Per tutta la sua vita Smokin Joe Frazier è stato identificato come la nemesi di Muhammad Alì. Questa però è sempre stata un'immagine molto restrittiva per un grande campione come lui. Smokin Joe fu un pugile iconico, un grande personaggio fuori dal ring, che cantava il blues e scriveva poesie. Al contrario di Muhammad Alì, che era una super star sempre coi riflettori puntati addosso, Frazier tenne sempre lontana la sua vita pubblica da quella sportiva e raramente faceva sparate grosse in conferenza stampa. Per tutta la sua carriera agonistica non si inimicò mai i mass media e mai una volta aprì una polemica verso il governo statunitense. Una scelta che non dipendeva dal fatto che a Joe non importasse dei temi civili ma perché lo sport e la sua vita privata nel suo ragionamento dovevano essere due cose distinte. Su questo punto, nonostante la grande amicizia che legava i due pugili, Muhammad Alì denigrò spesso Frazier nelle conferenze stampa definendolo “lo zio Tom dei bianchi”. Eppure Joe Frazier, al contrario di Alì che proveniva da una famiglia piccolo-borghese, aveva conosciuto la povertà e la segregazione razziale del profondo Sud. Questo fu un punto che forse Joe non perdonò mai al suo amico/rivale, il non aver capito che lui non era il nero assoggettato ai bianchi come pensava lui.
Joe arrivò alla boxe grazie alla sua famiglia, che seguiva spesso gli incontri di Sugar Ray Robinson, Rocky Marciano e Rocky Graziano. Frazier da ragazzino si era costruito un sacco rudimentale non potendo andare in palestra. La sua città natale Beaufort era una città del profondo sud e quindi non aveva palestre e i campi da gioco non potevano essere utilizzati da persone di colore. Disse inoltre: “Tutto quello su cui doveva basarsi il mio sogno era quel sacco pesante fatto in casa”. Fu quando arrivò a Philadelphia che Frazier cominciò a praticare il pugilato con i mezzi necessari. Dopo un'ottima carriera da dilettante, Joe arrivò alle Olimpiadi di Tokyo 1964 dove conquistò la medaglia d’oro nella categoria dei pesi massimi.
Un anno dopo passò nella categoria dei professionisti e incominciò incontro dopo incontro a costruire la sua strada verso il titolo mondiale dei pesi massimi. Ogni pugile è ricordato dai cultori della nobile arte per qualche caratteristica di stile o un colpo che lo caratterizzava. Joe Frazier era ricordato per il suo leggendario gancio sinistro. Un colpo che era micidiale per chi lo subiva.
Il gancio sinistro era assemblato alla ottima tecnica pugilistica di Frazier, una tecnica fatta di un grande movimento del tronco, di schivate e colpi incrociati al bersaglio alto. Questo suo stile consentì a Smokin Joe di poter affrontare ad armi pari, anche se svantaggiato in altezza, avversari con un allungo e con più centimetri di lui. Il periodo in cui Smokin Joe diventò contendente numero uno al titolo mondiale era anche quello dove Muhammad Alì si rifiutava di combattere in Vietnam, venendo privato del titolo e della licenza per combattere. Molti critici o cultori della nobile arte considerano questo fatto come uno di quelli che spianarono la strada a Frazier per la conquista del titolo mondiale. Ma non è assolutamente vero. Frazier arrivò al titolo battendo i migliori del suo tempo e conquistò la cintura di campione o NYSAC dei pesi massimi battendo il temibile Buster Mathis all’undicesima ripresa. Nel 1966 difese la cintura dall'assalto del temibile e potente pugile argentino Oscar “Ringo” Bonavena. Poi, fu la volta di uno scontro contro un altro pugile ostico: George Chuvalo, battuto alla quarta ripresa per KOT. Tra il 1968 e il 1969 si confrontò nuovamente contro Bonavena, anche qui vincendo e poi contro Jerry Quarry, anche lui spazzato via da Frazier. Nel 1970 sconfisse Jimmy Ellis e conquistò il titolo mondiale della WBA e WBC divenendo il campione assoluto dei pesi massimi. Joe aveva riunificato il titolo mondiale. Titolo che Frazier difese magistralmente contro Bob Foster, leggendario campione dei pesi mediomassimi che decise di fare il salto di categoria tra i massimi. Joe Frazier aveva affrontato e battuto tutti i migliori pugili della sua categoria. Ma ne rimaneva ancora uno da sconfiggere.
E questo si fece vivo intorno al 1971. Era Muhammad Alì, che era stato assolto dalla renitenza alla leva per il suo no alla sporca guerra in Vietnam e ora voleva riprendersi il titolo mondiale. All’inizio Frazier ignorava Alì e ogni sua provocazione in merito al titolo. Alì, però, cominciò a fare la cosa che meglio sapeva fare: un bombardamento mediatico. Ovunque andasse e qualunque giornalista incontrasse, Alì attaccava Joe Frazier sotto ogni aspetto. A ogni intervista Joe non rispondeva alle provocazioni di Alì. L’unica volta che lo fece usò parole chiare: “Alì cerca di fare il suo lavoro con le parole, io invece lo faccio con i pugni”. Alla fine il match venne accordato. Joe non aveva paura di Alì, anzi si sentiva sicuro di poterne uscire vittorioso.
L’8 marzo del 1971, al Madison Square Garden di New York, ci fu quello che le cronache dell’epoca chiamarono The Fight of the Century. Questo match sanciva l’inizio della trilogia delle sfide tra i due pugili oltre a dare vita alla loro leggendaria rivalità. Nella boxe, queste trilogie di incontri erano un carattere peculiare delle rivalità tra i pugili e avevano un sapore romantico misto al cinematografico. La risonanza mediatica intorno a questo evento era altissima, perché fu il match che vide confrontarsi i due campioni dei pesi massimi imbattuti e il grande ritorno di Alì sul ring dopo tre anni di inattività sportiva. Dopo i primi tre round, dove Alì mise in difficoltà Frazier, dal terzo in poi fu la svolta e Smokin Joe dominò tutto il resto dell’incontro. Il momento chiave del match fu alla quindicesima ripresa, dove Frazier, che stava vincendo nettamente ai punti, mise a segno il suo terribile gancio sinistro mettendo nuovamente al tappeto Alì, dopo che c’era già andato all’undicesima ripresa sempre a causa del gancio sinistro del campione. Nonostante si fosse rialzato anche questa volta, il match fu vinto nettamente da Frazier che conservò il titolo. Oltre a confermarsi campione assoluto, Frazier vinse anche il titolo The Ring che era rimasto vacante. Per chi al tempo avesse dei dubbi, Joe Frazier glieli tolse tutti. Non potevano più dire nulla perché aveva battuto il suo diretto concorrente e pugile considerato come uno dei più forti sulla scena della boxe in quel momento. Almeno così sembrava.
A creare scompiglio nella boxe arrivò un gigante che né Alì né Frazier avevano calcolato: George Foreman. Foreman, che lo spazzò via in due round conquistando la corona di campione. Nel 1974 ci fu il secondo match contro Alì, sempre a New York al Madison Square Garden. Questa volta fu un match senza titolo in palio e che vide la vittoria di Alì sul suo rivale. Il 1974 fu l’anno in cui Muhammad Alì sorprese il mondo intero riprendendosi il titolo mondiale nell’evento che passò alla storia come il The Rumble in The Jungle, dove affrontò e sconfisse George Foreman. Frazier nel frattempo si era ripreso e nel marzo del 1975 aveva sconfitto nuovamente Jimmy Ellis. Joe era nuovamente il contendente numero uno al titolo mondiale nelle mani di Muhammad Alì. Così, nel 1975, fu organizzato il loro ultimo match della trilogia, quello leggendario, quello passato alla storia come Thrilla in Manila. Un’autentica guerra all’ultimo sangue che vide la vittoria di Alì per abbandono di Frazier alla quindicesima ripresa. Lo stesso Alì tempo dopo dichiarò che quel match fu: “la cosa più vicina alla morte che io abbia mai provato”. Il campione vinse la “trilogia” dei match e conservò il titolo mondiale.
Smokin Joe Frazier fu un pugile senza dubbio formidabile che a discapito delle malizie dette in quel periodo si confrontò contro i migliori pugili della sua categoria. Era l’unico che poteva vantarsi di aver messo al tappeto Muhammad Alì. Nel pieno delle sue forze, Smokin Joe riuscì a battere Alì, Foster, Mathis, Bonavena, Chuvalo, Ellis, Jerry Quarry e unificò il titolo mondiale dei pesi massimi difendendolo magistralmente per svariate volte. Prima del Thrilla in Manila, l’unico pugile che lo fece capitolare fu George Foreman. Smokin Joe Frazier fu molto di più che il semplice rivale di Muhammad Alì, fu un'autentica leggenda dei pesi massimi e uno dei migliori pugili della storia di questo sport.
Marvin Trinca