Degage, lo studentato occupato romano che martedì scorso è stato sgomberato all'alba dalla polizia con la solita brutalità, per oltre due anni ha racchiuso in sé molte cose: un tetto sopra la testa per decine di studenti e precari, un progetto politico giovanile estremamente attivo in città (e questo continuerà ad esserlo, ci mancherebbe) e anche una palestra antifascista. Tra le varie iniziative messe in campo per rispondere allo sgombero, questa mattina ce n'è stata una bizzarra quanto significativa: gli atleti e le atlete (parola, almeno per alcuni, forse un po' eccessiva!) sono andati ad allenarsi nel centro di Roma, per mostrare agli abitanti, alle istituzioni della città e agli onnipresenti turisti cos'è che si prova a cancellare quando si sgomberano spazi di questo tipo.
Con un congruo e consueto ritardo siamo giunti nella tarda mattinata sulla piazza del Campidoglio, davanti a quel Comune di Roma che ogni giorno dimostra in modo disarmante quanto ci tiene ad una città vivibile, equa e culturalmente vivace. Non appena è stato attaccato un cartellone che spiegava l'iniziativa e gli atleti si sono disposti per iniziare il riscaldamento, subito due solerti vigili urbani sono intervenuti agitati e urlanti per strappare il cartello e intimarci di andarcene perché, che diamine, non eravamo autorizzati! Curiosamente vicino a noi passavano vari corridori amatoriali che si allenavano indisturbati: qual è dunque il numero-limite di persone con cui puoi liberamente praticare attività fisica nelle strade di una città senza che qualche esagitato in divisa venga ad interromperti? Mentre sopraggiungevano anche dei funzionari di polizia e pazientemente alcuni atleti provavano a riportarli alla ragione, gli altri continuavano il riscaldamento superando lentamente l'imbarazzo di quel palcoscenico affollato soprattutto di turisti attoniti. Ma la pressione poliziesca si è presto fatta insostenibile, e l'allenamento si è rapidamente spostato nella sottostante piazza Venezia, nei giardinetti al capolinea degli autobus, protetti tra l'altro da una provvidenziale ombra. L'iniziativa è quindi proseguita più tranquillamente, tra la curiosità dei passanti e lo sguardo bovino di alcuni agenti della Digos, ai quali veniva davvero voglia di proporre di mettersi fasce e guanti e accettare sportivamente una sfida: chissà se senza un reparto armato fino ai denti e pronto a caricare sarebbero tanto coraggiosi ed esuberanti! La fatica non tarda però a farsi sentire: il primo allenamento dopo un'estate passata dalla maggior parte degli atleti con uno stile di vita non esattamente da sportivi professionisti è sempre molto delicato per il fisico, figuriamoci con il caldo di mezzogiorno e mezzo!
C'è quindi poco altro da aggiungere, se non che Degage, la sua palestra e le sue mille iniziative continueranno a vivere nella città di Roma, che lor signori lo vogliano o no. Come recita la campagna lanciata dopo lo sgombero: ci togliete dalle case, ci trovate nelle strade!
Matthias Moretti