Con l'inizio dei vari campionati nazionali ha preso il via la nuova stagione calcistica nel Vecchio Continente. Da alcune settimane però sono cominciati anche i turni di qualificazione alle fasi ai gironi delle più importanti coppe europee.
Come ogni anno alcuni risultati raggiunti sui campi hanno lasciato abbastanza sbalorditi gli appassionati del mondo del pallone. Al fischio finale di determinati match sono partiti numerosi dibattiti che, molte volte, vanno ben oltre il semplice ambito calcistico.
Un esempio abbastanza eclatante sotto questo punto di vista, tra quelli che sono accaduti, ci porta alla partita giocata allo stadio Maksimir di Zagabria dove, nella serata di mercoledì 25 agosto, si è giocato il ritorno tra i padroni di casa della Dinamo Zagabria e la squadra “moldava” dello Sheriff Tiraspol. L'incontro, conclusosi con il risultato di 0 a 0 , ha decretato la prima storica qualificazione alla fase finale della coppa dalle grandi orecchie del team calcistico “moldavo”, che aveva vinto il match di andata con un perentorio 3 a 0.
Questa è una storia che racchiude in sé ambiti molto diversi tra loro: dall'imprevidibilità che, nonostante tutto, ancora caratterizza il mondo del pallone attuale (visto che almeno secondo i bookmakers era nettamente favorita la Dinamo) fino alla corruzione politica, passando per la storia e la geopolitica internazionale. Tiraspol, infatti, è una città che solo ufficialmente si trova nella Moldavia orientale.
Dico così perché, de facto, questa città è la capitale della Transnistria, una regione che rivendica l'indipendenza dal governo di Chisinău per poter tornare a far parte della Russia.
Questo perché nella piccola Transnistria è ancora molto forte l'eredità di quella che fu l'Unione Sovietica. Tanto per dare un indizio si può vedere la bandiera ufficiale della regione in questione dove si nota in maniera chiara la presenza del simbolo con la falce e il martello in alto a sinistra.
Nel 1991 la Moldavia dichiarò in maniera chiara e netta la sua indipendenza dall'URSS. La separazione fu a 360°, sia dal punto di vista territoriale che da quello ideologico.
Il 2 settembre 1990, però, la piccola repubblica ex sovietica aveva dovuto accettare la dichiarazione di indipendenza della stessa Transinistria che preferiva restare sotto il controllo di Mosca. Ad oggi la Russia, lo ricordiamo, è il solo Stato che ha riconosciuto la piccola enclave della Moldavia orientale come stato a sé.
Da lì ebbe inizio una forte tensione tra i due paesi. Queste situazioni d'altronde, nell'est dell'Europa, sono quasi all'ordine del giorno. A tal proposito come non ricordare la questione della Crimea e quella del Donbass, che portarono a una guerra scoppiata nel 2014, e tuttora in corso, tra Ucraina e Russia.
Ma della situazione attuale in Transinistria pochi ne sanno e quasi nessuno ne parla. Solamente quando accade un fatto eclatante, come la qualificazione della più importante squadra locale nientemeno che alla prossima Champions League, ecco che si trova qualche articolo al riguardo.
Ora che la squadra di Tiraspol è riuscita a qualificarsi alle fasi finali della Champions League, chissà come si comporterà la Uefa al riguardo. Troppe volte, infatti, il massimo organismo calcistico del Vecchio Continente ha avuto delle posizioni abbastanza ambigue quando sport e politica si venivano a mischiare tra loro.
In Transinistria, invece, questi due ambiti si sono uniti più e più volte negli ultimi anni. Il Tiraspol gioca nel campionato moldavo ufficiale, il Divizia Natională.
Da un punto di vista dei risultati raggiunti si può parlare di un vero e proprio dominio. Dal 2001 infatti ha vinto ben 19 titoli venendo superato solo in due stagioni: 2010/2011 e 2014/2015.
Questi traguardi sono il frutto di una storia cominciata nel 1996. Proprio nell'estate di quell'anno infatti venne fondato il Tiras Tiraspol, precursore dell'attuale Sheriff.
Pochi mesi dopo un ex agente dei servizi segreti, tale Victor Gusan, attuale presidente di una azienda di supermercati, chiamata proprio Sheriff, acquista la squadra. Gusan decide immediatamente, per puri scopi pubblicitari, di rinominare il club come la sua azienda.
Victor Gusan ha un socio con cui condivide un oscuro passato politico. Stando a varie inchieste locali i due sarebbero dei veri e propri prestanome dell'eterno presidente della Transnistria Igor Nikolaevic Smirnov, in carica ininterrottamente dal 1990 al 2011.
Lo Sheriff ha all'interno del suo consiglio di amministrazione i due figli di Smirnov, e grazie a loro riesce a ricevere importanti aiuti pubblici.
L'azienda, con i soldi percepiti dal governo regionale, diventa un vero e proprio colosso in vari ambiti della vita locale. Tra questi non poteva mancare naturalmente quello del mondo del pallone.
La squadra ne beneficia, ottenendo importanti risultati, grazie all'arrivo di giocatori come Adama Traoré, doppietta alla Dinamo nella partita di andata ed ex ala del Metz, e l'ex-Panathinaikos Dimitrios Kolovos, che è ancora un giocatore nel giro della nazionale ellenica.
Durante le partite dello Sheriff la politica è diventata predominante sugli spalti dello stadio casalingo. La questione moldavo-russa sulla Transinistria si è accesa ancora di più dopo che la regione, nel 2014, ha chiesto ufficialmente l'affiliazione col Cremlino.
Uno dei cori più ripetuti dai tifosi di casa è un vero e proprio supporto al governo di Mosca. Putin dal canto suo ha appoggiato militarmente la piccola enclave moldava con ispirazioni secessioniste. Potete ben capire che la qualificazione dello Sheriff Tiraspol rappresenterà un'altra bella gatta da pelare per Ceferin e company. Ne vedremo delle belle, statene certi.
Roberto Consiglio