Il 6 agosto 1962 in Giamaica non fu una data come le altre. Era infatti in quel giorno che per le strade di Kingston, la capitale della piccola isola del Mar dei Caraibi, si riversavano migliaia di locali pronti a festeggiare.
Lo stato poco a sud di Cuba diventava indipendente dopo un periodo di dominazione straniera durato oltre 450 anni. Uno storico pezzo ska, come Forward March di Derrick Morgan, accompagnò quel giorno di feste per le strade di Kingston.
La Giamaica era diventata una colonia spagnola nel 1509: fu una una delle prime nazioni caraibiche ad essere conquistata in quella zona che venne descritta con il termine “nuovo mondo”. Nel 1655 arrivarono gli inglesi, che avevano sconfitto gli iberici al termine della cosiddetta guerra anglo-spagnola.
A Londra si capì subito l'importanza di quella terra ricca di materie prime molto richieste nel Vecchio Continente, ad esempio la canna da zucchero. Per sfruttare al massimo le risorse dell'isola, dall'inizio del del XIX secolo, arrivarono numerosi schiavi neri provenienti dall'Africa che dovevano lavorare come schiavi nelle piantagioni locali.
Questo sfruttamento delle risorse portò vantaggi solo alla minoranza bianca che viveva in Giamaica. Il forte razzismo che, da sempre, caratterizzava la società inglese riuscì a essere esportato anche in moltissime delle colonie di Sua Maestà d'oltreoceano. Nell'estate di 60 anni fa questa situazione cambiò radicalmente e il governo di Kingston diede inizio a un lungo e faticoso percorso per arrivare alla totale indipendenza dalla Gran Bretagna.
Tale processo ha interessato la società giamaicana a 360 gradi e ha toccato numerosi ambiti della cultura locale. Tra questi non poteva mancare l'ambito sportivo. In particolare fu uno sport, il cricket, che diede una svolta a quel processo di indipendenza.
Questo gioco fu portato dagli inglesi nelle colonie delle Indie Occidentali verso la fine del XIX secolo e diventò in pochissimo tempo lo sport più praticato in quelle terre. Anche in questo caso, però, non venne meno la matrice razzista e furono create delle squadre in cui potevi giocare solamente in base al colore della tua pelle.
Il cricket praticato dalla nazionale delle colonie inglesi d'oltreoceano, conosciuta con il nome di West Indies cricket team, veniva descritto, dagli abitanti bianchi del Regno Unito, come rozzo e non professionale. Era stata creata una nuova parola per descrivere questo sport praticato dai locali nelle colonie: calypso cricket.
Questo termine era stato pensato dagli inglesi stessi visto che, secondo loro, gli abitanti dei Caraibi non erano dei “duri” e mollavano al primo problema che si presentasse nel corso del match.
Anche per quel che riguarda la storia dello sviluppo del cricket caraibico vi sono delle date particolarmente significative. Una di queste ci riporta al lasso di tempo tra il 24 e il 29 giugno 1950 al Lord's Cricket Ground di Londra, il più importante impianto dedicato al gioco di cricket della capitale inglese.
In quei giorni si svolse una celeberrima partita tra la nazionale di Londra e quella dei caraibici, vinta da questi ultimi con il risultato di 326 a 151. Il match in questione fu uno di quelli disputati durante il tour che le West Indies stavano svolgendo in Inghilterra.
Per la prima volta, le colonie riuscivano a scrollarsi di dosso quell'idea che si era venuta a creare sul loro stile di gioco di bassa qualità che li rendeva, sempre più spesso, dei veri e propri burattini agli occhi dei “professionisti” inglesi.
Inoltre, la vittoria in una partita di cricket assunse dei valori che andavano ben oltre il semplice rettangolo da gioco. In quel momento storico, infatti, molte delle colonie inglesi nei Caraibi erano attarversate da forti movimenti nazionalisti che chiedevano l'indipendenza dalla madrepatria.
Questa richiesta veniva portata avanti sotto numerosi punti vista. Il cricket era uno di questi visto che esso rappresentava uno dei pochi punti in comune tra le diverse colonie caraibiche di Londra che, da altri punti di vista, erano invece molto distanti tra loro per cultura e tradizioni.
Tale partita fu la prima che si svolse dopo un evento che rappresentò un vero e proprio punto di rottura nella storia coloniale inglese. Il 22 giugno 1948 arrivò nel porto di Tilbury, nell'Inglhilterra sud-occidentale, la nave Empire Windrush.
A bordo di essa c'erano circa 500 persone, in maggior parte provenienti dalla Giamaica, che si trasferivano in Inghilterra per cercare una vita migliore di quella che potevano condurre nella loro terra natale.
Secondo molti, l'arrivo della Windrush rappresentò il punto di partenza dell'arrivo di migliaia di migranti neri a Londra e in altre città inglesi. Un vero e proprio esodo, che continuò anche nei decenni a seguire, e che creò non pochi problemi, in fatto di accoglienza, alla società inglese del tempo.
Cosa comportò questa presa di posizione sulle minoranze nere in Inghilterra è stato ben descritto da Fabio Fantazzini nel libro Dread Inna Inglan. Identità, musica e lotte politiche della controcultura Black British (1948-1981) (Hellnation Libri, 218 pagine).
Non a caso, la vittoria ottenuta nell'impianto londinese ebbe un forte impatto emotivo in alcune zone dei Caraibi: in Giamaica e nelle Barbados, ad esempio, vennero proclamati alcuni giorni di festa nazionale. Inoltre, come detto, il risultato finale del match diede una ulteriore spinta ai movimenti nazionalisti, che puntavano all'indipendenza, nel minor tempo possibile, delle Indie Occidentali.
La vittoria dell'incontro ebbe anche un altro effetto. Per festeggiare questa impresa sportiva venne scritta una canzone, dal titolo Victory calypso, da contrapporre al denigratorio cricket calypso coniato dagli inglesi in senso dispregiativo.
Il testo parla di due importanti giocatori delle West Indies in particolare, il trinidadiano Sonny Ramadhin e il giamaicano Alf Valentine. Non si sa però chi abbia scritto il pezzo; ancora oggi infatti si contendono la sua paternità i due più importanti, e conosciuti, cantanti calypso del tempo: Lord Kitchener, che assistette al famoso match di Londra, e Lord Beginner.
Il risultato dell'incontro colpì tutti di sorpresa. Non a caso nel 1951 la più importante rivista di questo ambito, Wisden, conosciuta come la “Bibbia del cricket”, decise di nominare ben quattro giocatori delle Indie Occidentali come “giocatori di cricket dell'anno”. Anche questa presa di posizione fece aumentare ancora di più la voglia di indipendenza che veniva portata avanti nei Caraibi da un po' di tempo.
Nelle Indie Occidentali, dopo questa impresa sportiva, cominciò a girare un detto che diceva “Volevamo mostrare agli inglesi: 'Ci hai portato il gioco e ora siamo migliori di te'”. Il cricket d'altronde, come spiegato dalla storico Hilary Beckles, “è nato, cresciuto e socializzato nel calderone infuocato dell'oppressione coloniale e della protesta sociale. Nella sua forma matura è essenzialmente una specie ideologica e politicizzata e non conosce mondo migliore di quello della lotta di liberazione”.
Col passare degli anni, questa pratica sportiva diventò sempre più istituzionalizzata nei Caraibi che, a loro volta, continuano il percorso di indipendenza dall'Inghilterra. I primi Stati a dare il via a questo processo sono stati Giamaica e Trinidad e Tobago (che diventò indipendente da Londra il 31 agosto 1962). Dopodiché, nel corso dei decenni '60 e '70, anche la maggior parte delle altre colonie inglesi delle Indie Occidentali ottenne l'indipendenza.
Tutto questo processo, però, non fece certo diminuire l'influenza che Londra mantenne in quelle terre. A testimonianza di ciò vi è il fatto che solo la Giamaica, durante il governo socialista di Michael Manley, che restò in piedi fino al 1980, provò a resistere al capitalismo imperante e a trovare una propria strada di stampo socialista da seguire.
Nel medesimo lasso di tempo i Caraibi, all'interno del processo di indipendenza, videro la nascita di nuove culture e identità al loro interno. L'esempio più lampante può essere la diffusione proprio nelle Indie Occidentali della musica reggae, a inizio anni '70, che vide uno slancio a livello internazionale soprattutto grazie alla figura di Bob Marley.
Nel 1974 diventò capitano della nazionale di cricket delle West Indies un appartenente alla comunità nera locale, Clive Lloyd, nato a Londra ma con radici nella Guayana, ex colonia inglese nella parte settentrionale del Sud America. Questa decisione scatenò diverse proteste, di chiaro stampo razzista, in alcuni dei paesi del Commowealth britannico del tempo: in particolare Australia e nel Sud Africa allora macchiato dall'apartheid.
Lloyd, da parte sua, riuscì ad imprimere una svolta decisiva al cricket caraibico da un punto di vista della tecnica di gioco. Lo rese, infatti, più duro e professionale per allontanarlo dal calypso cricket di britannica memoria.
Ancora una volta, insomma, uno sport ha dato il suo contributo anche al di fuori del rettangolo da gioco per portare avanti diritti e valori sociali ben precisi. Non a caso lo storico nativo di Trinidad Cyril Lionel Robert James, che venne influenzato fortemente dalla cultura marxista, spiegò nel suo libro più famoso Beyond a Boundary che il cricket “era un palcoscenico su cui individui selezionati svolgevano ruoli rappresentativi carichi di significato sociale”.
Roberto Consiglio