Questo il coro che riecheggiava, tuonava dirompente nelle strade di San Lorenzo in questa data che rimarrà per sempre storia.
14-05-2022!
Prima di questa data, mentre l'ansia assaliva voluttuosa le giovani calciatrici dell'Atletico, c'era un sogno da sempre, è il sogno che il modello popolare potesse essere un modello vincente, competitivo, che potesse essere una storia capace di essere raccontata nel tempo, dopo questa data il sogno si fa sempre più realtà.
Partiamo da un po’ addietro, in quella squadra di sognatrici c'ero anche io, affascinata dall'idea che il calcio non appartenesse solo alla sfera maschile ma che potesse essere emancipazione, sudore, pane e rose quotidiane.
L’esigenza era semplice, non solo prendere a calci un pallone ma soprattutto stare insieme, prendere a calci i pregiudizi e poi perché nasconderlo, fiumi di passioni, di condivisione, di alcool e amore.
L'idea era proprio questa, andare oltre il rettangolo di gioco, e anche se non fossi stata (quasi mai a dirla tutta) in campo ero comunque parte integrante di questo gioco, che si estende oltre la rete e oltre le convocazioni settimanali.
Negli anni ho visto crescere questo progetto settimana dopo settimana, ho sentito risuonare il suo nome e i cori dell'atletico San Lorenzo tra le strade, nelle piazze, nei bambini, nelle scuole e nei sogni di tutti noi.
Ma per quanto in questi anni la mia mente viaggiasse lontano, non avevo mai realizzato che ci potesse portare così in alto.
Sabato sera, quindi, sono uscita di casa consapevole che non sarebbe stata una partita come le altre, che in questa partita avremmo dovuto dimostrare tutto il cuore che ci aveva spinto a osare questo assalto al cielo.
Eppure qualche passo decisivo e indimenticabile era stato già fatto. Ricordo ancora il giorno in cui disputammo la finale di Coppa per approdare alla Serie C.
Fu una festa e fu quanto di più emozionante avessi mai provato nella storia di questo progetto.
Le giocatrici furono formidabili, la tifoseria tuonava e incalzava il ritmo dei gol, quel giorno capimmo tutti che questa squadra sarebbe arrivata lontano.
E fu gioia, la gioia non finì quel giorno ma come una libagione continua per mesi successivi le Atletiche portarono ovunque quella coppa bevendoci come se fosse un calice, una Sacro Graal, come se fosse parte integrante del loro quotidiano, a turno la conservarono fieramente, di mano in mano di bocca in bocca, un suggello ramato dal quale era difficile staccarsi. Questo per dire che tipe sono le Atletiche. Come quando giustificai al mio compagno allibito che prima di ogni gara le Atletiche si riunissero per un aperitivo pregara (alcoolico!). Così si sovverte l'idea di sport, così lo si emancipa dai dogmatismi, rendendolo quello che è, un gioco bellissimo fatto da donne belle, e soprattutto belle forti.
Che fosse un divenire del sogno, lo si era capito subito, lo spostamento del mister Pierino Greco dal maschile di calcio al femminile di calcetto, ha fatto in modo che le cose con naturalezza prendessero identità, ringraziando nel cuore e nell’anima la condottiera che fino a quel momento aveva alimentato la fiammella della vittoria, l'indimenticabile mister x, Patrizia Scoffone, una di noi per sempre, il progetto andava consolidandosi anche dal punto di vista strettamente tecnico. E poi l'osmosi tra vecchie e nuove giocatrici, il salto qualitativo di un intero collettivo. Dopo Iole Volpi, una delle calciatrici più forti di sempre ad aver indossato i nostri colori, sembrava fosse impossibile raggiungere vette ancora più alte, ma la strada era tracciata.
La voglia di un intero gruppo capitanato dall'imperitura "teppista" Cecilia da Verona di migliorarsi era tangibile e ossessiva, e il 14.5.22 ci dice questo: che la programmazione unita alla gioia porta all'affermarsi, che compagn* come Vito e Angela non sono solo importanti ma vitali. Che giocatrici di carisma come Bozzetto&C. (per citare la giocatrice preferita del mio compagno) sono follia allo stato puro.
Qualche nota di cronaca di un giorno fantastico: la sveglia suona già di prima mattina, come ogni partita con un coro nella chat di squadra intonato dalla voce rauca della capitana, ma quello che poche volte capita di vedere è una squadra entrare negli spogliatoi già urlando e cantando, ovviamente dopo l'aperitivo da Pagnottella. Il clima è teso ma le Atletiche sanno la loro.
Il resto della polisportiva è in fibrillazione, l'idea di andare a giocarci l'A2 in Sardegna solletica l'immaginario di tutt*.
E quando scendono in campo, mai nella storia dell'Atletico San Lorenzo si era vista tanta gente spettatrice, un seguito da fare invidia a tutta Italia, ma non è frutto del caso, le Atletiche hanno una loro tifoseria, costruita intorno al valore dell'antisessismo e dell’antimachismo, forgiata di vittoria in vittoria e di post partita sui banconi dei peggiori bar del quartiere (Sally Brown docet). Per la prima volta c’erano una tribuna e ben due curve e tutti i lati del rettangolo erano colmi di occhi per loro. Il tifo indiavolato ma gioioso, mai contro le avversarie sempre per le nostre.
E fu GIOCO.
le ragazze ci avevano abituato a partite in casa eccezionali, come la partita con Eventi Futsal, probabilmente la più bella mai giocata, quindi vederle un po’ bloccate e probabilmente emozionate stonava con l'idea che avevamo della partita che è stata combattuta in cui la nostra superiorità ha faticato a emergere, infatti sono stati necessari i tempi supplementari per avere la meglio sull’agguerrita squadra avversaria.
Ma la nostra garanzia Gaia e le compagne quel giorno avevano un appuntamento con la storia e quindi con tenacia e sudore hanno portato alla vittoria che alla fine risulterà netta.
E la gioia è esplosa, persino il sempre schivo Vincenzo, custode del campo ha festeggiato con noi. Ci siamo emozionate ed emozionati tutti insieme, abbiamo visto scorrere lacrime di gioia, abbiamo sentito il nostro inno cantato come se non ci fosse un domani, persino l'autore Emilio Stella si è visibilmente commosso, e non abbiamo lasciato indietro nessuno, anche nostro fratello Andrea Dorno è saltato giù perché si sa lui vive e gioca e giocherà sempre con noi.
Adesso la storia continua, la conquista della Sardegna e della A2 è a portata di mano ed ora tutti insieme famo veramente paura, ed ora chi ci ferma più? Pullulano le chat per organizzare questa magnifica mega trasferta.
La gioia più grande è che mia figlia Elide porti dentro di sé gli odori acri dei fumoni, le risate sguaiate, i cori infiniti, il sudore e le ascelle pezzate della mie sorelle rossoblù.
E ora tutti e tutte in Sardegna per continuare a scrivere le pagine più belle di una storia fantastica, chiamata ATLETICO SAN LORENZO.
“Sardegna si ma solo con le Peroni però, le Ichnusa NO non le berrò...”
Alessia Tino