Il Rayo Vallecano di Madrid ha scritto un piccolo tassello della sua quasi centenaria storia. Mercoledì scorso, 2 febbraio 2022, la squadra del sud est di Madrid si è qualificata alle semifinali di Copa del Rey. Un traguardo storico per la squadra di Iraola, raggiunto per la prima volta dopo 40 anni.
Il Rayo (“folgore in spagnolo”) è stato fondato il 29 maggio 1924 con il nome di Agrupación Deportiva El Rayo. Poco dopo si decise di modificare il nome del club, che diventò Agrupación Deportiva Rayo Vallecano, e di adottare come stemma quello del distretto di Vallecas, nella parte sud orientale e, da sempre, uno dei più ribelli della capitale spagnola.
Da lì è stato un alternarsi tra Primera e Segunda division: 12 volte nella prima e 31 nella seconda. Questo l'ha resa nota, alla maggior parte della gente che segue il calcio, come la terza squadra di Madrid, dopo gli “immortali” Real e Atletico.
Capite bene che il risultato raggiunto nella più importante coppa nazionale della penisola iberica ha il suo peso. Purtroppo però questo importante traguardo è stato raggiunto senza il supporto dei suoi ultras più accesi: i Bukaneros.
Tra gli ideali su cui si basa il gruppo vi sono quelli dell'antifascismo e dell'antirazzismo. Inoltre vi è un forte radicamento nel quartiere Vallecas.
Il caso che ha fatto disertare gli spalti del Campo de Fútbol de Vallecas, lo stadio della squadra, è stata la decisione del presidente Raúl Martín Presa di non permettere l'entrata sugli spalti di simboli riconducibili agli stessi Bukaneros. Al fine il gruppo è entrato lo stesso ma senza bandiere né sciarpe e, nonostante il periodo dell'anno, a torso nudo. Non si è sentito il solito incitamento per i giocatori durante il corso del match nonostante l'importanza della posta in gioco.
I ragazzi dei Bukaneros hanno preferito intonare cori verso il tecnico e lo slogan “Presa vete ya”.
Questo perché gli ultras, viste le loro basi ideologiche, si erano schierati apertamente contro l'ingaggio di Carlos Santino come allenatore della prima squadra femminile. Santino è un personaggio con una brutta ombra nel suo passato.
Circa quattro anni fa è circolato un audio, a lui addebitato, in cui lo si sente incitare allo stupro “come quelli di Arandina”. Nel novembre 2017, tre giocatori dell'Arandina, squadra di calcio di terza divisione di Aranda de Duero, nella regione di Castiglia e León, furono accusati di violenza sessuale continuata ai danni di una minore, una ragazzina di 15 anni.
Forte e deciso è stato il comunicato del gruppo ultras sulla questione poche ore prima del match: “Nel Fondo (il settore occupato dai Bukaneros, ndr) oggi vengono applicati divieti che non sono mai stati applicati. Vogliono che questa partita si giochi senza Bukaneros. Il Rayo Vallecano vuole un quarto di finale di Coppa con il FONDO VUOTO”.
Pronte sono state le scuse dell'allenatore con un lungo messaggio “Voglio scusarmi e registrare pubblicamente il mio profondo rammarico per lo sfortunato, e di pessimo gusto, imperdonabile scherzo maschilista, che ho fatto più di quattro anni fa in un WhatsApp privato. Scherzo che non avrei mai dovuto fare. A volte fai commenti senza cattive intenzioni e senza renderti conto della serietà, ma quando li ascolti dici: 'Questo non è accettabile'”. Lo stesso allenatore ha poi continuato dicendo “voglio ringraziare il Rayo Vallecano e tutti i membri che lo compongono, che dopo che sono emersi questi audio del mio passato, di cui mi dispiace profondamente e mi vergogno, mi hanno ascoltato, capito le mie spiegazioni e, soprattutto, accettato il mio sincero mi scuso per un audio che non riflette in alcun modo il mio modo di essere o i miei valori, che ho dimostrato con i fatti per tutta la vita in modo impeccabile e che tutte le persone che mi conoscono possono testimoniare”.
Le acque però non si sono calmate e si è arrivati allo scontro aperto tra la tifoseria e il presidente, nei confronti del quale c'è una guerra intestina che va avanti da alcuni anni. Questa situazione non aveva finora mai fatto mancare il supporto per il Rayo: una passione viscerale quella che lega la squadra ed i supporter locali.
Intanto, il sogno in Coppa continua... vediamo quando si dovranno svegliare.
Roberto Consiglio