Se avete frequentato anche solo per un breve periodo le curve, la retorica del “Combattete da ultras” rivolto ai propri giocatori non potrà esservi estranea. Tuttavia, sarà molto meno usuale vedere il contrario, cioè ultras, o comunque tifosi accaniti, che “si comportano” da calciatori. Certo, nel corso degli anni e soprattutto nell’arcipelago del calcio popolare abbiamo avuto diversi esempi virtuosi: dallo United of Manchester all’Atletico Club de Socios, fino ad arrivare anche qui in Italia, dall’Ideale Calcio Bari alla Brutium Cosenza (senza contare contesti che se non provenienti direttamente dalle curve hanno accolto diversi transfughi delle curve che a loro volta hanno influenzato la coscienza e la cultura dei propri club, da Firenze a Palermo), ma probabilmente nessuno può vantare una storia turbolenta come quella del Canelas 2010, club di un sobborgo meridionale di Oporto, che attualmente milita nella terza divisione portoghese ed è soprannominata “la squadra più cattiva del mondo”.
Il motivo di questa fama è dovuto al fatto che dopo il fallimento e la rinascita di questo club (appunto nel 2010), nella squadra hanno cominciato a giocare parecchi ultras del Porto, più precisamente del loro principale gruppo, i Super Dragoes, un gruppo con oltre 5000 tesserati, che insieme alle due tifoserie della capitale Lisbona rappresentano la punta di diamante di un movimento ultras lusitano ancora abbastanza “artigianale” e grezzo e che possono vantare anche un’amicizia con gli ultras della Sampdoria (dell’anello inferiore della Gradinata Sud). Il capitano del club è Fernando Madureira, “il macaco”, leader del gruppo e atleta professionista di MMA che da giovane aveva anche iniziato a giocare nelle formazioni giovanili del Canelas, prima di dedicarsi a tempo pieno ai Super Dragoes circa venticinque anni fa, per tornare nel 2012 alla sua antica passione.
E fin qui nulla di (particolarmente) strano.
Le anomalie, però arrivano quando si inizia a spulciare nella storia recente del club, a partire dalla controversa promozione della stagione 2016-17, quando il Canelas ottenne il salto di categoria dal Porto Divisão de Elite Série 1 disputando solo sette partite (di cui sei vinte) e vincendo le restanti sedici a tavolino, perché – dopo una serie di incontri clandestini tra le altre squadre del torneo – dodici delle altre tredici squadre partecipanti al campionato decisero di non presentarsi, nonostante la federcalcio portoghese avesse comunicato che ogni diserzione sarebbe costato 750 euro di multa a ogni club – in quanto a loro dire terrorizzate dalla condotta antisportiva espressa in campo dagli avversari che stando alle dichiarazioni del presidente del Grijo, Manuel Gomes (che per avvalorare le sue tesi ha esibito anche un filmato in cui c’erano diversi azioni “incriminate”, da vere e proprie mosse di karate a interventi ruvidi coi piedi a martello eccetera) prima del fischio di inizio, i calciatori del Canelas si avvicinavano agli avversari e all’arbitro facendo presente che sapevano dove abitavano, loro e i propri familiari.
L’unica squadra che non partecipò al boicottaggio fu il Candal che si prese addirittura il lusso di vincere per due reti a zero (la cosa paradossale è che dai tabellini del match risulta che l’unico espulso nel match apparteneva proprio al Candal). Nei play-off successivi che avrebbero assegnato la promozione, Marco Gonçalves, uno dei calciatori venne espulso dopo solo due minuti di gioco per aver morso un calciatore del Rio Tinto e, non contento, ruppe il setto nasale dell’arbitro con una ginocchiata, gesto che gli costò quattro anni di esclusione dai campi e undici mesi di reclusione con pena sospesa ed esclusione dal club. Il Rio Tinto vinse quella partita 3-0, ma non si presentò al ritorno e il Canelas vinse a tavolino conquistando la promozione. Tuttavia, la squadra non mantenne la categoria, ma dopo un solo anno di purgatorio ritornò nel Campeonato de Portugal Série D (col nostro linguaggio, sarebbe il girone D della serie C) e adesso si trova stabilmente nei primi posti.
D’altro canto queste accuse vengono respinte in blocco da Madureira che, oltre a difendere a categoria degli ultras, più volte ha sottolineato come il Canelas sia l’unico club del campionato ad avere arbitri locali che avrebbero paura e che quindi vengono mandati fischietti da altre regioni del paese lusitano e che c’è sempre un contingente di polizia alle loro partite per evitare che la situazione degeneri, eppure la squadra resta sempre nelle posizioni di vertice; e che questa crociata contro il Canelas non coincide con l’arrivo in massa degli ultras nella squadra, ma con le affermazioni in campionato, perché nel campionato girerebbero parecchi soldi e tante squadre hanno a disposizione budget nettamente superiori e che quindi si tratterebbe quasi di una “serrata padronale” nei loro confronti, abusando forse un po’ troppe delle tematiche a noi care sul calcio popolare contro il calcio dei milioni, a dimostrazione – l’ennesima – di come la retorica, in ogni sua forma possa facilmente sostituirsi all’ideale genuino riuscendo nell’impresa di voler salvare la loro visione di calcio, sacrificando paradossalmente proprio il calcio.
Giuseppe Ranieri