squadre mainstream Nesta era un fan in particolare di due club: il Tottenham e il Celtic. Per il primo team nutriva simpatia perché ci giocava uno dei suoi giocatori preferiti, il centrocampista argentino Osvaldo César Ardiles. Al club di Glasgow, invece, Bob Marley si appassionò per il suo lato “militante” che viene messo in risalto ancora oggi in determinate occasioni. A tal proposito ci si ricordi come i tifosi bianco-verdi hanno accolto i supporter della Lazio, all'interno dei quali è molto nota la componente di estrema destra, durante il confronto giocatosi al Celtic Park lo scorso ottobre e valevole per la terza giornata del gruppo E di Europa League. Nel 1979, tra i mesi di aprile e maggio, Nesta si recò in Australia per alcune date del tour di presentazione dell'album Babylon By Bus. Tra le varie città della terra dei canguri che toccò ci fu anche Adelaide, facente parto dello Stato dell'Australia Meridionale, dove suonò presso il locale Apollo Stadium” Proprio ad Adelaide il cantante giamaicano incrociò durante una sessione di allenamento un importante calciatore scozzese, che a quel tempo militava nelle file della squadra dell'Adelaide FC. Il suo nome era John Kelly “Dixie” Deans, da tutti conosciuto semplicemente come Dixie Deans. Questi, tra il 1971 e il 1976, era stato uno dei più prolifici centravanti del Celtic mettendo a segno 89 gol in appena 126 partite ufficiali disputate.
Durante il loro incontro avvenne un fatto abbastanza sorprendente. Mentre Deans non sapeva nulla su quel cantante coi dread proveniente dalla Giamaica, nonostante la sua popolarità stesse crescendo a livello mondiale sempre di più, Marley lo riconobbe subito e cominciò a chiedergli varie info sulla squadra bianco-verde di Glasgow. Nella sua autobiografia, intitolata C'è un solo Dixie Deans, lo stesso calciatore entra più nel dettaglio di quell'evento. Secondo ciò che sta scritto nel libro, il popolare artista caraibico diede il via alla conversazione ponendogli questa domanda: “sei tu il Dixie Deans che giocò per il Celtic?”. Inoltre Nesta, in quell'occasione, mostrò di conoscere appieno e venerare la figura di Jock Stein, intramontabile allenatore del Celtic. Questo personaggio divenne tanto celebre in virtù del fatto che, nella stagione 1966-1967, fu il primo coach del mondo a centrare il cosiddetto “triplete” visto che vinse campionato scozzese, Coppa di Scozia e Coppa dei Campioni. Allo stesso Stein è dedicata una statua presso il mitico Celtic Park. Proprio presso lo stadio di casa del team di Glasgow Marley, secondo quanto scritto nel libro di Deans, avrebbe voluto giocare almeno una volta nella vita. Nesta infine disse che suo figlio Rohan fosse tifosissimo del Celtic già allora, nel 1978, quando aveva appena sei anni. Rohan Marley, figlio di Bob e di Janet Hunt, oggi è un imprenditore ma è stato un giocatore di football americano nella prima metà degli anni Novanta. In quel periodo giocò nei Miami Hurricanes e negli Ottawa Rough Riders ricoprendo il ruolo difensivo di linebacker.
Deans, dopo ciò, lasciò un ricordo riguardo a questo sua chiacchierata con il re del reggae. Egli, per la precisione, descrisse Nesta come un ragazzo dalla parlata tranquilla, perfino timido, e fu colpito da quei capelli lunghi e arruffati che, a suo dire, avrebbero avuto bisogno di una bella lavata. Al contempo, però, il centravanti dell'Adelaide FC restò piacevolmente stupito dalla conoscenza del mondo del pallone, e del Celtic, che Bob Marley mostrò. Ancora una volta, insomma, il cantante nativo di Nine Mile diede prova della sua straordinarietà in ambiti anche molto lontani dalla semplice musica reggae.
Roberto Consiglio