Poche ore fa è morto il grande attore e comico romano Gigi Proietti. Nato a Roma il 2 novembre 1940 e, fatalità del destino, spirato nel giorno del suo ottantesimo compleanno a causa di alcuni problemi cardiaci che lo avevano portato al ricovero in terapia intensiva in una clinica romana.
La carriera di questa personalità ha spaziato in vari ambiti: dalla televisione al cinema, famosa la sua interpretazione nella pellicolaFebbre da Cavallo, ma soprattutto il teatro. Grazie a lui, e alla sua direzione del teatro Globe Theatre di Roma, molta gente ha cominciato ad apprezzare un artista e drammaturgo del calibro di William Shakespeare.
Persona attiva anche nell'ambito politico e sociale Proietti è stato ricordato, a poche ore dalla sua morte, visto che, come hanno scritto i compagni e le compagne dell'Azione Antifascista di Roma Est, “fa parte di quella generazione di attori capaci di indossare maschere senza diventare macchiette e che hanno saputo raccontare l'Italia senza scadere nella grottesca cupezza o nella superficialità squallida di tanti film e sceneggiati di oggi”. L'attore romano, prosegue la nota di ricordo, verrà ricordato anche per essere stato capace di “raccontare l'enorme capacità di sopportazione di chi porta sulle spalle il peso di una società ingiusta e di far percepire, a maggior ragione, quanto sia sacrosanta la rivolta del popolo quando non è più in grado di sopportare”.
Gigi Proietti, tra le sue varie passioni, non ha mai nascosto anche quella che nutriva per il mondo del pallone. Nello specifico l'attore era un grande e appassionato tifoso della AS Roma.
Una passione che, a parere di chi scrive, non poteva mancare in un personaggio così genuinamente popolare. In particolare, per ricordare l'artista, mi viene in mente uno striscione, visibile durante tutte le partite della squadra giallorossa nella curva sud dell'Olimpico, che recita una frase semplice ma emblematica: “Mai Schiavi del Risultato”.
Gigi Proietti infatti era uno dei pochi tifosi doc romanisti che riescono a fare battute sia quando la squadra giallorossa vince, cosa avvenuta poche volte nel corso della storia del team capitolino, ma anche dopo atroci sconfitte, che invece sono state molto più presenti. Per Proietti non importava ciò che succedeva sul rettangolo di gioco dato che, come ogni buon supporter giallorosso, seguiva sempre la Roma, in ogni occasione, con il sorriso in faccia.
Nel 2001 era stato uno dei tifosi vip che aveva più espresso la sua gioia per la vittoria del terzo scudetto. Resta famosa una foto che ritrae lo stesso attore abbracciato al presidente giallorosso del tempo, il compianto Franco Sensi.
Dopo quell'evento lo stesso Proietti aveva più e più volte sperato in una nuova vittoria del tricolore. “Ma che dite, ce la facciamo a vederne un altro?” ripeteva a ogni intervista telefonica o televisiva riguardante il mondo del pallone capitolino.
Tutto questo non fermò l'attore nel criticare alcune prestazioni, o intere annate calcistiche, che si concludevano parecchio al di sotto delle speranze di inizio campionato. Anche in questo caso, però, Gigi Proietti trovava il mondo di mettere in mezzo una delle sue memorabili battute.
Uno dei suoi commenti più famosi al riguardo fu: “La Roma negli ultimi dieci anni è quasi sempre stata una tragedia! Ma noi che amiamo il teatro riusciamo ad amare anche lei”. Tutto ciò lo aveva fatto diventare uno delle personalità più stimate dalla gran parte dei tifosi giallorossi, anche dagli ultras che ogni domenica erano e sono presenti sugli spalti a esaltare i loro beniamini in campo.
Inoltre, nonostante le prestazioni non sempre esaltanti, Proietti voleva e riusciva a seguire le partite della Roma dovunque fosse, anche durante una delle sue numerose tournée teatrali. Quando era giovane si recava allo stadio, anche arrivando tardi in teatro, e per scusarsi usava la scusa di una delle sue famose “mandrakate”.
Con l'età che avanzava invece, non riuscendo a essere sempre presente sugli spalti dello stadio Olimpico, si faceva installare un televisore nel suo camerino per seguire la partita. A chi gli diceva che doveva andare sul palco per le prove rispondeva in modo inequivocabile: “Scusatemi, ma c'è la Roma...”.
In chiusura vorrei ricordare anche il rapporto che Proietti, simbolo di Roma, era riuscito a formare con Francesco Totti, immenso capitano giallorosso e simbolo della Roma. Poco dopo il ritiro del Capitano, nel maggio 2017, l'attore aveva detto: “Francesco è stato un fedelissimo indossando una sola maglia. Rispetto a Francesco, si va oltre il fatto puramente tecnico, lui è uno di quei personaggi che scavalcano questo aspetto, è una icona. Non credo nascerà un altro Totti. Il figlio Christian gioca? Allora si sbrigasse...”.
I due, oltre ad essere legati da una forte amicizia personale, erano simili visto che erano molto umili nel gossip ma favolosi nei loro rispettivi ambiti lavorativi. Io non posso che salutare Gigi Proietti sperando che, anche adesso, possa continuare a fare qualche sua altra “mandrakata”.
Roberto Consiglio