Poche ore fa è stato sorteggiato il calendario riguardante il campionato di calcio italiano della stagione 2022/2023. Con questo evento il mondo del pallone nostrano, e le sue migliaia di appassionati sparsi in tutto il Belpaese, non aspetteranno altro che il fischio di inizio della prima giornata del nuovo tour de force.
Uso questa parola non a caso visto che si tratterà di una stagione lunga praticamente 10 mesi con inizio previsto per il weekend del 13 e 14 agosto 2022, alla faccia della sacralità del Ferragosto, e la chiusura in programma per il 4 giugno 2023.
Sarà la prima volta che il campionato italiano sarà costretto a far giocare ben 4 partite della stagione nel pieno della calura estiva (e vista la situazione che si è avuta a giugno, non si prospetta nulla di buono). Ma come si dice in questi casi “the show must go on” soprattutto in una stagione calcistica particolare come questa.
A metà novembre 2022 il campionato italiano andrà letteralmente in letargo per riapparire, nei primissimi giorni del neonato 2023, con le ultime partite del girone di andata. Le prime 15, delle 19 in totale del girone d'andata, verranno disputate per forza tra il 13 agosto e il 13 novembre 2022: all'incirca una novantina di giorni in totale.
Contando poi che le squadre italiane qualificate alle coppe europee avranno, come minimo, altre sei partite in più ecco che si può tranquillamente parlare di un vero e proprio tour de force.
Ma perché, come molte persone si chiedono, si è deciso di stare un mese e mezzo fermi nel periodo tra fine autunno e inizio inverno? Perché in quel lasso di tempo si svolgerà la ventiduesima edizione dei mondiali di calcio per nazionali.
Di solito, questo genere di competizione serve a rendere meno amaro il periodo estivo in cui la maggior parte dei campionati degli Stati europei va in vacanza. Il paese scelto per ospitare questo grande evento, il Qatar, ha una particolarità non da poco: nel periodo estivo, lo stesso nostro visto che la piccola isola del Golfo Persico si trova nell'emisfero boreale come noi, le temperature raggiungono tranquillamente i 50°.
Non proprio un clima ideale per far disputare un match calcistico, sia per i tifosi sugli spalti che soprattutto per gli atleti in campo che sono sottoposti a uno stress fisico non di poco conto. Qualcuno ha proposto, come soluzione al problema, di far giocare comunque le partite in estate con stadi chiusi e climatizzati da mega condizionatori (alla faccia dell'inquinamento provocato anche da questi oggetti che contribuiscono, in maniera cospicua, al riscaldamento globale).
Dopo un po' si è deciso di spostare il torneo in un altro periodo dell'anno: ad autunno inoltrato quando, anche in un paese come il Qatar, le temperature sono nettamente più sopportabili. A quel punto è sorto il problema di far coincidere i vari campionati con lo svolgersi del suddetto torneo.
In questo caso a farla da padrone sono stati i ricchi sponsor che stanno dietro l'organizzazione di ogni Coppa del Mondo di calcio. Insomma, in nome dei profitti, si è stabilito che avesse precedenza su tutto il torneo globale.
E i campionati nazionali? Hanno fatto di tutto per adeguarsi al diktat della Fifa.
Tralasciando i molti dubbi che ci sono stati, vedasi la fine che ha fatto l'ex presidente Fifa Michel Platini, dietro l'assegnazione di un evento del genere a un paese non proprio all'avanguardia dal punto di vista calcistico, come è il Qatar, resta un fatto. Ancora una volta ci si è piegati al volere di pochi senza tenere in conto la maggior parte di quelli che rappresentano l'anima del calcio da sempre: i tifosi.
Coloro che hanno deciso di rinnovare il proprio abbonamento anche per questa stagione, o magari di fidelizzarsi per la prima volta in vita loro, avranno un bel problema da affrontare con orari e giorni in cui saranno giocate le partite. Lo stesso si può dire dei giocatori che saranno costretti ad affrontare decine di partite in nemmeno un anno.
Una situazione in cui il cosiddetto calcio moderno la fa ancora da padrone e tiene in considerazione più i diritti tv, che già avevano dato il via a quella abitudine malata di spalmare i match in qualunque orario e giorno della settimana possibile. E poi ogni anno, guarda caso, ecco che escono numerosi articoli sullo stato di abbandono degli stadi italiani da parte della gente.
Ma con orari così, e visti anche i problemi strutturali di molti nostri impianti e i costi assurdi dei biglietti, cosa ci si poteva aspettare di altro?
Chi scrive, anche per questo motivo, ha deciso di non rinnovare il proprio abbonamento per l'anno prossimo nella curva sud della Roma allo stadio Olimpico. È stata una decisione parecchio sofferta visto che scrive un malato della squadra giallorossa ma che al contempo si è rotto parecchio le scatole del qualunquismo che, pian piano, sta infettando anche il mondo del pallone nostrano.
Vediamo come verrà affrontata questa stagione che parte tra meno di due mesi. Nell'attesa posso solo augurare “buon calcio a tutti”.
Roberto Consiglio