Il dio denaro ha ancora una volta mostrato il suo fallimento nel mondo del pallone. È una delle prime cose che ho pensato vedendo il cammino in Champions League della tanto blasonata Inter di Antonio Conte. Questa estate, dato anche il sontuoso mercato della squadra nerazzurra, in molti vedevano il club meneghino come la protagonista della stagione sia a livello nazionale che internazionale. E come dar loro torto considerando gli acquisti, nel giro di due anni, di Romelu Lukaku, Arturo Vidal e Alexis Sanchez? E poi Hakimi, Eriksen, Young, Darmian.
Già nel campionato italiano però il percorso fin qui fatto dall'Inter è tutt'altro che da schiacciasassi. Nelle 10 partite disputate finora i giocatori di Conte hanno raccolto 21 punti. Frutto di 6 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta. Guardando così questi numeri neanche un percorso troppo negativo. Se però andiamo a vedere gli scontri diretti risulta che dei 3 disputati finora l'Inter non ne ha vinto neanche uno.
A ottobre ne sono stati giocati due: l'1-1 con la Lazio a Roma e, soprattutto, l'1-2 nel derby casalingo con il Milan dell'ex Ibrahimovic che ha segnato i due gol decisivi. A novembre, invece, ricordiamo l'1-1 a Bergamo con l'Atalanta. Senza nulla levare al valore degli avversari, vedendo gli acquisti del mercato estivo non ci si aspettava questo cammino nelle partite “di cartello”.
Ma il vero crollo è stato nel girone di Champions League. L'Inter, infatti, è uscita malamente dalla competizione, occupando l'ultima posizione nel gruppo B con solamente 6 punti in sei incontri disputati. I numeri ottenuti mostrano chiaramente il tracollo internazionale dei ragazzi di Antonio Conte. Entrambi gli scontri diretti persi con il Real, l'altra squadra che all'inizio era in lizza per il passaggio del turno con i nerazzurri: 3-2 a Madrid e 0-2 a Milano.
Le partite che però hanno fatto capire la vera realtà della squadra sono state il 2-2 alla prima giornata con il Borussia Mönchengladbach o i due 0-0 con lo Shaktar Donetsk, sia a San Siro che in Ucraina. Soprattutto nella partita giocata allo stadio Olimpico di Kiev il 27 ottobre scorso, a leggere i commenti del post partita, si era capita la pochezza in molti punti del campo del team meneghino.
Per giustificare questo suo crollo l'allenatore Conte ha dato la colpa al direttore di gara affermando che la sua squadra non era stata rispettata dagli arbitri. Inoltre, nei commenti post partita dopo il match di ieri sera, è parso particolarmente frustrato e ha sollevato una diatriba con Fabio Capello, rispondendo in modo sgarbato e sbrigativo alle normalissime domande da studio. Oltre a millantare una persecuzione della sfortuna quantificando in “una cinquantina” i tiri in porta messi insieme tra la gara di andata e quella di ritorno. Peccato che le statistiche relative a ieri sera parlino sì di 21 tiri, ma solo 4 nello specchio. E vedendo la partita, si è assistito a un dominio davvero sterile, con gli avversari che difendono con ordine e due sole enormi palle gol, la traversa di Lautaro all'inizio e l'incredibile “salvataggio” di Lukaku nei minuti finali.
Antonio Conte non è immune da questo tipo di polemiche che hanno caratterizzato, in maniera abbastanza periodica, la sua carriera sulla panchina nerazzurra. Questo teatrino infantile era cominciato l'anno scorso quando il capro espiatorio era stato individuato nella poca qualità della rosa. Quest'anno si è passati alla poca cattiveria delle ottime, almeno sulla carta, scelte che ha a disposizione da mandare in campo. Ricordiamo che Antonio Conte ha un contratto di 11 milioni di euro netti a stagione che dura fino al 30 giugno 2022. Non proprio un accordo per chiunque, ma se si parla del “più grande”, almeno secondo i media nostrani, allora tutto è concesso.
Guardando la figura di Conte si vede anche una nota dolente del suo passato: la squalifica per 10 mesi dopo un caso di calcioscommesse nel campionato 2010/2011. Conte, al tempo, era l'allenatore del Siena nel campionato di serie B. Le partite in cui la guida tecnica nerazzurra venne chiamato in causa erano due. La prima quella con il Novara, giocata il 30 aprile 2011, terminata 2-2; la seconda quella con l'Albinoleffe, il 29 maggio seguente, conclusasi con la sconfitta dei toscani per 1-0. Secondo le parole dell'ex centrocampista bianconero Filippo Carobbio, una delle figure chiave dell'inchiesta sui risultati truccati, Conte ed i suoi collaboratori, oltre ad avere organizzato il risultato dei due incontri, erano a conoscenza della situazione illegale.
La sentenza arrivò nell'estate del 2012, quando il tecnico sedeva sulla panchina juventina. La Commissione Disciplinare della Federcalcio lo squalificò per 10 mesi (poi ridotti a 4 dal Tribunale nazionale arbitrale dello sport) perché da allenatore del Siena “non poteva non sapere” dei tentativi di combine.
Sulla qualità morale di Antonio Conte sono stati scritti fiumi e fiumi di inchiostro che qui non sto a ricordare. Tutto questo, però, non ha minimamente intaccato l'appeal mediatico del tecnico salentino, almeno in determinati ambiti del giornalismo nazionale.
Anche se protagonista di una stagione parecchio al di sotto delle aspettative il tecnico interista viene ancora rappresentato come un allenatore top. Al contempo, gli stessi media si ostinano a mettere in dubbio le permanenza di allenatori su altre panchine.
Questo nonostante i tecnici chiamati in causa siano protagonisti di campionati importanti. Inoltre, non credo che tutti possano contare su giocatori del calibro di Eriksen e Lukaku.
Insomma, ancora una volta il mondo del pallone segue dei rigidi dettami emanati da non si sa quale primus inter pares. La storia, però, sappiamo tutti che è la più bella “maestra di vita”...
Roberto Consiglio