Qualche anno fa, dopo che la Turchia invase Afrin, Serê Kaniyê e Girê Spî, un gran numero di gruppi di tifosi in tutto il mondo si unirono alle mobilitazioni per denunciare gli attacchi del governo fascista di Erdogan e in difesa dei risultati raggiunti dall’esperienza rivoluzionaria più importante dell’inizio del ventunesimo secolo (insieme al movimento zapatista).
Oggi, a pochi giorni dalla celebrazione del decimo anniversario di quest’autonomia faticosamente conquistata, le minacce a cui la rivoluzione è esposta sono ancora considerevoli! La Turchia, che dispone del secondo esercito più grande della NATO, e i suoi alleati jihadisti stanno ancora una volta intensificando i propri attacchi che di fatto non si sono mai fermati. Non possiamo riporre alcun tipo di fiducia né nel regime siriano, né nei paesi confinanti (Iran, Israele, eccetera…), né tantomeno nelle grandi potenze (Usa e Russia).
L’unica solidarietà reale e sincera che possiamo attenderci è quella che proviene dai popoli delle diverse parti del globo. Per questo motivo vi lanciamo un appello chiedendovi di manifestare negli stadi il vostro supporto al Rojava. Sappiamo che condividete i nostri stessi valori e conosciamo la vostra capacità nell’organizzare azioni spettacolari.
Oggi più che mai è importante dimostrare che non accetteremo a braccia conserte questo capitalismo distruttivo e questo imperialismo rovinoso. Uno dei momenti chiave nell’auto-organizzazione e nell’autodifesa della gioventù in Rojava avvenne nel 2004, proprio durante una partita di calcio. I tifosi della squadra avversaria esposero per provocazione una foto di Saddam Hussein, responsabile del genocidio di Anfal alla fine degli anni ’80. Le rivolte che seguirono lasciarono sul terreno più di trenta morti ma da allora la resistenza non si è più fermata!
Viva il Rojava e il confederalismo democratico!
Viva il calcio popolare e antifascista!