• Home
  • Sport popolare
    • Editoriale
    • Prima pagina
    • Eroi del popolo
    • Fuori dal campo
    • Eventi
  • chi siamo
  • catalogo
  • recensioni
  • interviste
  • contatti

Quarticciolo, periferia dell'Avana

  • Stampa
  • Email

Martedì 20 aprile 2021 Vittorio Brumotti ha subito un'aggressione al Quarticciolo. L'inviato di Striscia la Notizia, non pago delle sue vecchie “imprese” non andate a buone fine in altre periferie delle città italiane, si è recato nella borgata di Roma Est tra la Togliatti e via Prenestina per documentare lo spaccio che secondo lui, in base ai soliti generici luoghi comuni, caratterizza quella zona.

Un fatto che, nei giorni a seguire, ha monopolizzato il panorama comunicativo cittadino anche in vista delle elezioni comunali previste per il prossimo autunno. Prendendo spunto da quanto accaduto a Brumotti si sono descritte ancora una volta, e in maniera abbastanza superficiale, le periferie romane come zone di solo spaccio e degrado.

 

Con queste affermazioni chi scrive non vuole certo dire che questi quartieri siano esenti da determinati problemi, anzi. Ma il fatto che vengano etichettati in maniera così semplicistica non fa arrivare agli occhi della gente quelle belle realtà che, negli ultimi anni, stanno cercando di contrastare le numerose difficoltà presenti.

Il Quarticciolo, nello specifico, è caratterizzato da un fulgido esempio di sport popolare quale la locale palestra popolare. Occupata nell'agosto 2015 e inaugurata all'incirca un anno dopo, grazie alla sola volontà di un gruppo di ragazzi della borgata, questo è un luogo in cui si pratica una disciplina sportiva in particolare: la boxe.

Per l'esattezza, nella struttura di via Ostuni 4 si cerca di mettere in pratica il modello di una importante e vincente scuola di boxe a livello mondiale: quella cubana. A tal proposito, ritengo che sia fondamentale citare un libro per capire al meglio questa realtà.

Il saggio in questione si intitola Pugni e Socialismo. Storia popolare della boxe a Cuba. L'opera, uscita per la prima volta nel gennaio 2016 per Red Star Press e scritta da Giuni Ligabue e Chiara Gregoris, è stata ripubblicata, con una copertina totalmente nuova, a febbraio 2021.

Un metodo di allenamento e insegnamento del mondo dei guantoni, quello messo in atto nella piccola isola caraibica, che non tiene in conto di valori come il semplice guadagno o la fama personale del singolo pugile. Ciò che conta, dalle parti dell'Avana, sono infatti ideali come socialità e crescita collettiva.

In poco meno di 100 pagine da leggere, 91 per l'esattezza, i due autori ci descrivono a 360° cosa rappresenta la boxe a Cuba. Un'unione che non riguarda solamente il semplice ambito sportivo.

Nel libro ci viene descritta l'evoluzione storica della boxe nell'isola prima e dopo la Rivoluzione cominciata da Fidel Castro il 26 luglio 1953 e terminata con la presa dell'Avana il 1 gennaio 1959. Al contempo viene messo in risalto il forte legame che vi è tra l'ambito sportivo locale e quello politico formatosi a seguito del radicale cambiamento politico che ha fatto diventare la piccola isola una delle bestie nere del vicino, e onnipresente, cugino nordamericano.

Grazie alla boxe il popolo cubano è riuscito, nonostante tutte le problematiche che ha dovuto affrontare nella seconda metà del XX secolo, a portare il proprio paese a essere una delle nazioni più fiere ed orgogliose a livello sportivo. Gli stessi atleti che hanno rappresentato Cuba a livello internazionale si sono levati parecchie soddisfazioni per ciò che riguarda i risultati raggiunti.

Personaggi come Teofilo Stevenson e Felix Savon, infatti, sono ancora oggi ricordati per le numerose medaglie olimpiche vinte, ma non solo. Insomma, anche se ci si concentra sul lato sociale di questo sport, a L'Avana non si mette certo da parte la serietà con cui lo si pratica e i numerosi riconoscimenti conquistati sono là a testimoniarlo.

Anche l'aspetto sociale è molto importate nell'ambito della boxe cubana. I pugili locali crescono infatti insieme fin dalla giovane età e vengono cresciuti seguendo dettami come rispetto per l'avversario.

Altro spunto che caratterizza questo ambito del mondo dei guantoni è il binomio scuola-sport. Infatti un atleta, qualunque sia il suo livello di preparazione, viene messo di fronte a una scelta netta: per cercare di andare avanti nella propria carriera sul ring bisogna anche portare a casa buoni voti nell'ambito scolastico.

Un modo molto interessante di coniugare crescita del corpo e della mente allo stesso modo. Tutto questo ha fatto sì che, a Cuba, si parli in tutto e per tutto di una vera e propria “boxe sociale” a cui, non a caso, è dedicato un intero capitolo di Pugni e socialismo.

Questo modello caraibico viene ripreso quasi interamente anche all'interno della Palestra Popolare Quarticciolo. Ciò, guarda caso, ha fatto sì che dalla struttura della borgata di Roma Est uscissero bellissime e future speranze del mondo dei guantoni.

Giovani promesse che, come i loro colleghi cubani, hanno ottenuto ottimi risultati negli ambiti e nei tornei in cui hanno potuto gareggiare finora.

Nel libro in questione viene messa in risalto una frase di Teofilo Stevenson. Quando il pugile cubano, vicino al trasferimento negli Stati Uniti per diventare un pugile “mainstream”, rifiutò tale offerta, gli venne chiesto il perché di questa scelta. Egli rispose con queste parole: “Cosa sono cinque milioni di dollari in confronto all'amore di otto milioni di cubani?”.

Chissà se, in un futuro prossimo, leggeremo anche qualcosa di simile per un giovane cresciuto nella struttura di via Ostuni 4. La speranza, come si dice in questi casi, è l'ultima a morire.

Roberto Consiglio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dettagli
Scritto da Super User
Categoria: Prima pagina
Pubblicato: 02 Giugno 2021
  • Sport da combattimento
  • Riot
  • Indietro
  • Avanti

Articoli in archivio

Articoli più letti

  • "Boxe contro l'assedio": in Palestina non si smette mai di combattere
  • Tra Valencia e Gotham City
  • Il cerchio degli intoccabili si è rotto: un bilancio sulla boxe in Italia dopo il disastro della spedizione olimpica
  • Metti un giorno, per caso, l'FA Cup in Italia (con tabellone!)
  • Tuonati con Stile. Vita da hooligan oltre la grigia Bassa Sassonia
  • Quando tradizione e ribellione convivono: intervista a un tifoso della Royale Union Saint-Gilloise
  • Chi siamo
  • Sostenere il Celtic: coscienza di classe e identità politica
  • "Questa finale non s'ha da fare", ovvero l'eterna arroganza di Israele
  • La politica in campo: le 70 primavere di Paolo Sollier
  • Sei qui:  
  • Home
  • Sport popolare
  • Prima pagina
  • Quarticciolo, periferia dell'Avana

                Licenza Creative Commons

Back to Top

© 2023 Sport popolare

In questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.