Viaggiare per l’Europa per seguire la propria squadra è il sogno di ogni tifoso, sopratutto quando si è legati a realtà dove solo un “miracolo” sportivo potrebbe far sì che questo sogno si possa avverare, anche solo per un preliminare. Sognare alla fine non costa nulla. Se poi questi sogni vengono messi nero su bianco, si arriva alla realizzazione di un bellissimo libro scritto a più (molte!) mani, in quel di Ferrara da parte del collettivo L.A.P.S. ovvero la curva Ovest: Più di undici.
Uno spaccato reale di passione per una squadra di provincia, in questo caso la Spal, dove le storie dei diversi personaggi, 13 + 1, potrebbero essere le nostre storie, ognuna differente, ma con lo stesso denominatore comune: la passione per la propria squadra, la propria città e un solo obiettivo chiamato prima trasferta europea.
Ognuno di loro, a suo modo, farà di tutto per essere presente sui gradoni dello stadio che il sorteggio ha voluto in Romania. Storie diverse, con spaccati sociali diversi, che si intrecciano tra passato e presente, lasciando spazi per il futuro, dove non importa che tu sia l’ultimo di una working class ora mai sparita, il tifoso storico, il semplice impiegato o il benestante uomo d’affari; la trasferta, la curva, cancella le differenze di classe, intrecciando vite anche di perfetti sconosciuti in nome di una fede.
Un passaggio non banale questo che mette ancora una volta in risalto come una curva sia in grado di ribaltare gli stereotipi che il “moral panic” continua ancora oggi a rivolgere verso le curve italiane.
Un libro scritto bene, che si fa leggere con molta scorrevolezza, che non cade mai nell'autoreferenzialità, sopratutto nel capitolo dedicato agli ultras, cosa che spesso succede a molti gruppi quando parlano di se stessi e della loro curva.
Sotto questo ultimo aspetto, da parte dei ragazzi di Ferrara ho trovato molta onestà, che dà seguito alle parole che ho trovato scritte e lette, in un primo libro proveniente da quelle terre, che narra le gesta di un gruppo storico della ovest, il “gruppo d’azione”; un libro anche questo che narra le cose per come sono state e che non ha paura a dare i meriti alle tifoserie avversarie.
Storie che parlano di tifo, passione, ultras dove il fatto che sia scritto dai Ferraresi non deve essere un limite per la lettura da parte delle altre tifoserie, perché semplicemente questo libro è frutto di un grosso lavoro collettivo, unico o quasi al mondo, che ribalta tutto il modo che ha la società di pensare alle curve italiane, ma sopratutto, come già ribadito, potrebbe essere la storia di qualsiasi curva di provincia che si trova catapultata nel sogno chiamato Europa.
Luca “Liucs” Malmusi